Congerton agli inglesi : "Non conoscevate l'Atalanta? ve la racconto io"
Quanto segue e' un articolo tradotto da noi da "The Telegraph", intervista al nostro ex dirigente
In alcuni ambienti, la vittoria per 3-0 dell'Atalanta ad Anfield è stata vista come lo shock del calcio europeo della scorsa settimana, ma non è stata una sorpresa per Lee Congerton dopo che il gallese ha trascorso gli ultimi due anni allo Stadio di Bergamo a contribuire a plasmare la squadra.
Due dei gol sono arrivati dall'acquisto estivo Gianluca Scamacca, con un assist del nazionale belga Charles De Ketelaere, ingaggiato nella stessa finestra di mercato. In squadra giovedi' scorso c'erano un brasiliano e un albanese e ha segnato anche un centrocampista croato.
Coloro che guardavano sconcertati la partita potrebbero non sapere che era stato Congerton, nato a Rhyl in Galles, a contribuire a rinnovare la squadra italiana.
Ex di Sunderland, Celtic e Leicester si era guadagnato sul campo i galloni. All'Atalanta ha ingaggiato Rasmus Hojlund con un contratto da 20 milioni di euro, poi lo ha visto partire per il Manchester United con un contratto da 72 milioni di sterline.
La vittoria sui Reds non è stata una sorpresa per Congerton, conscio della forza dei nerazzurri.
"Quando ho comperato Hojlund mi hanno dato del matto. Un 2003 che non aveva fatto poi grandi cose a Copenaghen. 10 mesi dopo lo abbiamo venduto per 85 milioni di euro. Questa è l'Atalanta. È semplice. Sanno quelo che fanno. Si affidano all’accademia e allo scouting”.
Come spiega Congerton, la chiave del processo lavorativo dell'Atalanta è stata la struttura semplice che permetteva di reclutare i giocatori giusti, con l'allenatore che svolgeva il suo lavoro sul campo di allenamento.
"[Gian Piero] Gasperini non è coinvolto in nessuno dei giocatori", ha detto Congerton. “Gli chiedi un parere e tutto quello che dice è vendi chi vuoi ma assicurati che quelli che porti siano migliori di quelli che hai venduto. È semplice.
“Poi i proprietari, dei grandi. Antonio Percassi, il proprietario, era un giocatore professionista e quindi capisce il calcio, cosa piuttosto unica a quel livello di proprietà. Poi ci sono Stephen Pagliuca e i suoi ragazzi americani che sono arrivati e sono molto rispettosi dell'identità locale.
“Sono uomini d’affari, ma sono sportivi. Vogliono vincere. Ho chiesto cosa vogliamo essere? Sono stati molto chiari: tra i primi sei, vogliamo essere in Europa ogni anno e realizzare un profitto”.
Congerton tempo fa aveva rifiutato l'Atalanta che l'aveva a suo tempo cercato. “Luca Percassi [il CEO] continuava a chiamarmi e chiamarmi. Quando mi hanno detto che potevo fare quello che volevo ho detto loro che volevo fare il regista, il capitano e tirare i rigori!"
“Hanno creato per me un ruolo, quello di responsabile del calcio, unica un ragazzo britannico. Devi guadagnarti i titoli, ma penso che mi abbiano dato l'opportunità di avere successo", ha detto.
Ha lasciato gli italiani solo il mese scorso dopo aver accettato un'offerta per diventare direttore sportivo dell'Al-Ahli nella Pro League saudita, ma le sue impronte digitali erano ovunque nella vittoria di Anfield, anche se Congerton ha un piede in entrambi i campi dopo essere stato nello staff del Liverpool all' inizio della sua carriera. "Ho anche un'affinità straordinaria con il Liverpool", ricorda.
Ora e' in Arabia, in un posto di grandi appassionati di calcio, nonostante si dica il contrario, con partite cui assistono anche 50.000 spettatori
“Avrei potuto restare più a lungo in ogni club, ma è stata una mia scelta. Arrivi a tre anni e penso di aver bisogno di quello stimolo. Mi piace far crescere le cose, ma sono sempre entusiasta di una nuova sfida."
In alcuni ambienti, la vittoria per 3-0 dell'Atalanta ad Anfield è stata vista come lo shock del calcio europeo della scorsa settimana, ma non è stata una sorpresa per Lee Congerton dopo che il gallese ha trascorso gli ultimi due anni allo Stadio di Bergamo a contribuire a plasmare la squadra.
Due dei gol sono arrivati dall'acquisto estivo Gianluca Scamacca, con un assist del nazionale belga Charles De Ketelaere, ingaggiato nella stessa finestra di mercato. In squadra giovedi' scorso c'erano un brasiliano e un albanese e ha segnato anche un centrocampista croato.
Coloro che guardavano sconcertati la partita potrebbero non sapere che era stato Congerton, nato a Rhyl in Galles, a contribuire a rinnovare la squadra italiana.
Ex di Sunderland, Celtic e Leicester si era guadagnato sul campo i galloni. All'Atalanta ha ingaggiato Rasmus Hojlund con un contratto da 20 milioni di euro, poi lo ha visto partire per il Manchester United con un contratto da 72 milioni di sterline.
La vittoria sui Reds non è stata una sorpresa per Congerton, conscio della forza dei nerazzurri.
"Quando ho comperato Hojlund mi hanno dato del matto. Un 2003 che non aveva fatto poi grandi cose a Copenaghen. 10 mesi dopo lo abbiamo venduto per 85 milioni di euro. Questa è l'Atalanta. È semplice. Sanno quelo che fanno. Si affidano all’accademia e allo scouting”.
Come spiega Congerton, la chiave del processo lavorativo dell'Atalanta è stata la struttura semplice che permetteva di reclutare i giocatori giusti, con l'allenatore che svolgeva il suo lavoro sul campo di allenamento.
"[Gian Piero] Gasperini non è coinvolto in nessuno dei giocatori", ha detto Congerton. “Gli chiedi un parere e tutto quello che dice è vendi chi vuoi ma assicurati che quelli che porti siano migliori di quelli che hai venduto. È semplice.
“Poi i proprietari, dei grandi. Antonio Percassi, il proprietario, era un giocatore professionista e quindi capisce il calcio, cosa piuttosto unica a quel livello di proprietà. Poi ci sono Stephen Pagliuca e i suoi ragazzi americani che sono arrivati e sono molto rispettosi dell'identità locale.
“Sono uomini d’affari, ma sono sportivi. Vogliono vincere. Ho chiesto cosa vogliamo essere? Sono stati molto chiari: tra i primi sei, vogliamo essere in Europa ogni anno e realizzare un profitto”.
Congerton tempo fa aveva rifiutato l'Atalanta che l'aveva a suo tempo cercato. “Luca Percassi [il CEO] continuava a chiamarmi e chiamarmi. Quando mi hanno detto che potevo fare quello che volevo ho detto loro che volevo fare il regista, il capitano e tirare i rigori!"
“Hanno creato per me un ruolo, quello di responsabile del calcio, unica un ragazzo britannico. Devi guadagnarti i titoli, ma penso che mi abbiano dato l'opportunità di avere successo", ha detto.
Ha lasciato gli italiani solo il mese scorso dopo aver accettato un'offerta per diventare direttore sportivo dell'Al-Ahli nella Pro League saudita, ma le sue impronte digitali erano ovunque nella vittoria di Anfield, anche se Congerton ha un piede in entrambi i campi dopo essere stato nello staff del Liverpool all' inizio della sua carriera. "Ho anche un'affinità straordinaria con il Liverpool", ricorda.
Ora e' in Arabia, in un posto di grandi appassionati di calcio, nonostante si dica il contrario, con partite cui assistono anche 50.000 spettatori
“Avrei potuto restare più a lungo in ogni club, ma è stata una mia scelta. Arrivi a tre anni e penso di aver bisogno di quello stimolo. Mi piace far crescere le cose, ma sono sempre entusiasta di una nuova sfida."
By staff