30/10/2016 | 08.08
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Biava, cuore a metà: «Amo Juric e Gasp

Ha combattuto al fianco di Juric. Ha lottato al servizio di Gasperini. È nato a Seriate, provincia di Bergamo, e ha chiuso la carriera con la maglia della Dea. Ha giocato un anno e mezzo col Grifone ed è stato un idolo della Nord. Per Giuseppe Biava, Atalanta-Genoa è una partita speciale. Per l’ex difensore, oggi allenatore della Juniores del Pontisola (Serie D), il lunch-match di domani è la gara del cuore a metà, diviso tra un vecchio compagno («Uno di quelli che chiunque vorrebbe in squadra»), e l’allenatore che più lo ha segnato («Il migliore che ho avuto, il tecnico a cui mi ispiro»).

Biava, sa che ultimamente Juric l’ha definita “un artista nel rubare il pallone”?

«Sì, ho letto l’intervista e le sue parole mi hanno fatto molto piacere. In effetti è la qualità che mi riconoscevo anche io. Però, se non sbaglio, ha detto anche altro...».

Ehm...in effetti ha detto letteralmente: “Biava nudo era inguardabile, più storto di me”...

«Ecco, ricordavo bene: ha detto che abbiamo un fisico di me…(ride). Non posso dargli torto, però dai, lui era più brutto di me. Forse non si guardava abbastanza allo specchio...».

Solo per par condicio: Gasperini nudo com’era?

«Beh, no, lui non l’abbiamo mai visto. Per fortuna, direi…(ride ancora). Comunque si scherza. E Ivan è stato molto carino nei miei confronti».

Anche Gasperini, di recente, ha avuto parole dolci per lei e l’ha inserita tra gli elementi imprescindibili del suo Genoa…

«E lui è il miglior allenatore che ho avuto. Con lui l’Atalanta ha fatto un affare, è stato il miglior acquisto. All’inizio c’era scetticismo, ma gli serviva solo un po’ di tempo. L’Atalanta era abituata a un gioco difensivo, puntava solo a non prendere gol, a salvarsi. Gasperini sta facendo una rivoluzione, ma gli effetti si vedono: nelle ultime cinque gare ha fatto 13 punti e ha lanciato tanti giovani che senza di lui non avrebbero mai esordito...».

E di Juric cosa dice?

«Era un ragazzo di grande personalità. Se si incazzava non te le mandava a dire, ma si faceva sempre sentire, in campo e fuori. Era il primo ad affrontare la battaglia, suonava la carica. Lo vedevi che andava a pressare come una furia e ti veniva voglia di buttarti nella mischia per dargli una mano. E, anche se era brutto da vedere, era bravo anche con i piedi».

Ricordi?

«Il massimo sono i tre derby vinti su tre che ho giocato. Ricordo i raddoppi su Cassano: andavamo uno alla volta e lo menavamo...».

Si aspettava di vedere Juric in panca?

«Sì. Gli piaceva parlare di calcio, era un “malato” di Gasperini, lo studiava. Come tutti noi era affascinato dalle idee del mister. E poi Ivan ha viaggiato, ha giocato in Spagna, ha un bagaglio di conoscenze ampio e sul campo si vede. Ed è stato bravissimo a imporsi così velocemente».

Cosa hanno in comune Juric e Gasp?

«Le loro squadre giocano sempre a calcio, non a calcioni. Perin ha detto che hanno il fuoco dentro e concordo. Juric ti picchiava anche nelle partitine, non voleva perdere mai. Gasperini curava ogni particolare e non l’ho mai visto preparare una gara per pareggiare. Se vincevamo giocando male, si incazzava. Voleva che ce la giocassimo con tutti. Quello che dico anche io ai miei ragazzi: a proposito, siamo primi e ovviamente gioco col tridente...».

E lei si rivede un po’ in Izzo?

«Sì, pure lui cerca sempre l’anticipo, anche se fisicamente è messo meglio di me. Gli auguro una grande carriera»

Per chi tiferà domenica?

«Ho giocato un anno e mezzo nel Genoa ma è come se ci fossi stato dieci anni. Però sono bergamasco. E poi sono legato a Ivan ma sono molto affezionato a Gasperini. Mai come stavolta che vinca il migliore. Tanto sono sicuro che ci divertiremo...».

fonte ilsecoloXIX.it

By marcodalmen
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