03/01/2018 | 17.20
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Born to run by Belo

Stamattina non è mai stato così dolce per me alzarsi alle 6 per godere dell’ennesima impresa, la vittoria a Napoli.

Che questo avvenga mentre io non sono a Bergamo mi fa un po’ rabbia, ma ormai lo so, è il prezzo da pagare per questo successo!

E va bene così!

L’inizio di un nuovo anno è sempre tempo di bilanci e se mi guardo alle spalle quello che vedo è un 2017 meraviglioso che si è da poco concluso, un anno storico, unico, forse irripetibile.

Sebbene sia stato un anno pieno di gioie, se osservo attentamente, se analizzo la storia, se con mente lucida e obiettiva mi attengo ai fatti, comprendo come in realtà noi Bergamaschi e Atalantini troviamo la vera gioia solo nel momento in cui soffriamo.

Solo chi soffre, quando gioirà lo farà con grandi celebrazioni. Solo chi suda, quando esulterà lo farà con ancora più soddisfazione. A noi bergamaschi in fondo piace soffrire, perché diamo il meglio quando soffriamo, performiamo di più quando c'è da soffrire, é la nostra natura.

Il ruolo alla Rocky contro Drago é nel nostro DNA: prenderle quasi a sfinire noi stessi, e non mollare mai. Arrivare alla piena consapevolezza dell'insuccesso ed essere sempre pronti a rialzarci. Andare sotto con il Lione in Coppa e con la rubentus in campionato ed alzare la testa quando l'avversario già aveva pensato di averci domati.

Noi bergamaschi vogliamo soffrire, siamo un po' masochisti in questo. Ci piace farci vedere deboli, ci piace essere gli underdogs, ci piace non essere i primi della classe. Ci é sempre piaciuto! Noi non siamo la grande piazza, noi siamo la piccola grande piazza e questo ci gasa da impazzire. Più di qualsiasi altra cosa!

Noi bergamaschi esultiamo per una scivolata che chiude il tiro all'avversario come Caldara in francia o Hateboer a San Siro. Noi bergamaschi accogliamo la squadra a Zingonia dopo aver preso 7 pere a Milano. Noi bergamaschi applaudiamo la nostra squadra che retrocede. Noi bergamaschi festeggiamo la sofferenza, la celebriamo. La rincorriamo.

Quando ero piccolo dal parterre ho visto Rampulla pareggiare quando giocava nella Cremonese e sebbene quello fosse il primo gol su azione di un portiere e fossimo noi a subirlo, due motivi per i quali c'era gran poco da festeggiare, ricordo perfettamente che mio padre, bergamasco fino al midollo, mi guardò, si mise la sua immancabile sigaretta in bocca, alzò le spalle e lo applaudí.

Io con lui e con tanti altri, applaudimmo la sofferenza.

Oggi io con lui e con tanti altri, assaporiamo la gioia.

Grazie papà per avermi fatto Bergamasco e Atalantino.

Grazie Atalanta per incarnare lo spirito della tua Città.

Forza Atalanta da Melbourne

By staff
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