13/01/2018 | 01.37
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Caos FIGC. E noi staremmo supportando Lotito

da tuttosport.com:
Figc, 11 club lanciano Lotito. E Lega di serie A è senza candidato
Il presidente uscente Tavecchio: «In assemblea non sono state presentate candidature singole»

A due mesi dal disastro della Nazionale, la Lega Serie A è ancora spaccata sul nome a cui affidare la ricostruzione del calcio italiano. Mancano solo due giorni dal termine per presentare le candidature per le elezioni federali e nel caos politico si fa largo Claudio Lotito: ha annunciato avere il sostegno necessario di undici club (o 12 addirittura), senza però mostrare il documento con le firme, nel corso di un'assemblea al termine della quale la Lega locomotiva del movimento non ha indicato un proprio candidato, né ha dato l'endorsement a uno di quelli già in corsa per le elezioni del 29 gennaio, il n.1 dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi, quello della Lega Pro, Gabriele Gravina, o Cosimo Sibilia, che domani a Roma riceverà l'investitura dalla sua Lega nazionale dilettanti. Anzi, i club che non sostengono il presidente della Lazio a questo punto non sarebbero così contrari all'arrivo di un commissario in Figc e lo lascia intendere anche il prossimo appuntamento, fissato solo il 22 gennaio, quando verranno aperte le offerte per i diritti tv. Fra questi risultano Inter, Juventus, Roma (assente in assemblea, con i dirigenti a Londra per il summit con Pallotta), Fiorentina, Bologna, Sassuolo, Torino, mentre al fianco di Lotito ci sarebbero Napoli, Milan, Genoa, Chievo, Verona, Udinese, Crotone, Atalanta, con una serie di società la cui posizione non è chiara: Sampdoria, Spal, Cagliari, Benevento.

Il n.1 della Lazio ha tempo fino a domenica per depositare la candidatura, poi potrà cominciare la ricerca di consensi fuori dalla Serie A (12% del peso elettorale). In Lega B difficilmente troverà l'appoggio di tutti i 22 club (5% dei voti), visti i duri scontri degli ultimi mesi, in cui da patron della Salernitana ha tentato la scalata al vertice di una categoria spaccata a metà. Per assicurarsi un posto nel consiglio della Figc, ha giocato su due tavoli: in Lega B e in A, dove ha proposto vari candidati presidente (anche con un inedito asse con la Juve). E forse è sempre quello il traguardo dietro l'annuncio di correre per il vertice della Figc, lanciato in assemblea dopo aver partecipato (col commissario Carlo Tavecchio, il presidente del Torino Urbano Cairo, l'ad del Milan Marco Fassone, quello della Juve Beppe Marotta) alle consultazioni con le altre componenti. Ha iniziato il candidato con la base elettorale più forte, il 34% della Lnd: "Il calcio di base e quello di vertice potrebbero ricostruire l'asse storico che c'è sempre stato", ha detto Sibilia.

Di asse forte ha parlato anche il presidente della Lega B, Mauro Balata. Renzo Ulivieri ha definito sconveniente puntare su uno dei vice di Tavecchio (come lo stesso Sibilia), e dopo aver proposto ieri Walter Veltroni ha tirato fuori la carta del giornalista Matteo Marani. Il presidente degli allenatori (10%) non ha accettato la candidatura al buio prospettata dalla Serie A, e così ha fatto Tommasi, che difficilmente andrà oltre il 20% dell'Assocalciatori. La Serie A alla fine non ha indicato nessun nome, come invece invocava "per responsabilità" Marcello Nicchi, il presidente degli arbitri (2%), che "non voteranno al primo turno se si arriverà con tre candidati". "Emergono fratture nella Serie A", ha raccontato Gravina e i fatti hanno confermato le impressioni del presidente della Lega Pro (17%). "L'assemblea non si è pronunciata su una candidatura né su una candidatura di appoggio - ha preso atto Tavecchio -, dopo domenica si vedrà". E non è detto che tutti i 3-4 candidati arrivino in fondo


da corriere.it
Elezioni Federcalcio, è caos: Lotito tenta il golpe. Almeno 3 candidati in ordine sparso
In Lega di serie A 11 club con il patron biancoceleste, gli altri per l'ipotesi commissario. In via Rosellini è il caos.

Lotito tenta il golpe e spacca la Lega: 11 club lo seguono, gli altri chiedono il commissariamento. In via Rosellini è caos assoluto. Con velleità di porsi al centro del movimento calcistico italiano in vista delle elezioni federali del 29 gennaio, venerdì la Lega di A (da nove mesi governata dal commissario Tavecchio e ancora incapace di rinnovare i propri organi) ha toccato uno dei punti più bassi. Dopoché una commissione ristretta di cinque elementi — Carlo Tavecchio, Urbano Cairo, Giuseppe Marotta, Claudio Lotito e Marco Fassone — ha ricevuto tutti i vertici delle componenti federali per conoscere i programmi, dopo aver relazionato l’assemblea, i presidenti non hanno appoggiato nessuna componente e nemmeno espresso un loro candidato. «In assemblea non sono state presentate candidature singole» ha spiegato Tavecchio. In realtà il presidente della Lazio, dopo aver cercato senza riuscirci di strappare una candidatura da parte dell’assemblea a presidente federale («non mi volete solo perché mi chiamo Claudio Lotito» ha tuonato, «ti sbagli, non ti spingiamo per come hai gestito il potere negli ultimi anni» ha replicato Cairo), ha annunciato di avere dalla sua parte 11 società pronte ad appoggiarlo senza però mostrare le firme. Lotito intende ballare da solo, coltivando in cuor suo il diabolico progetto di diventare n°1 della Figc, parlamentare (si candiderà alle elezioni con Forza Italia o il quarto polo della destra) e proprietario della Lazio, sulla scia di Antonio Matarrese che all’epoca era deputato della Dc e patron del Bari. Ha l’endorsement di Napoli, Milan, Genoa, Chievo, Verona, Udinese, Atalanta, Crotone, Benevento e Sampdoria. L’ala riformista, guidata da Juventus, Torino e Inter, urla al conflitto di interessi (di certo dovrebbe lasciare la presidenza della Lazio) e, stante l’ingovernabilità della Lega, invoca l’intervento del Coni per commissariare la Figc. La confusione è totale: dopoché Tommasi e Gravina hanno già avanzato la propria candidatura, oggi tocca a Sibilia della Lega Nazionale Dilettanti. Lotito ha tempo fino a domani sera. Con 4 potenziali candidati alle elezioni del 29 diventa pressoché impossibile arrivare a una maggioranza di larghe intese e procedere alle riforme di cui il calcio italiano necessita. Lotito ad esempio conterebbe sui voti di qualche società di A e di B ma ha contro i giocatori, gli allenatori, la Lega Pro e i Dilettanti. Il Coni fa sapere di non poter agire d’imperio e guarda con sgomento alla situazione della Lega che un mese fa all’unanimità ha votato la proroga di Tavecchio: solo il consiglio federale potrebbe chiedere a Malagò il commissariamento della Figc. Ipotesi sulla carta irrealizzabile viste le ruggini fra Tavecchio e il n°1 del comitato olimpico. «Da qui al giorno delle elezioni sarà un enorme suk» dice uno spettatore del teatrino. Difficile dargli torto.

By staff
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