Bacheche storiche e no - by ReMo
Quando consideriamo l’abbondante consistenza di trofei e di primati raccolti in talune delle raccolte di squadre titolate, insorge, con un velo di amarezza, un certo senso di inferiorità.
Il nostro palmares, si fa per dire, consiste in un solo, unico trofeo, risalente a circa mezzo secolo fa ed onestamente, visto l’andamento degli ultimi anni, si fa pressante il desiderio di poterlo abbinare a un’altra prodezza.
Non datemi del palato fino, anche se calcisticamente da noi i buongustai del calcio si annoverano a larghe schiere, ma personalmente apprezzo più la qualità della quantità, eccetto che contemperino, nella stessa portata, entrambi i fattori.
La disamina, neppure tanto profonda od accurata, mi porta alla mente il fatto relativo alla avvenuta cancellazione di taluni trofei che, avviati in Piemonte al termine dei campionati, furono depennati a seguito di pratiche illecite, poste in atto proprio per acquisirli ed inviati in Lombardia.
Niente di sorprendente se, a seguito di un comportamento illecito ed antisportivo degli scudetti sono rimossi dalle maglie e dei trofei dalle bacheche, come prescritto da codici, validi erga omnes: tutto è normale e logico.
Un poco meno lo diventa osservare che, avverso ogni sentenza ed ogni provvedimento, la società in esame, continui a considerare questi scudetti quale giusto premio di regolari contesti sportivi, contro ogni opposto verdetto, computandoli ed esibendoli con meschina prosopopea.
Di contro la società designata assegnataria di quegli stessi titoli, in luogo quella spodestata degli stessi, seguita ad annoverarli tra le proprie vittorie, dando ambivalenza ad un trofeo che ne avrebbe una sola e specifica.
Forse, a nostra completa insaputa, non si tratta di trofei nazionali, ma bensì di targhe interregionali assegnate, in duplice copia, al consesso lombardo piemontese, come ai bei tempi delle guerre di indipendenza nazionale.
Quello che diventa certo è che, a ragion veduta, il numero dei trofei conseguiti travalica importanza e meriti del come se lo si siano aggiudicati, visto che anche i primati rubati, hanno valore almeno pari, se non addirittura superiore a quelli regolarmente certificati.
A questo punto, intristirsi sull’unico conseguito, che ben ricordo arrivò a coronamento di una battaglia calcistica memorabile, mi pare insulso ed immotivato, perché il nostro ha una valenza in più.
Molto più indisponente trovo che debba essere considerata la rapina che, in piena luce ed in diretta continentale, la classe arbitrare mise a segno due anni or sono, sul terreno dell’Olimpico di Roma.
Come per i fatti precedentemente indicati, i delitti sportivi restarono impuniti, senza neanche un cenno od una sottolineatura, vista l’inutilità nella sostanza, delle condanne precedenti, rimate prive di ogni effetto penalizzante.
Se in quell’occasione fummo derubati e bastonati, si spera che, almeno per il futuro, misfatti e fatti analoghi non ribadiscano la solitudine di un trofeo rimasto solitario.
A renderlo prestigioso ci penseranno il Gasp e la sua banda di discoli della pelota, capaci di volgere in apoteosi la vittoria di quella che, altrove, sarebbe soltanto una banale partita di calcio.
La lunga attesa sarà una connotazione ancora più gioiosa di una conquista che ormai non ci pare più troppo lontana, né tanto meno inaccessibile.
Solo la fibrillazione cresce, ma anche a quella troveremo rimedio : forza Atalanta !!
ReMo
Il nostro palmares, si fa per dire, consiste in un solo, unico trofeo, risalente a circa mezzo secolo fa ed onestamente, visto l’andamento degli ultimi anni, si fa pressante il desiderio di poterlo abbinare a un’altra prodezza.
Non datemi del palato fino, anche se calcisticamente da noi i buongustai del calcio si annoverano a larghe schiere, ma personalmente apprezzo più la qualità della quantità, eccetto che contemperino, nella stessa portata, entrambi i fattori.
La disamina, neppure tanto profonda od accurata, mi porta alla mente il fatto relativo alla avvenuta cancellazione di taluni trofei che, avviati in Piemonte al termine dei campionati, furono depennati a seguito di pratiche illecite, poste in atto proprio per acquisirli ed inviati in Lombardia.
Niente di sorprendente se, a seguito di un comportamento illecito ed antisportivo degli scudetti sono rimossi dalle maglie e dei trofei dalle bacheche, come prescritto da codici, validi erga omnes: tutto è normale e logico.
Un poco meno lo diventa osservare che, avverso ogni sentenza ed ogni provvedimento, la società in esame, continui a considerare questi scudetti quale giusto premio di regolari contesti sportivi, contro ogni opposto verdetto, computandoli ed esibendoli con meschina prosopopea.
Di contro la società designata assegnataria di quegli stessi titoli, in luogo quella spodestata degli stessi, seguita ad annoverarli tra le proprie vittorie, dando ambivalenza ad un trofeo che ne avrebbe una sola e specifica.
Forse, a nostra completa insaputa, non si tratta di trofei nazionali, ma bensì di targhe interregionali assegnate, in duplice copia, al consesso lombardo piemontese, come ai bei tempi delle guerre di indipendenza nazionale.
Quello che diventa certo è che, a ragion veduta, il numero dei trofei conseguiti travalica importanza e meriti del come se lo si siano aggiudicati, visto che anche i primati rubati, hanno valore almeno pari, se non addirittura superiore a quelli regolarmente certificati.
A questo punto, intristirsi sull’unico conseguito, che ben ricordo arrivò a coronamento di una battaglia calcistica memorabile, mi pare insulso ed immotivato, perché il nostro ha una valenza in più.
Molto più indisponente trovo che debba essere considerata la rapina che, in piena luce ed in diretta continentale, la classe arbitrare mise a segno due anni or sono, sul terreno dell’Olimpico di Roma.
Come per i fatti precedentemente indicati, i delitti sportivi restarono impuniti, senza neanche un cenno od una sottolineatura, vista l’inutilità nella sostanza, delle condanne precedenti, rimate prive di ogni effetto penalizzante.
Se in quell’occasione fummo derubati e bastonati, si spera che, almeno per il futuro, misfatti e fatti analoghi non ribadiscano la solitudine di un trofeo rimasto solitario.
A renderlo prestigioso ci penseranno il Gasp e la sua banda di discoli della pelota, capaci di volgere in apoteosi la vittoria di quella che, altrove, sarebbe soltanto una banale partita di calcio.
La lunga attesa sarà una connotazione ancora più gioiosa di una conquista che ormai non ci pare più troppo lontana, né tanto meno inaccessibile.
Solo la fibrillazione cresce, ma anche a quella troveremo rimedio : forza Atalanta !!
ReMo
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