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"Bergamo nel cuore"

Ludovica Pagani racconta il legame speciale con Bergamo e il tifo di famiglia per la Dea. Dalla rivista "Nerazzurro" distribuita domenica scorsa allo stadio


Bergamo nel cuore e l’Atalanta sono una tradizione di famiglia. Ludovica Pagani oggi si divide tra Milano e Roma, ma appena può cerca di tornare a Bergamo, nella sua Cologno al Serio, da mamma Rossana, papà Ercole e dagli amici di sempre.
Nonostante la popolarità, la ventinovenne DJ e presentatrice bergamasca ha mantenuto salde radici e autenticità. Discreta e riservata, Ludovica ha scelto di tenere lontano dai riflettori la propria vita privata, inclusa la relazione con Stephan El Shaarawy, attaccante della Roma e della Nazionale italiana, con cui è legata dal 2020.
Una scelta consapevole, condivisa anche dai suoi oltre 4 milioni di follower su Instagram, che la seguono per la sua energia, la spontaneità e i contenuti sempre genuini.
Bellissima, elegante, vera, Ludovica Pagani è anche una ragazza «multitasking». Laureata in Economia e con un master in Giornalismo sportivo, nel 2016 ha iniziato la sua attività social, prima di lavorare come giornalista sportiva per Sport Italia e come inviata nel noto programma Quelli che il Calcio.
E ancora: un canale YouTube con oltre 270.000 iscritti grazie al format Casa Pagani 2.0, tra ospiti speciali e interviste, ma anche programmi radiofonici. E ovviamente il lavoro da DJ (è stata la prima donna DJ a suonare in Egitto), che la porta in giro per l’Italia, senza mai dimenticare la sua Bergamo.
Contattata per l’intervista, Ludovica ha risposto senza esitazioni:

«Per me è un gran piacere».

Partiamo da Bergamo. Che legame hai oggi con la tua città natale?
Ludovica Pagani:

«Bergamo per me è casa. Ci torno appena posso: per ricaricarmi, per stare con la mia famiglia e le persone che mi conoscono da sempre. È una città che porto nel cuore».

Hai ricordi personali legati all’Atalanta?

«Sì, assolutamente. La prima volta che sono andata in uno stadio è stata proprio al Gewiss Stadium ed è stata anche la prima volta, anni dopo, che sono andata con le mie nonne a vedere Atalanta-Roma. Un'emozione incredibile.
Mio padre mi raccontava sempre che il nonno era un super tifoso dell’Atalanta e gli ha trasmesso questa fede calcistica».

La tua carriera è un mix incredibile: radio, tv, DJ set. Come riesci a tenere tutto insieme?

«Sono sempre stata una persona curiosa, con tante passioni, e ho avuto la fortuna e il coraggio di esplorarle. Ogni esperienza ha rafforzato l’altra. Ho cercato di costruire un percorso che mi rispecchiasse davvero».

Hai anche lavorato come giornalista sportiva. Ti piacerebbe tornare a occuparti di calcio in futuro?

«Assolutamente sì. Il calcio è stato il mio primo amore professionale, e Quelli che il calcio il mio debutto davanti al grande pubblico. Ho imparato tanto: il ritmo serrato, la diretta, la passione che muove tutto.
Se ci fosse l’occasione giusta, mi piacerebbe tornare a parlarne, magari in chiave nuova, più legata al racconto delle storie dietro le partite».

Com’è vivere così sotto i riflettori, mantenendo però autenticità?

«È una sfida continua. Ma la chiave per me è una sola: essere fedeli a sé stessi. Racconto quello che vivo, nel bene e nel male. La perfezione non esiste, ma l’autenticità sì e si sente. Il mio obiettivo è creare connessione, non solo immagine».

Se dovessi definire lo “stile Atalanta”, che parole utilizzeresti? E se l’Atalanta fosse un genere musicale, quale sarebbe?

«Per quel che riguarda lo stile Atalanta, direi concretezza, umiltà, determinazione. È una squadra che non molla mai, che costruisce nel tempo.
Se fosse un genere musicale, invece, direi techno minimale: pochi fronzoli, tanto ritmo, anima profonda».

Immagina: Gasperini ti invita nello spogliatoio a caricare la squadra con una playlist. Che tre canzoni metti?

«Partirei con Eye of the Tiger, un classico per accendere l’adrenalina. Poi Can’t Hold Us di Macklemore per spingere in alto.
E chiuderei con Born to Run di Springsteen, perché correre è anche una filosofia di vita».

Parliamo della tua storia con Stephan El Shaarawy. La vostra è una coppia molto riservata. È una scelta voluta?

«Sì, lo è. Viviamo in un’epoca in cui tutto è condiviso, spesso anche troppo. Noi abbiamo scelto di custodire certi aspetti della nostra relazione».

Atalanta e Roma sono entrambe in corsa per la Champions. Chi ha più possibilità secondo te?

«Domanda difficilissima! Speriamo passino entrambe».

Che effetto ti fa, da bergamasca, vedere l’Atalanta stabilmente in Europa?

«Un grande orgoglio. Chi come me è cresciuta a Bergamo sa quanto impegno e sacrificio ci siano dietro».

Un’ultima domanda: se potessi portare una sola cosa di Bergamo nella tua vita romana/milanese e una cosa di Roma a Bergamo, cosa sceglieresti?

«Il mitico POTA! Che non manca mai, ovviamente!
E da Roma a Bergamo? La cacio e pepe: senza dubbio!».


By staff
5 commenti
farabundo
02 Maggio 2025 | 08.32

apperò la dj....

Mauri62
02 Maggio 2025 | 08.11

Warrior, Riot.

crazyhorse200
01 Maggio 2025 | 20.31

Preferirei all entrata della Dea winner takes it all sammy hagar Dal Film Over the Top. Gasa

executioner341
01 Maggio 2025 | 19.33

Orgoglio bergamasco... 😂🤣🙏

Claudiopaul70
01 Maggio 2025 | 18.00

Ci voleva lei per fare capire alla proprietà che la canzone giusta per l'ingresso in campo delle squadre è Born to run del Boss e pensioniamo il canto funebre di adesso