10/10/2023 | 10.25
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Azzi (DAZN): «Audio VAR in diretta? Le regole non lo permettono»

 

L’amministratore delegato della piattaforma streaming ha aggiunto: «Open VAR ha avuto un impatto pazzesco e nel futuro avremo ancora più trasparenza».

DAZN è uno dei tre broadcaster in corsa per l’assegnazione dei diritti televisivi della Serie A validi dalla stagione 2024/25 fino a quella 2028/29. La piattaforma streaming, al momento attuale, è all’ultima stagione nella quale detiene i diritti per trasmettere le 10 partite del massimo campionato italiano, di cui sette in esclusiva assoluta.

«C’è anche un tema di scommessa in termini di investimento nei diritti tv dello sport, ma c’è in tutti i business – ha dichiarato alla Wired Next Fest Milano 2023, l’amministratore delegato di DAZN Italia, Stefano Azzi -. Nello sport c’è un po’ di più, perché poi i campionati cambiano. Noi abbiamo un portafoglio di diritti ampio che quindi compensa il risultato e comunque l’Italia negli ultimi anni ha avuto vincitrici diverse in campionato, ad esempio rispetto alla Germania. Questo rende anche più ricco il nostro portafoglio. In Italia poi abbiamo cambiato il rapporto con i tifosi ad esempio lanciando la Fan Zone, la chat che ti permette di interagire in diretta all’interno della piattaforma».

«È fondamentale bilanciare la parte globale e la parte locale – ha proseguito Azzi -. DAZN nasce a livello globale, si è diffusa nel mondo ed è ormai in oltre 200 Paesi di cui 20 principali dal Giappone all’Italia e Spagna proprio grazie al bilanciamento con la parte locale. È stata questa localizzazione che ha portato alla crescita di DAZN, in modo tale da avere un livello global fatto dalla piattaforma che è come un laboratorio in cui ogni Paese dà il suo contributo a livello di marketing e servizi nuovi che poi vengono trasversalmente usati in tutto il mondo».

Il percorso fatto in Italia: «Abbiamo poi localizzato ed è stato questo il vero punto di partenza che ha fatto scattare la crescita. Abbiamo italianizzato la piattaforma nel modo di fruire i contenuti e nella tecnologia. Per il primo aspetto, il modo di vivere lo sport per gli italiani è diverso dal resto del mondo: mi ricordo all’inizio i presentatori in piedi in modello inglese, in Italia invece lo sport è la chiacchierata al bar dello sport che è il nostro modo di vivere il tutto. Lo abbiamo italianizzato nel pre e post partita, con il bordocampista in campo, con lo show che dopo la partita racconta quanto successo. A livello locale l’altra cosa importante è il tema della piattaforma, l’Italia ha una infrastruttura di connessione che è diversa dagli altri Paesi e per questo abbiamo dovuto adattare anche questa parte che è rilevante. Abbiamo oggi quasi l’80% dei dati che passano sulla nostra infrastruttura, ci siamo creati una nostra autostrada costruendola per avere il massimo e miglior livello di servizio ed è una cosa che non c’è in Germania o in Spagna».

La differenza con l’Inghilterra: «È abbastanza sostanziale. Basti pensare che da loro, la partita finisce e si guarda magari un altro evento sportivo. In Italia la partita invece non finisce in campo, mi metto a vedere il post-partita ed è una cosa culturale che non c’è all’estero. L’approfondimento stile SuperTele non c’è in tutti i Paesi, poi va detto che il portafoglio dei diritti è molto diverso, ad esempio DAZN in Spagna ha MotoGp e F1, in Germania la Spagna, ma l’Italia è il Paese che ha arricchito di più la piattaforma sia con show che con approfondimenti editoriali, il racconto magari del giocatore o dell’allenatore. Sono pillole particolarmente italiane e che vanno molto bene soprattutto tra i giovani, che sono abituati ad avere contenuti rapidi».

Sulla grande novità rappresentata da Open VAR: «È stato un servizio che ha avuto un impatto pazzesco perché c’è grande fame di vivere lo sport anche dietro le quinte. Tutto quello che ruota intorno ad ogni singolo sport al di fuori del rettangolo di gioco. Grazie a FIGC, AIA e Lega Serie A abbiamo lanciato questo servizio accoppiando le immagini con l’audio. Secondo me consente di avere due cose: innanzitutto formazione spiegando ad esempio cosa può fare o non fare il VAR e poi è bello sentire il commento, quello che si dicono, è veramente rilevante. Ha avuto una grande reazione positiva, si è aperta la crepa nell’avere maggiore trasparenza, piano piano costruiremo sempre di più. Non si può fare però la diretta, ci sono decisioni del giudice sportivo che devono essere prese in funzione a quanto è successo e quindi devi aspettare queste. Lavoreremo anche in funzione delle regole, ma è un primo inizio e c’è stata grande apertura».

fonte tmw.com
By marcodalmen
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