Cosa sia stato personalmente per ciascuno di noi il 2017 lo sappiamo già per averlo vissuto. Cosa sia stato per la nostra squadra del cuore lo sappiamo allo stesso modo.

Ma mentre le nostre vicende personali, i nostri trionfi e le nostre sconfitte sono scritte solo nei nostri ricordi e nelle nostre esperienze, per quanto riguarda l'Atalanta saranno gli almanacchi a raccontare il magico anno che ci lasciamo dietro, probabilmente il piu' bello tra i quelli trascorsi nei 110 anni di vita della Dea. Se non il piu' bello è sicuramente tra i primi cinque ma, insomma, siamo li'.

La conclusione di un anno cosi' fantastico è stata interlocutoria: una sconfitta casalinga con il Cagliari che forse ridimensiona le nostre velleità e che, pero', torna a farci ricordare chi siamo sempre stati e cosa stiamo cercando di raggiungere. La salvezza sembra ormai un ricordo di un passato lontano che in effetti, in termini cronologici, non è lo è affatto, e l'impianto societario e tecnico sono diventati tali da garantirci anni di soddisfazioni piu' o meno grandi.

Non dimentiamo chi siamo, non dimentichiamo da dove veniamo e cosa siamo sempre stati e come la storia del calcio italiano ci abbia assegnato il ruolo di chi ha guadagnato i propri successi un centimetro alla volta e senza sconto alcuno, con la tenacia e la perseveranza tipica del territorio che questa squadra rappresenta. Solo cosi' potremo incassare senza accusarli gli inevitabili incidenti di percorso e costruire sugli errori un futuro ancora piu' radioso di quanto già non lo sia stato finora.

BUON 2018 ATALANTINI!