Berisha: 'Vorrei restare all'Atalanta'
Il portiere albanese dell'Atalanta, Berisha ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Nel tempo libero sto imparando a pilotare i piccoli aerei. Mi aiuta un amico di Roma, non ho ancora il brevetto, ma vorrei prenderlo e un giorno lo farò. Saliamo su un piccolo aereo a quattro posti e facciamo anche qualche manovra acrobatica. Mi emoziona stare lassù, vedere l’infinito. Ti senti libero".
"Amavo il pallone, giocavo da centrocampista di sinistra. Un giorno il portiere si fece male, l’allenatore schierò me in porta e non sono più uscito: avevo dieci anni. Andai in Svezia per merito di Albert Bunjaku, attuale ct del Kosovo. Mi vide giocare, mi portò al Kalmar dove feci un provino di due settimane e andò bene".
"Sono soddisfatto per quello che ho fatto alla Lazio. Avrei reso ancora meglio se avessi ricevuto più fiducia. L’estate scorsa ho dovuto cambiare per forza: avevo bisogno di giocare da titolare. Ho parlato con il direttore Sartori e con Gasperini, che mi hanno dato fiducia. Le loro parole sono state importanti. Sapevo che l’Atalanta ha solide tradizioni in Serie A. Quindi mi sembrava la scelta giusta. Gasperini mi ha detto che avrebbe giocato chi lo meritava di più: questo mi bastava. Sportiello a inizio campionato ha fatto qualche errore, ma è molto bravo e poi tutti sbagliano. Io ho sfruttato l’occasione conquistando Gasperini con il lavoro quotidiano e le prestazioni in campionato, ma la concorrenza non mi spaventa. Adesso qui c’è Gollini che è bravo, giovane, ha già fatto buone cose".
"Il nostro segreto è lo spirito di gruppo. Abbiamo fame, desideriamo essere protagonisti in Serie A. Restano otto partite per raggiungere l’obiettivo: abbiamo le qualità per centrarlo, dipende solo da noi. Stiamo facendo la storia della società, ma i record non bastano, vogliamo l’Europa League. Non siamo ancora soddisfatti".
"Sogno di giocare la Champions: finora mi sono fermato ai preliminari. E meritarmi la porta di un grande club, in Italia o all’estero. I 7 gol presi a San Siro mi hanno fatto male. Serve tempo per dimenticare, ma non è facile. Però abbiamo reagito bene. Quando becchi sette gol è difficile rialzarsi, invece noi abbiamo vinto due partite senza prendere gol. Ci siamo incoraggiati a vicenda nella chat di squadra su WhatsApp. E poi quella partita è stata un insegnamento prezioso: dobbiamo sempre stare attenti. Forse ci era sembrato più facile giocare a San Siro contro l’Inter che al San Paolo dove battemmo 2-0 il Napoli facendo una grande partita. Questa è una realtà speciale: mai visto un legame così profondo tra squadra e città. Resterò? Ne parleremo più avanti, mi piacerebbe tanto".
fonte calcciomercato.com