Ci contiamo, maestro. by Renato
Non ho mai parlato con Josip. I miei contatti con lui sono veicolati dai collegamenti televisivi che il sessantacinque pollici porta direttamente nel mio salotto e che mi dà modo di analizzarlo da vicino, sempre mediante tentativi di osservazione attenta, in campo od ai margini. Josip ,perennemente in atteggiamento serio e concentrato, richiama alla mente la figura dei grandi direttori d'orchestra, quale Von Karajan, di cui, a livello calcistico, pareggia la valentia.
Le sue meraviglie prendono forma e sostanza all'inizio della gara, con movimenti leggeri, rapidi , che pare sfiorino il terreno , carezzandolo, per librarsi in geometrie imprevedibili, che subito assorbono l'attenzione di tutti. Gli avversari, nel tentativo di intercettarlo, si vedono sfilare da un'ombra leggera,imprendibile ed impalpabile, che danza e porta con se tutte le attese del pubblico: si cerca invano, di anticipare la comprensione delle movenze a venire e si viene rapidamente dribblati, ineluttabilmente, come gli avversari lasciati alle spalle.
Le movenze si susseguono in vortici, talvolta contenuti e frenati dagli avversari, ma ripresi, subito dopo, come un cammeo dell'araba fenice, che, dissoltasi in cenere, riprende rapidamente forma e dinamica, seguitando ad incantare.
Le immagini si susseguono, incalzanti, accompagnate dai battiti crescenti del cuore di tutti noi, silenzioso sottofondo che accompagna la palla predestinata a finire in rete.
L'esplosione dell'entusiasmo , contagiosa quale certamente è, gli ha regalato pulsioni ancora più intense al suo show e le sue reti si sono multiplate, facendomi pensare, con dolcezza, al suo rientro a casa, con il pallone trofeo delle triplici marcature.
Mi piace chiamarlo maestro per il fatto di fondere il massimo della qualità ed i segreti di un incantatore unico, e mi risulta sempre inaccettabile pensare che, un campione come lui, abbia potuto essere liquidato da una Firenze, famosa per disfarsi con troppa leggerezza, dei suoi figli migliori, come Dante, per dirne uno, svendendolo colpevolmente.
Bergamo e l'incontro col Gasp hanno dato la giusta evidenza ai suoi pregi spesso disconosciuti, trasmettendogli grinta e volontà, atte a farne uno dei numeri uno in Europa.
Ilicic è una delle nostre punte di diamante ed in questi ultimi tempi ha maturato i frutti di una classe, mai sufficientemente supportata. Da noi si è davvero realizzato ed è felice di difendere i nostri colori. Come del resto tutti noi, siamo orgogliosi del nostro Giuseppe, atteso ora agli appuntamenti più importanti.
Ci contiamo, maestro
Renato
By sigo