Il calciatore di dicembre 2019: Dejan Kulusevski
Il giovane esterno del Parma è il vincitore del premio “Calciatore del mese AIC”.
Il primo settembre, alla sua seconda partita in Serie A con la maglia del Parma, Dejan Kulusevski aveva già servito due assist. Non ha avuto bisogno di un fisiologico periodo d’ambientamento per capire i tempi e i modi della Serie A. Non gli è servito capire come integrarsi in una nuova squadra, in un nuovo ruolo, con compagni con cui non aveva mai giocato. A 19 anni sarebbe stato normale, ma Kulusevski non ha niente di normale.
I primi due assist in Serie A alla seconda giornata raccontano Kulusevski. Il primo controllo grezzo ma poi la rapidità di pensiero nel primo assist; l’intelligenza e la visione nel cross per il secondo assist.
Non è normale il suo fisico, che lanciato in corsa pare un blindato con spuntoni aguzzi sui lati. Non è normale la sua visione di gioco, capace di far passare il pallone attraverso un foro di spillo per servire un movimento in profondità. Non è normale il suo impatto con la Serie A e non è normale che questo impatto, a tre mesi dal suo esordio e a due dal primo pezzo che gli abbiamo dedicato, non si sia attenuato affatto.
E così Kulusevski chiude il 2019 – l’anno in cui ha esordito tra i professionisti e si è affermato come uno dei migliori classe 2000 in Europa – vincendo il premio Calciatore del mese AIC di dicembre. Nelle premiazioni succede a un altro grandissimo rifinitore come Luis Alberto, anche lui protagonista di un altro eccezionale mese (dopo aver già vinto il premio per novembre). Nelle votazioni invece Kulusevski ha sconfitto Cristiano Ronaldo, autore di 4 gol in 3 partite nel mese, di cui uno tra i più belli della sua carriera. Ma anche Cristian Ansaldi e Amadou Diawara, il primo autore di tre reti e il secondo cervello e motore di una Roma in grande forma. Tra tutti loro se Dejan Kulusevski è quello che esprime il talento più futuristico non è solo perché è il più giovane, ma anche perché il suo stile di gioco sembra atterrato da un’epoca in cui gli atleti sono ancora più grossi e più veloci di quanto già non siano ora. Il suo mese di dicembre lo ha confermato. Il Parma ha vinto due partite in trasferta e pareggiato l’ultima in casa, in una situazione d’emergenza, e Kulusevski è stato semplicemente devastante in ognuna di queste partite.
Contro la Sampdoria, in una partita difficile, ha aiutato la squadra a risalire il campo e a respirare con qualche strappo, le sue difese del pallone e qualche fallo rimediato. Contro il Napoli, al San Paolo, nella vittoria forse più prestigiosa di una stagione in cui il Parma ha battuto anche la Roma, ha servito un assist e fatto un gol. Dopo appena due minuti ha approfittato di un errore di Koulibaly per andare verso la porta. Il centrale senegalese è addirittura caduto per provare a rimontarlo. Quando Kulusevski corre in verticale e ha molto spazio davanti c’è qualcosa di irreversibile nell’aria. Poi ha condannato il Napoli al 93’ servendo l’assist per il gol vittoria a Gervinho. Non l’assist migliore della sua stagione, ma comunque un passaggio in cui ha dimostrato una freddezza perfetta.
Nell’ultima partita, poi, contro il Brescia, ha servito l’assist nei minuti di recupero a Grassi. Uno di quei cross all’ultimo pallone giocabile, che hanno la forma di preghiere, ma che se partono dal sinistro di Kulusevski diventano incantesimi, formule che fanno succedere cose. Era una partita complicata, in cui il Parma si è difeso per lo più nella propria metà campo contro una delle squadre più in forma nelle ultime giornate. Doveva fare a meno di Cornelius e Inglese, e Gervinho è uscito per problemi fisici a metà partita. In questo contesto Kulusevski ha confermato una capacità di fare cose decisive e di prendersi le responsabilità non comune a neanche vent’anni.
suo stile di gioco, del resto, è ambizioso. Kulusevski non è un talento cerebrale, riflessivo. Gioca col piede schiacciato sull’acceleratore. Non conosce pause né intermezzi nelle partite. A questo forse si riferisce il suo tecnico quando dice che per giocare a centrocampo «è ancora leggerino come struttura di pensiero». Quando riceve palla sull’esterno il suo primo pensiero è trovare una strada per la porta, in conduzione, o con una verticalizzazione improvvisa. Il Parma di D’Aversa glielo lascia fare, ed è molto importante per un talento così giovane e irruente potersi permettere il lusso di non pensare troppo.
Il segreto della grande stagione dei ducali, che in questo momento sono al settimo posto, appena fuori dalla zona europea, è fare le cose semplici, mettere tutti i giocatori in condizione di nascondere i propri difetti. I difensori possono difendere vicini alla propria porta; gli attaccanti correre in spazi ampi. Il Parma è una delle squadre più dirette del campionato. Al contempo quest’anno riesce però ad alternare le transizioni lunghe tipiche anche dello scorso anno con momenti in cui la manovra si calma e diventa più palleggiata. È stata forse la scelta di D’Aversa e della dirigenza per migliorare rispetto a un girone di ritorno dello scorso anno piuttosto negativo. Così dal mercato estivo sono arrivati due centrocampisti di qualità come Brugman ed Hernani. Il Parma allora può essere più versatile nei suoi attacchi, e modulare le velocità a seconda dei momenti della partita.
Kulusevski però è quello che ha aggiunto qualità e pericolosità negli ultimi metri. Quest’anno il Parma segna 1,4 gol a partita, contro l’1,07 dello scorso campionato. Nonostante il centravanti titolare, Inglese, non giochi ormai da due mesi. Kulusevski ha già servito 7 assist e segnato 4 gol. Ha 2.5 passaggi chiave per novanta minuti e 2.2 dribbling riusciti. Ma Kulusevski non fa tutto questo anche grazie al fatto che può riposare senza il pallone (come per esempio Gervinho). Il Parma gioca con un 4-3-3 in fase offensiva, che in quella difensiva diventa spesso un 4-4-2, con Kulusevski a coprire tutta la fascia destra. Qualcosa che può fare grazie all’esuberanza dell’età e a dei mezzi atletici da quattrocentista. Kulusevski è il secondo calciatore per chilometri percorsi nel campionato italiano, subito dietro Marcelo Brozovic. Tolti i mediani, però, è di gran lunga il giocatore offensivo che ha corso di più, addirittura 1 km in più a partita rispetto al secondo (Lorenzo Pellegrini).
Una statistica che conferma i mezzi fisici fuori dal comune di Kulusevski, ma anche il suo spirito di adattamento in un sistema che gli chiede di fare cose in ogni fase del gioco. La sua caratteristica migliore consiste forse nel riuscire a mantenere alta la qualità delle sue esecuzioni tecniche anche ad alta velocità. Per questo la sua signature move, l’azione che lo definisce meglio, è il filtrante in corsa dopo il taglio dall’esterno verso il centro. Come ha detto D’Aversa: «Se gioca fra le linee, parte largo e si accentra può essere devastante».
Kulusevski, ricordiamolo ai più smemorati, è di proprietà dell’Atalanta. A inizio anno vedevamo nel suo prestito al Parma un sintomo di salute dei bergamaschi, il fatto che si potessero permettere di cedere in prestito un talento del genere. Oggi le sue prestazioni sono salite di livello al punto che ci si chiede se l’Atalanta non abbia sbagliato a privarsene, e se non farebbe bene a riportarlo a casa a gennaio. Nel frattempo Kulusevski è circondato da voci di mercato, in particolare quelle che le vorrebbero già a gennaio nell’Inter di Conte (voci alimentate anche dal suo agente, che d’altronde fa il suo lavoro e ha detto che il ragazzo è pronto a una nuova sfida già nel mercato invernale). Non sarebbe facile immaginare Kulusevski nel 3-5-2 dei nerazzurri. Per doti fisiche potrebbe benissimo fare l’esterno, ma gli richiederebbe forse davvero troppo in fase difensiva e ne verrebbero sacrificate fin troppo le possibilità tecniche. Per fare la mezzala dovrebbe imparare a modulare di più la propria velocità e il rischio nelle giocate, ma a neanche vent’anni, e con quel talento, tutto si può imparare.
Come ha di recente dichiarato D’Aversa, però, forse Kulusevski farebbe meglio a rimanere a Parma fino alla fine dell’anno. Lo spazio e il contesto che i gialloblù gli stanno offrendo non vanno dati per scontati: «La società sa quanto sia importante il giocatore. Non so chi avrebbe dato a lui queste possibilità. E credo che sia giusto dargli continuità».
fonte ultimouomo.com