Bastoni & Melegoni
Bastoni e Melegoni, attenti a quei due. L'anno, le pizze, i fratelli e l'Atalanta: in comune non c'è solo la rima nel cognome
Qualcuno ha detto che saranno i nuovi Caldara e Gagliardini. E il Presidente Antonio Percassi, che nell’adocchiare, coltivare e mettere sul mercato talenti è un vero asso, se lo augura. Gian Piero Gasperini da parte sua ha più di un presentimento, tanto che all’ultima conferenza stampa ha detto che presto potranno rubare la maglia da titolare ai più esperti. Attenti a quei due, quindi. L’apparizione in Atalanta-Samp al Comunale non è stata un caso e non resterà ancora per molto un ricordo, perché presto i due classe ’99 Alessandro Bastoni e Filippo Melegoni torneranno ad essere protagonisti. Mettendo a confronto le loro esistenze, si scopre che, oltre alla data d’esordio in A, i baby talenti hanno davvero molto in comune.
Per ascoltare gli amici di Bastoni, “il Bastoncino”, come lo chiamano loro per distinguerlo dal fratello maggiore Luca, dobbiamo fare un salto a Piadena, comune di 3500 anime della provincia di Cremona. Qui troviamo Roberto Rech, suo vicino di casa, Michele Bruni e Alessandro Manfredi. Tutti classe ’95, l’età del fratello Luca Bastoni, attualmente nelle fila del Fidenza Calcio. Come mai Alessandro ha amici più grandi? “Perché fin da quando era piccolo Ale ha seguito il fratello dappertutto e quindi ha giocato sempre con quelli più grandi. L'ho conosciuto da bambino, in oratorio, giocavamo sempre a calcio insieme e, nonostante i 4 anni di differenza, giocava sempre con noi più grandi ed era lui che faceva la differenza”, spiega Alessandro Manfredi. E anche Michele Bruni si trova d’accordo: “È sempre stato molto determinato e deciso a dare il massimo nelle sfide che gli si presentavano davanti, in particolare nel calcio e nello sport. Ricordo quando qualche anno fa capitava di giocare contro di lui in qualche sport, piuttosto che alla Playstation, e lui non mollava mai un centimetro, era davvero difficile starci contro”. Ecco spiegata quindi da dove deriva questa sua sicurezza nello scendere in campo e fare alte prestazioni anche alla prima da titolare sotto la Curva Nord: Alessandro è abituato da sempre a confrontarsi con gente più grande di lui e ha imparato per questo a farsi valere con gli avversari. Caratterialmente però, fuori dal campo Alessandro Bastoni si trasforma in un ragazzo mansueto: “Ale è veramente un bravissimo ragazzo - racconta ancora Michele Bruni - è educato, intelligente, simpatico e umile". Alessandro Manfredi gli fa eco: “Fuori dal campo è un ragazzo umile, mai sopra le righe, scherza spesso”. Entrambi gli amici raccontano del suo grande attaccamento alla famiglia: “Io ho qualche anno in più ma lo conosco da quando è nato, essendo della stessa classe di suo fratello più grande, e posso dire che ha alle spalle una famiglia fantastica, che ha sempre fatto tutto il necessario per rendere il suo percorso meno pesante di quello che sembrava, perché i sacrifici sono veramente tanti. Per questo è molto legato alla famiglia, e al fratello Luca”. Questo fratello viene citato spesso dagli amici, tanto che Roberto Rech lancia una provocazione: “Il vero leader è il fratello!”. Le passioni di Bastoni? “Oltre al calcio? Il Fantacalcio!” scherza Manfredi. Ma non solo: “Segue molto anche l'NBA e gli piace tantissimo giocare alla Playstation”. Come per molti, il suo piatto preferito è la pizza, ma non una qualsiasi: “È una che fanno solo al nostro paese: con salsiccia, crema di zucca e crema di formaggi”. Tipica tradizione cremonese, insomma. Prima di salutarci, Manfredi ci svela anche l’idolo calcistico del baby Bastoni: “Thiago Silva, ma nell'Atalanta il suo preferito è Toloi”. E a furia di ispirarsi a lui, potrebbe presto prendere il suo posto…
Anche Filippo Melegoni, bergamasco doc di Azzano San Paolo, ha un giocatore preferito nell’Atalanta? La risposta è semplice e scontata: sì, tutta la squadra, perché per lui è stata sempre e solo l’Atalanta la squadra del suo cuore: “Essendo lui stesso tifoso della dea, sa quanto è importante per noi tifosi onorare quella maglia.” Queste le parole di Filippo Musitelli, pizzaiolo di fiducia dei Melegoni: “Conosco Filippo da quando è piccolo perché con la sua famiglia veniva sempre nella mia pizzeria”. E non una pizzeria qualsiasi, perché all’interno del locale ci lavora nientemeno che il fratello di un altro grande talento made in Bergamo: il gallo Andrea Belotti. E chissà che nella pizza non ci sia qualche ingrediente portentoso… Intanto, l’entusiasmo per “Pippo” Melegoni in pizzeria è fin troppo contagioso e rischia di provocare danni: “Durante la finale scudetto degli Allievi, mentre stavo lavorando in pizzeria con molta gente presente ad attendere le pizze, ho detto a mio figlio Edoardo che avrebbe segnato il Pippo e appena è successo davvero siamo esplosi come se fossimo allo stadio, con relativi festeggiamenti, dimenticandoci che stavamo lavorando!”. Come Alessandro, anche Filippo è un grande uomo, grazie alla grande famiglia che lo sostiene alle spalle e al fratello maggiore Federico, classe ‘93: “Posso garantire che come tutta la sua famiglia, anche lui è una grande persona, umile e con la testa sulle spalle. Il giorno del suo esordio l'ho visto mentre usciva dallo stadio e scherzando gli ho detto: «Adesso che sei famoso la fai ancora una foto con me?». Lui si è messo a ridere e a scherzare e ha posato con mio figlio!”.
Anche Pietro Lascari conosce da anni Filippo ed è stato suo animatore al Cre Grest. Ciò che ammira di più in lui è proprio quella sua semplicità fanciullesca che ha sempre conservato, nonostante la notorietà degli ultimi tempi: “Già da ragazzino era il classico estroverso e solare, stava molto al gioco e gli piaceva scherzare...insomma, il classico spensierato che si divertiva anche con gli sfottò, ma sempre educato. Adesso, quando ci ritroviamo durante le cene di natale o nei diversi luoghi di aggregazione come centri commerciali o piscine, non ha mai tirato dritto o fatto finta di non conoscermi. Parlandoci qualche mese fa temevo, vista l'età e la crescita sportiva precoce, la possibilità (più che giustificata purtroppo) che si fosse montato la testa. Invece l'idea che mi ha dato è stata quella di un ragazzo maturo, sebbene fosse nel pieno dell'adolescenza.” Per Pietro, il merito va alla sua famiglia e all’umiltà che i maestri del vivaio di Zingonia trasmettono sempre ai giovani: “Oltre a lui c'è sicuramente l'appoggio di una società seria e attenta allo sviluppo dei giovani e, non meno importante, l'appoggio di una famiglia saggia che lo tiene con i piedi per terra.” Due bravi ragazzi quindi, umili e gran lavoratori. Caratteristiche che, in effetti, ricordano quelle di certi Caldara e Gagliardini… E allora, attenti a quei due. Di nuovo.
fonte gianlucadimarzio.com