25/11/2016 | 13.00
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Bella intervista di Colantuono sulla Gazza

Intervista pubblicata ieri sulla Gazzetta (estratto)

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Stefano Colantuono: cosa pensa un allenatore di 54 anni che dopo 5 campionati in A resta senza squadra?

«L’ho presa con filosofia. Non mi era mai successo, da quando al­leno ho sempre fatto il ritiro esti­vo. Ma un po’ di riposo dopo tanti anni tosti ci voleva».

Era finita male a Udine.

«Un esonero strano: la squadra si è salvata con 39 punti, ma 30 li avevo fatti io. E non eravamo distanti dal decimo posto, quindi in linea con la storia dell’Udine­se. A fine andata eravamo a quo­ta 24, a metà classifica. E’ stato un esonero un po’ forzato, non ne vedevo la necessità, infatti non è cambiato molto. Ma ri­spetto sempre le scelte delle pro­prietà».

In precedenza anche a Bergamo, dove era iniziata bene, è stato esonerato.

«Una storia completamente di­versa, un momento particolare della mia carriera: la decisione fu concordata con Marino, era la cosa migliore. Ma sono rimasto in rapporti di grande stima e af­fetto con il club».

Colpa del coinvolgimento nel calcioscommesse?

«Forse sì, ho sofferto molto. Non puoi non pensarci, ero molto in­ fastidito, però avevo la coscien­za a posto. Infatti è tutto finito con proscioglimento e archivia­zione».

Non c’era modo di rimanere in Serie A dopo Udine?

«La classifica mi sembra deline­ata per scudetto e salvezza, non credo che ci saranno tanti scos­soni sulle panchine».

Perché ha scelto il Bari?

«Perché è una piazza di A che sta in B, una di quelle società alle quali non si può dire no».

Ha rinunciato al Cesena?

«Ma no… Ho fatto una chiac­chierata con un amico come Fo­schi, nulla di concreto».

In Serie B lei è sempre stato protagonista: questione di carattere?

«Non mi accontento di parteci­pare. Anche in questo campio­nato, in una piazza che deve provare ad arrivare in alto partendo di rincorsa».

Il nono posto col Catania al debutto, i playoff con Perugia e Torino, le due promozioni da primo con l’Atalanta. Qual è la sua gerarchia dei ricordi?

«Tutte esperienze molto gratifi­canti. All’Atalanta sono legato da un sentimento forte, che va oltre lo sport. A Torino ho respirato aria importante, da grande club».

Che idea si è fatto di questa B?

«Il Verona è la squadra da batte­re, poi mi sembra che ci sia mol­to equilibrio, con partite giocate alla morte e non condizionate dalla classifica».

Dica la verità: quando vinse con l’Atalanta insieme al Siena di Conte, il livello era più alto…

«E’ bello tosto anche questo».

By staff
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