23/06/2024 | 11.40
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«Bombe d'acqua (di traffico)» e picchi del calcio in live streaming



L'articolo che segue, a firma Martina Pennisi per il Corriere della Sera, fotografa con qualche spiegazione in più, le difficoltà avute per esempio da DAZN all'inizio della sua avventura di broadcaster internet del campionato italiano.

In estrema sintesi nell'articolo si afferma che al momento della prima stagione di streaming integrale su DAZN, non c'erano esempi nel mondo a cui fare riferimento per i dimensionamenti delle infrastrutture che devono reggere il traffico. A chi osservava che nel regno unito lo streaming era presente già da anni, è stato risposto che la dimensione del traffico per lo streaming della serie A non è paragonabile a quanto presente in terra di Albione. Per chi, non ancora annoiato dall'argomento vuole approfondire con numeri e dettagli tecnici, ecco l'articolo completo.

 

Estate 2018, Roma. Dazn non ha ancora fatto irruzione nel campionato di calcio italiano, ma sta per succedere. Netflix c’è ormai da mesi. Flavio Luciani, il direttore tecnico di Namex, è al telefono con il suo direttore generale, Maurizio Goretti. Si chiedono cosa accadrà quando la piattaforma inizierà a trasmettere per la prima volta la serie A in live streaming, in Italia: tre partite a settimana, in esclusiva. E arrivano alla conclusione che non sono in grado di fare previsioni. Staranno a guardare.

Ed è quello che hanno fatto. Da uno dei punti di vista migliori per comprendere quello che poi è accaduto: come il calcio ha trasformato irreversibilmente l’Internet italiana, la sua struttura tecnologica e tutte le aziende che fanno parte della filiera. Namex è infatti il punto di interscambio di Centro-Sud Italia: questo vuol dire che parte del contenuto fruito via Internet in Italia passa da Namex, e ha in Namex uno dei luoghi in cui si incontra chi fornisce accesso alla Rete agli utenti (gli operatori come Tim, Vodafone, Wind, Eolo, ecc) e chi gestisce e distribuisce i contenuti (i vari Netiflix, Dazn, Amazon, ecc).

Il primo passo di Dazn, del 2018, ha avuto un impatto relativo. «L’anno in cui è cambiato tutto è stato il 2021», spiega Luciani: Dazn prende tutta la serie A in esclusiva e, soprattutto, Amazon Prime Video porta un pacchetto di partite della Champions League solo online, il mercoledì sera.

E la curva del traffico cambia. Il picco: la massima competizione europea ha toccato 737 Gbps (gigabit per secondo) il primo maggio 2024 con la semifinale fra Borussia Dortmund e Paris Saint-Germain (1-0), trasmessa su Prime Video. Non si era mai visto niente di simile: «La serie A sulla nostra infrastruttura fa circa mezzo Tera, nel weekend, e Netflix con l’on demand di film e serie tv, non in diretta raggiunge circa 300-400 Gbps».



Una precisazione: il traffico di cui parla Luciani è quello dei piccoli e medi operatori, serviti dalle piattaforme attraverso i punti di interscambio. I grandi operatori, come Tim e Vodafone, invece, hanno accordi diretti con i vari Netflix e Danz per portare film, serie e partite nelle nostre case e sui nostri dispositivi: sono fisicamente presenti nel punto di interscambio, ma il loro traffico non è visibile e quantificabile. L’andamento delle curve, però, è proporzionale.

Tornando allo spaccato di Namex, un altro dato fotografa perfettamente il ruolo del pallone nello sviluppo della Rete nostrana: dal 2019, i picchi di traffico sono cresciuti da circa 87 al sopracitato 737 Gbps.



«Siamo un caso unico al mondo: da nessuna parte eventi così importanti e percepiti come tali vengono trasmessi solo online. Ci invitano a parlarne in tutto il mondo, per capire come l’abbiamo gestita e che problemi abbiamo incontrato. I britannici rispondono che avevano lo streaming da dieci anni, ma niente è paragonabile alla serie A e alla Champions in esclusiva, nel nostro Paese».

E gli Europei attualmente in corso in Germania? Fotografano un’altra tendenza, altrettanto importante: la trasmissione online in contemporanea a quella in tv, in chiaro. «Lo avevamo già osservato nel corso del Festival di Sanremo», spiega «quando un contenuto è trasmesso su entrambe le direttrici (tv tradizionale e streaming su Internet, ndr) lo streaming perde». Perde nel senso che cala rispetto alla media dello stesso giorno e orario della settimana precedente: la tv tradizionale rosicchia attenzione ai canali connessi e agli schermi dello smartphone.

Secondo Luciani, il prossimo settembre il ritorno del campionato potrebbe far segnare il superamento della soglia di un Tera di traffico, nel punto di interscambio. Per Namex e il resto della filiera non sarà tuttavia un’estate trepidante come quella di otto anni fa. All’epoca, ricorda Luciani, stavamo per essere colpiti da «bombe d’acqua (di traffico, ndr) alternate a pioggia normale e siccità: e non faceva bene al settore perché gli operatori, i medio-piccoli soprattutto ma anche quelli grandi, dovevano aumentare la loro capacità per eventi che si verificavano una volta alla settimana, per una durata di due ore. Per il resto del tempo il traffico era “normale”, quindi l’investimento necessario si rivelava poco sostenibile».

All’epoca vennero adottate varie azioni a supporto, come - da parte di Namex - la decisione di aumentare la capacità di tutti gli operatori di rete presenti sull’infrastruttura gratuitamente e attivare collaborazioni e dialogo con gli altri punti di interscambio in Italia.

La situazione dal 2021 «è migliorata anche in termini di copertura del territorio, con il divario fra Nord e Sud che sta diminuendo e la presenza, nel Centro-Sud, di un numero maggiore di content-delivery-network (reti di server che permettono ai contenuti di essere distribuiti in modo molto più veloce e semplice, ndr), datacenter e punti di interscambio (Namex ha da poco aperto anche a Bari e Napoli, ndr)». Guardando (più) avanti Luciani cita tecnologie in grado di trasmettere un contenuto minimizzando l’impatto che ha sul carico della Rete (come ad esempio il multicast) e tecniche di compressione del segnale più evolute. La partita è già iniziata.

 

 
By brignuca
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