20/12/2017 | 12.40
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Il bello del calcio italiano

Cosa accade quando si incontrano due tra le squadre che giocano il miglior calcio in Italia e uno dei siti piu' competenti della Rete? Ecco come ultimouomo.com ha parlato di Atalanta - Lazio

 

Il bello del calcio italiano

Atalanta e Lazio hanno dato vita a una gara spettacolare e raffinatissima dal punto di vista tattico.

La sfida tra Atalanta e Lazio si portava dietro il classico antagonismo tra filosofie di gioco differenti. Sia i nerazzurri quanto i biancocelesti hanno sorpreso nella scorsa stagione, conclusa rispettivamente al quarto e quinto posto, ma lo hanno fatto con mentalità diametralmente opposte. Al calcio pre-ordinato e codificato di Gasperini si è opposta l’intelligenza fluida e speculativa di Simone Inzaghi, che ha dimostrato di valere una panchina importante di Serie A grazie all’attento studio degli avversari e alle opportune contromisure adottate in ogni partita.  

Atalanta e Lazio, insomma, hanno dimostrato quanto nel calcio la formula del successo non è universale. Tanto un calcio codificato dà riferimenti sia ai propri giocatori che a quelli avversari, quanto accade viceversa. Il segreto sta, ovviamente, nell’attento bilanciamento dei due aspetti. In questa stagione, specie in Serie A, la Lazio è partita meglio, rispetto a un’Atalanta ha sofferto particolarmente l’impegno europeo. Non è un mistero che il calcio di Gasperini richieda un livello di concentrazione e di intensità molto più elevato rispetto a quello di Inzaghi, più difficile da mantenere con tre partite settimanali. Tuttavia la fine temporanea degli impegni europei ha dato a Gasperini la possibilità di preparare la partita con una settimana piena di lavoro, e i risultati si sono visti.

Impression

 

La prima grande mezz’ora dell’Atalanta

L’Atalanta si è presentata con la formazione ormai classica, ma con una sola modifica. In difesa è stato fatto spazio a Palomino al posto di Toloi, spostando Masiello sul centro-destra. Anche Inzaghi ha una sua formazione tipo, che non cambia ormai da settimane. L’unica modifica per cause di forza maggiore, l’inserimento di Caicedo al posto dello squalificato Immobile, non ha intaccato il piano difensivo dell’allenatore biancoceleste, ma ha cambiato per forza di cose quello offensivo.

Conoscendo la bravura della squadra di Gasperini ad attaccare una difesa schierata sfruttando tutta l’ampiezza del campo, Inzaghi ha disposto un pressing abbastanza deciso ma non ultra-aggressivo. L’obiettivo era forzare una verticalizzazione verso Petagna, che non fosse però il classico lancio lungo di inizio azione dove il centravanti atalantino potesse sfruttare la sua grande fisicità per tenere palla.

 

Inzaghi, fedele alla sua identità camaleontica, ha impostato il pressing in maniera differente rispetto alle ultime partite contro squadre schierate con il 3-4-3 o il 3-4-1-2 (Benevento e Cagliari rispettivamente). Le squadre di De Zerbi e Lopez erano alle prime armi con quegli schemi di gioco e davano riferimenti più statici alla difesa laziale: il pressing in quei casi partiva con la salita della mezzala laziale sul centrale difensivo esterno, mentre le due punte (Immobile e Luis Alberto) schermavano i due mediani avversari.

Contro l’Atalanta, invece, Inzaghi ha disposto delle marcature a uomo nella zona, che fossero attente ogni volta ai movimenti dei giocatori atalantini per innescare le classiche combinazioni sulle catene laterali. Spesso Inzaghi ha preferito far scalare in avanti la punta del lato palla sul centrale difensivo esterno, con la mezzala di quel lato che a sua volta scalava in avanti sul mediano lasciato libero. L’idea ha risposto all’esigenza di marcare bene i mediani dell’Atalanta, i cui set di movimenti sono ampi e organizzati. Inzaghi ha preferito non disorganizzare la posizione dei suoi attaccanti in fase di non possesso, preferendo spesso far marcare i mediani dalle mezzali, che ovviamente sono più abituate a muoversi lateralmente in fase di non possesso.

lazio atalanta 1 (OK)

Qui il pressing della Lazio non ha funzionato, ma l’immagine descrive bene le intenzioni di Inzaghi. A iniziare la pressione, uscendo sul centrale esterno (Palomino) è l’attaccante del lato palla (Caicedo), mentre dietro scala la mezzala (Parolo) sul mediano (Freuler), che qui si allarga. Seguendo eventualmente a uomo Freuler, Caicedo si sarebbe allontanato troppo dalla sua zona.

 

L’uscita dell’attaccante sul difensore centrale, in ogni caso, avveniva più spesso nella zona destra (sinistra dell’Atalanta). Come si vede bene dalla pass-map dei nerazzurri, Masiello sul centro-destra si apriva di più rispetto a Palomino e questo condizionava anche la posizione dei due mediani, con quello del suo lato (Cristante) che rimaneva più centrale rispetto a Freuler, per compensazione. Cristante in alcuni casi veniva quindi preso da Luis Alberto, mentre su Masiello usciva Milinkovic-Savic nelle azioni in cui il centrale atalantino usciva molto lateralmente.

Atalanta - Lazio   3 - 3 home passmatrix

Le altre marcature erano abbastanza naturali: i due esterni di attacco (Gomez e Ilicic) erano presi dai centrali esterni di riferimento, Bastos e Radu rispettivamente, gli esterni di centrocampo venivano accoppiati naturalmente e Lucas Leiva era pronto a fornire un aiuto o un raddoppio nella zona in cui ce ne fosse stato bisogno.

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Le marcature a uomo nella zona della Lazio. In questo caso Ilicic parte larghissimo (preso dall’esterno Lulic) e solo successivamente arriva Hateboer, sul quale deve uscire la mezzala (Milinkovic-Savic). Lucas Leiva, l’uomo libero da marcature in partenza, fornisce un sostegno uscendo su Cristante (preso inizialmente da Milinkovic-Savic) e forzandone la giocata.

Questo piano difensivo, abbastanza ben studiato, non ha però impedito all’Atalanta di assediare la Lazio nella prima mezz’ora di gioco, andando in vantaggio meritatamente per due reti a zero. Il sincronismo e la rapidità nei movimenti delle rispettive catene laterali dei nerazzurri sono stati eccezionali e non hanno permesso alla Lazio di recuperare il pallone in zone alte del campo. Il secondo gol di Ilicic è stato una perla: dopo aver sviluppato l’azione sulla catena sinistra, Gomez ha lanciato sul taglio dello sloveno che ha segnato al volo il gol del 2 a 0.

A schiacciare ancora di più la Lazio nella propria metà campo ci ha pensato il solito pressing a uomo di Gasperini, usato come arma offensiva. Stavolta però l’allenatore atalantino è venuto contro un suo antico principio: non ha lasciato almeno un uomo libero in zone avanzate per garantirsi la superiorità numerica arretrata, ma ha attaccato a uomo ogni singolo giocatore laziale per quasi tutto il primo tempo, accettando la parità numerica anche in zone più basse.

lazio atalanta 4 (OK)

Per tutto il primo tempo l’Atalanta ha pressato in parità numerica così, seguendo anche con un suo mediano gli abbassamenti di Lucas Leiva. La Lazio non è quasi mai uscita pulita dalla difesa.

Un fattore che ha suggerito a Gasperini di preparare la partita in questo modo è stata sicuramente l’assenza di Ciro Immobile. Il tecnico sapeva che pressare a uomo significava anche accettare un possibile duello aereo sfavorevole contro Milinkovic-Savic, ma alla Lazio è mancata la bravura del suo centravanti titolare ad attaccare la profondità e l’Atalanta ha potuto accettare la parità numerica in difesa, alzando molto la sua linea arretrata. La strategia ha cancellato Caicedo, a cui non sono arrivati palloni puliti spalle alla porta nel primo tempo.

 

Gasperini non temeva di creare una partita costellata di duelli fisici. Come scritto da Alfredo Giacobbe di recente, l’Atalanta quest’anno ha diminuito gli intercetti puliti e aumentato invece i contrasti. È una squadra che quindi gioca meno sulle linee di anticipo e più sugli scontri fisici. Anche la lotta sulle seconde palle allora non preoccupava più di tanto Gasperini. L’Atalanta ha vinto il 63% dei duelli aerei: Milinkovic-Savic ne ha vinti solo 2 (come Parolo e Caicedo), mentre Caldara, Cristante e Palomino ne hanno vinti rispettivamente 5, 4 e 3.

Il pareggio lampo della Lazio

Subito dopo aver segnato il gol del 2-0, Cristante ha avuto la palla per chiudere la partita, ma un po’ per un suo errore e un po’ per il grande riflesso di Strakosha, la Lazio si è salvata. Successivamente i biancocelesti hanno trovato il pareggio in un lampo: prima con una grande azione solitaria di Milinkovic-Savic, conclusa con un preciso tiro di sinistro, e poi su un dribbling vinto da Luis Alberto che ha messo una palla in mezzo, dove nessuno ha accorciato su un altro tiro vincente di Milinkovic-Savic.

Subito dopo il 2-2, Gasperini ha capito che il pressing ultra-offensivo della propria squadra non stava più riuscendo. In particolare, i continui abbassamenti di Lucas Leiva stavano mettendo a dura prova a livello fisico il mediano che saliva in pressing su di lui, quasi sempre Cristante. Gasperini ha così disegnato un 3-4-1-2, con Ilicic dietro Gomez e Petagna: lo sloveno marcava a uomo proprio Lucas Leiva, mentre il 3-contro-2 favorevole alla Lazio davanti a Strakosha garantiva la superiorità numerica arretrata nella difesa atalantina, in linea con i princìpi di gioco classici di Gasperini.

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Su Lucas Leiva sale Ilicic e non più un mediano. La Lazio ha superiorità numerica per costruire ma l’Atalanta ha superiorità numerica per difendere.

Gasperini ha concluso il primo tempo con Petagna a sinistra e Gomez a destra, mentre all’inizio della ripresa ha deciso di invertire i suoi terminali. Il risultato si è visto in occasione del rigore, dove soprattutto Gomez ha potuto incidere nella zona dove si esprime meglio, portando così nuovamente in vantaggio l’Atalanta grazie alla trasformazione di Ilicic dagli 11 metri.

La nuova posizione di Ilicic era funzionale anche in fase di possesso. Gasperini era intenzionato a bloccare Lucas Leiva, impedendogli di raddoppiare nel lato in cui l’Atalanta avrebbe costruito il gioco. Tuttavia i nerazzurri non sono più riusciti a schiacciare la Lazio come nei primi 20 minuti, e questo è dipeso soprattutto dal fatto che Gasperini abbia abbandonato il pressing a uomo esasperato, permettendo alla Lazio di riguadagnare campo.

Avere la possibilità di costruire dal basso con più calma, ha permesso alla Lazio di sfruttare una giocata che Inzaghi aveva probabilmente studiato. La superiorità numerica in fase di costruzione, e la posizione di Ilicic su Lucas Leiva, hanno liberato molto più spesso De Vrij: il centrale olandese ha più volte sfruttato l’allargamento delle mezzali per andare diretto su Caicedo, sfruttando contemporaneamente l’orientamento all’uomo dell’Atalanta e le ottime doti di Caicedo come sponda. L’attaccante ecuadoriano ha così finalmente trovato la sua dimensione all’interno della partita.

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Inzaghi ha provato a manipolare il centrocampo dell’Atalanta, sfruttandone l’orientamento a uomo. In questo modo si è potuto aprire un corridoio per far ricevere finalmente Caicedo spalle alla porta.

La Lazio ha utilizzato meno del solito il lato sinistro di campo, e molto di più il centro. I biancocelesti hanno attaccato a sinistra per il 37% contro il 44% della media stagionale (favorito dalla presenza di Milinkovic-Savic e dai movimenti ad allargarsi verso sinistra di Luis Alberto). Mentre hanno percorso il centro per il 33% del tempo contro il 27% di media stagionale, usando molto le verticalizzazioni verso Caicedo.

La Lazio ha sfruttato una situazione simile per trovare il gol del pareggio. Alla mezz’ora del secondo tempo Inzaghi ha sostituito Lucas Leiva con Felipe Anderson, scalando indietro le posizioni di Parolo e Luis Alberto. La verticalizzazione di Parolo per Caicedo ha dato il tempo a Luis Alberto di sganciarsi, e la presenza di Felipe Anderson ha aumentato la qualità e la velocità nelle combinazioni, decisive per mandare a vuoto la marcatura di Cristante su Luis Alberto, che ha poi realizzato il gol.

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Il gol del 3-3: nasce prima da una sponda di Caicedo e poi dalla combinazione Luis Alberto-Felipe Anderson-Caicedo-Luis Alberto. La tecnica e la velocità della triangolazione hanno fatto perdere a Cristante il tempo della chiusura.

Cosa ha detto la partita su Atalanta e Lazio

Il pareggio finale rispecchia il livello di preparazione della partita. Sia Inzaghi che Gasperini hanno interpretato bene la sfida, tanto nello studio quanto nella lettura a partita in corso. L’Atalanta ha sicuramente buttato via 2 punti, avendo sprecato con Cristante e Gomez le palle facili rispettivamente per il 3-0 e per il 4-2. Tuttavia a Inzaghi va riconosciuta l’attenuante dell’assenza di Immobile, alla quale ha comunque saputo sopperire costruendo una strategia che, almeno nel secondo tempo, ha permesso alla Lazio di sfruttare le abilità di Caicedo per guadagnare un punto su un campo molto difficile.

Atalanta - Lazio   3 - 3

L’Atalanta ha prevalso negli Expected Goals, pur senza dominare.

Gasperini ha impostato un pressing in parità numerica che di solito riserva alle squadre più deboli, ma aveva valutato bene sia le difficoltà della Lazio a campo aperto senza Immobile, sia la forza dei propri giocatori nei duelli fisici. Tuttavia il fatto che abbia abbassato il pressing dopo mezz’ora la dice lunga su quanto l’Atalanta, almeno in questa stagione, non riesca ad avere una continuità atletica e mentale per tutti i 90 minuti. Forse a causa delle impegnative partite di Europa League.

La Lazio ha dimostrato che, seppur sappia adattarsi praticamente a ogni contesto, dipende troppo da alcuni singoli. L’assenza di Immobile non le ha fatto sfruttare il campo alle spalle della difesa dell’Atalanta, mentre Milinkovic-Savic nel primo tempo ha riaperto la partita inventandosi un gol dal nulla. La squadra è preparata ma non ha una profondità e completezza di organico che le possa consentire di lottare per posizioni più alte del quarto posto.

Entrambe le squadre escono quindi rafforzate sotto alcuni aspetti, ma hanno mostrato altre lacune su cui dover lavorare. Come la maggior parte delle partite della Serie A, la sfida tattica è stata impegnativa per entrambi gli allenatori: più che per la classifica, si è trattato di un crocevia importante per capire come proseguire nel percorso di due squadre che aspirano a rimanere nella parte alta della classifica.

By staff
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