Chi spende di più vince di più?
La scorsa settimana abbiamo affrontato l'argomento dei soldi, indispensabili nel calciomercato. Abbiamo cercato di capire se davvero le vittorie erano determinate dai soldi, soprattutto in Europa. E in alcune situazioni non era poi così scontato che chi più spendesse dovesse per forza vincere. C'entra poi il campo, le scelte dell'allenatore. Di sicuro aiuta, ma non basta da sola.
Ma questo vale in Europa, dove comunque ci sono delle gerarchie che non sempre sono rispettate. Ma in Italia? Come funziona in Italia? Sarri parla di fatturati, Suning vuole scardinare le classifiche degli ultimi anni a suon di miliardi. È questa la strada? O c'è speranza? Quando si dice che la Juve ha già vinto il campionato è la verità?
Vediamo come va a finire questo campionato ma intanto ci sono alcuni dati su cui riflettere: la Juve negli ultimi due anni è nettamente la squadra che ha avuto un disavanzo maggiore sul mercato, quindi di sicuro quella che ha speso di più. 308 milioni di euro, con la spesa maggiore sostenuta prima di questi cinque anni quando la coppia Marotta Paratici venne chiamata da Agnelli per far tornare la Juve grande. In seconda posizione c'è il Napoli, in questi ultimi 10 anni di mercato: 215 milioni spesi. Non a caso sono le due squadre (insieme alla Roma, quarta con 122 milioni di disavanzo) che si sono giocate il campionato in questi ultimi anni. La sorpresa, se volete, è l'Inter 188 milioni, terza in questa speciLe classifica, ma da troppo tempo lontana dalle posizioni prelibate nell'altra di classifica, quella del campionato. Poi se andiamo a confrontare queste spese con i risultati sportivi ci accorgiamo che spesso i conti non tornano. La sorpresa in positivo c'è sempre, ma almeno negli ultimi anni c'è solo oer quanto riguarda il posto in Champions League. La Lazio due anni fa, l'Udinese nel 2011, o la Samp nel 2010 (allora la grande esclusa era proprio la Juventus) con il Palermo addirittura quinto. Oppure la Fiorentina che stabilmente è nelle prime 4/5 posizioni pur avendo il saldo in negativo ma di soli 5 milioni e mezzo).
Tutto questo viene ancor di più accentuato negli ultimi cinque anni. Perché la Juventus ha saputo amministrare le spese. È la seconda come disavanzo sul mercato con 109 milioni di saldo negativo ma in classifica è sempre stata prima. L'Inter che ha speso notevolmente di più (-154) non è riuscita ad imporsi in questi anni (ma ha la prospettiva di farlo, partendo proprio da questa stagione in cui si concentra la maggior parte di questa spesa). Addirittura senza i -117 milioni l'Inter avrebbe un meno 37 in linea con i risultati sportivi degli ultimi anni. Ecco perché la lotta al secondo posto sembra essere aperta, almeno nei numeri e nel mercato. Napoli e Milan sono quelle che hanno un rosso più alto (rispettivamente -50 e -60), poi Lazio (-37,5), Sassuolo (-34) e poi Roma (-28) che sta cercando una sorta di autofinanziamento societario che però alla lunga potrebbe non essere producente (anche se necessario).
Quindi si conferma? Chi più spende meglio va? A giudicare da questi primo approccio sì, ma date un'occhiata agli esempi che potremmo definire virtuosi: la Fiorentina come detto stabilmente fra le prime in questi 5 anni ha un saldo positivo di 30 milioni. L'Udinese che è vero che negli ultimi anni ha perso competitività a livello nazionale (lo scorso anno ha addirittura rischiato la retrocessione) ha un attivo di 109 milioni di euro. Forse sono solo dei casi isolati, ma in modi diversi sono due realtà in cui si cerca di coniugare il risultato sportivo con quello economico. Poi ci sono quelli che hanno incassato molto come il Palermo (52 milioni) o la Samp (piu 13) che per forza hanno indebolito la loro rosa rispetto alle passate stagioni. Ma magari hanno l'obiettivo di diventare come l'Atalanta, stabilmente in A ma con un attivo negli ultimi cinque anni di 30,6. Che è anche il sogno dell'Empoli (centrato la prima stagione in A): vendere e salvarsi... il bello è che il trend dell'Atalanta rimane anche prendendo in considerazione un periodo di tempo più lungo (i 19 anni) a testimonianza del dna bergamasco, così come quello del Palermo. Per non parlare dell'Udinese: i soldi incassati nell'arco dei dieci anni sono 212 milioni.
Alle volte i soldi e le analisi di mercato non riescono a fare una buona classifica perché poi parla il campo. Ma in generale sul lungo periodo, quello su cui dovrebbero essere valutati gli operati dei direttori sportivi e dei dirigenti calcistici in generale, difficilmente ci si sbaglia...
Luca Marchetti
tmw.com