13/06/2022 | 11.39
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Cambiare tutto, per non cambiare niente by Albo

Cambiare tutto per non cambiare nulla. Niente di nuovo sul fronte orobico, a parte le numerose voci di mercato che si susseguono come stormi di rondini agli albori della primavera.

Niente di nuovo, a parte le solite dichiarazioni piccate (e come biasimarlo) del Gasp, colme di rabbia, stupore, sconcerto, ma non di certo di uno che vuole mollare la nave nel bel mezzo della tempesta.
La palla passa quindi alla società che deve decidere quale delle tre vie mostrate dal vate di Grugliasco bisogna percorrere, perché solo una volta intrapresa quella strada si potrà sapere cosa bisogna fare.
Ecco spiegato perché al momento tutto tace, o meglio, in tanti parlano, ma le parole non corrispondono ai fatti.
Giocatori virtualmente già venduti (Carnesecchi), elucubrazioni sul mancato riscatto di Demiral, quella decina di giocatori che sarebbero in esubero e che nessuno però calcola di striscio, la voglia di rinnovamento e perché no di continuare a sognare in grande con nomi da playstation come Luis Suarez, inacquistabile in tutti i multiversi possibili e inimmaginabili.
Però a questo punto il sottoscritto una domanda se la pone: Come dobbiamo interpretare questa confusione? Un punto di non ritorno, una fase di stallo, una pausa di riflessione globale di entrambe le parti o semplicemente puro caso?
Nessuna è giusta, nessuna delle ipotesi è sbagliata, semplicemente perché al momento non si sa quale sia la risposta corretta.
Il passaggio alla società americana rappresenta senza dubbio un adattamento al nuovo “regime”, ma non significa necessariamente appoggiarlo in pieno ed esserne fautori.
Un tipico caso di Gattopardismo, quindi, e proprio come nel celebre romanzo, forse le parole pronunciate dal nipote del principe di Salina calzano a pennello: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
Una frase studiata e analizzata da molti, ma che per quanto mi riguarda ben si addice alla nostra situazione: urge rimanere fedeli alla propria filosofia, dando più spazio ai giovani, pur però mantenendo i big, in un mix alchemico che solo il mago Gasp può ritrovare.
E allora ben venga la possibile rivoluzione, l’unica strada da sempre percorsa dal tecnico di Grugliasco, perché i calciatori passano, ma le idee innovative di Gasperini restano, e spesso portano decisamente frutto

 

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