Arrestati ultras laziali per gli scontri prima della finale di Coppa Italia
Calcio, tafferugli prima di Lazio-Atalanta: 13 misure cautelari per ultrà biancocelesti
Due ai domiciliari e altri 11 sottoposti all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. E' questo l'esito dell'operazione dei poliziotti della Digos, coordinati dall'aggiunto Francesco Caporale e dal pm Eugenio Albamonte, che questa mattina hanno dato esecuzione alle 13 ordinanze emesse dal gip di Roma, Mara Mattioli.
A finire agli arresti domiciliari sono Ettore Abramo e Aniello Marotta, due ultras degli "Irriducibili", entrambi vicini a Fabrizio Piscitelli, ex capo ultras della Lazio, ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto scorso nel parco degli Acquedotti, in zona Tuscolana.
Abramo e Marotta sono accusati di aver lanciato all'interno di un'auto della polizia locale di Roma Capitale, dopo aver distrutto il vetro del lunotto posteriore, una torcia accesa che aveva provocato l'incendio dell'auto. I fatti erano avvenuti in zona Ponte Milvio lo scorso 15 maggio prima della finale di Coppa Italia tra i biancocelesti e l'Atalanta.
Quasi contemporaneamente all'aggressione, un altro gruppo di tifosi laziali attaccava altro personale della polizia locale in abiti civili, ferendo un dirigente. E nel frattempo, un nutrito gruppo di tifosi, tutti con il volto coperto, per non farsi riconoscere, raggiunta via Dei Robilant aveva iniziato a lanciare fumogeni, petardi, sassi e bottiglie all'indirizzo dei poliziotti del Reparto Mobile, che si erano attestati alla fine della via. Una guerriglia durata circa un'ora con diverso personale delle forze dell'ordine impegnato sul campo.
Fondamentali per ricostruire la dinamica dei fatti sono stati i video realizzati dalla polizia Scientifica che ha permesso di identificare le 13 persone coinvolte. Nella stessa sera gli agenti della Digos hanno arrestato per gli stessi incidenti, ma in flagranza di reato, altre 5 persone.
I comportamenti dei 13 ultras "appaiono sintomatici di personalità prepotenti aggressive e prive di freni inibitori e inducono a ritenere attuale, elevato e concreto il pericolo di reiterazione di reati della medesima specie" scrive il gip Mattioli. Spiega il giudice che i fatti sono particolarmente gravi anche perchè gli ultras hanno utilizzato una precisa strategia "compattandosi nei luoghi presidiati dalle forze dell'ordine, muniti di indumenti per travisarsi, nonchè di diversi oggetti contundenti, fumogeni e bombe carta, scagliandosi violentemente contro le forze dell'ordine che stavano presidiando la zona per motivi di sicurezza, incendiando autovetture, dando luogo a una vera e propria guerriglia urbana"
rma.repubblica.it