CALMA E GESSO
Per chi come me ha un po' di anni sulle spalle l'espressione del titolo, rievoca tempi passati, in cui l'Atalanta alternava stagioni tra serie A e serie B e persino una stagione in serie C. Tempi che nessuno di noi vorrebbe più rivivere dopo i fasti degli ultimi anni, ma che fanno comunque parte della storia dell'Atalanta che da sempre è considerata una squadra provinciale.
Negli ultimi 9 anni l'Atalanta ha fatto uno scatto di crescita impressionante e impensabile fino all'arrivo di mister Gasperini che ha saputo, insieme alla società, far scalare posizioni in classifica alla squadra, sia in serie A che nel ranking europeo fino ad entrare nell'elenco delle migliori società d'Europa.
La conquista dell'Europa League ha suggellato con un trofeo, tutti questi anni ricchi di risultati straordinari rispetto alla storia della società dall'anno della sua fondazione. Grazie a questi 9 anni di successi, l'Atalanta è diventata un modello da seguire che tutte le società emergenti in Italia ed in Europa, vogliono cercare di imitare.
Nel contempo è cresciuta anche la società Atalanta, con il centro sportivo di Zingonia, il Gewiss Stadium, i negozi ecc., che hanno contribuito alla diffusione del brand Atalanta.
La società ha raggiunto una solidità finanziaria grazie ad anni di buona gestione ed ad operazioni di mercato mirate, con valorizzazione dei giocatori. Sono arrivati nuovi soci americani che hanno contribuito ad elevare la solidità finanziaria della società e che hanno mantenuto la struttura esistente alla guida della società stessa.
Negli anni sono avvenuti numerosi cambiamenti nella squadra, sono partiti giocatori importanti come Zapata, Ilicic e Gomez e sono stati sostituiti con altri giocatori importanti che sono stati plasmati dal mister, mantenendo sempre un livello elevato di successo.
Oggi l'Atalanta non è più la stessa squadra che lottava per la salvezza e questo è un dato di fatto, nessuno vuole tornare indietro tanto meno la società che ha costruito il mondo Atalanta che comincia ad avere riscontri a livello europeo e mondiale.
Se il mister dopo 9 anni ha scelto di lasciare la squadra, bisogna accettare la sua decisione e lasciarlo andare. La società non può fare niente, se non sostituirlo al meglio per non perdere in competitività il prossimo anno.
Come dice un vecchio detto: "per fare una croce occorrono due legni" ed in questo momento, stando a quanto emerge dalle notizie degli ultimi giorni, sembra che ce ne sia solo uno.
Nei prossimi giorni si saprà qualcosa di più e ci auguriamo che se il mister andrà via da Bergamo, ci sia la possibilità di salutarlo adeguatamente.
Nel frattempo non facciamoci prendere dal mal di pancia e lasciamo lavorare in silenzio la società che sa quello che deve fare per costruire una squadra all'altezza della Champions che sarà ancora casa nostra anche il prossimo anno.
Non è questo il momento di criticare ed alzare il livello della tensione che può solo complicare ulteriormente le cose, anche per la scelta del nuovo tecnico che si troverebbe, oltre che a succedere ad un allenatore vincente, anche una piazza che contesta la società.
I giudizi come sempre vanno emessi alla fine del campionato, pertanto "calma e gesso".
