11/01/2024 | 16.15
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Casarin, riflessioni sul VAR

Dopo i quarti di finale della coppa nazionale tra Roma e Lazio e Milan e Atalanta, l’ex arbitro Paolo Casarin ha detto la sua sul Corriere della Sera: “La Var merita una riflessione seria, appassionata. È stata adottata per disperazione: l’arbitro in uno stadio di serie A, con tanta difficoltà di gestione tecnica, era l’unico a decidere da solo, e soprattutto subito, per dimostrare ai calciatori sicurezza tecnica.

Ma chi è il Var? È un arbitro che ha finito la carriera o che ha interrotto il percorso per insufficienza tecnica. Un arbitro può passare dal campo all’analisi televisiva senza una preparazione specifica? Per cercare l’errore dell’arbitro deve osservare una quantità di posizioni e contatti in area? Non è che si trasforma in un ricercatore di falli a tutti costi? Non è che pensa di essere un nuovo arbitro con doti superiori? E si mette in competizione con l’arbitro in campo? E poi con i nuovi orientamenti sui falli, se un arbitro fischia poco (20 falli) significa che ha perso almeno 6-7 falli veri, e poi ci sono una decina di falli al 50% che saranno fischiati o dimenticati. Solo 25 sono falli veri. Ma il Var e l’arbitro la pensano uguale sui contatti? Perché è stata tolta l’involontarietà dei tocchi di mano? Tanti dubbi e tanto lavoro per ritrovare il buon arbitraggio. Forza”.

Tmw.com

By staff
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