Coniglio e Ramon Bilbao - by Rodrigo Diaz
A Pamplona era una giornata con poche nuvole e una brezza sincera che scendeva dall’Alto del Ibañeta. Un sabato qualunque.
Che poi non sarebbe più stato qualunque, almeno per me.
Ero andato al supermercato.
Forse per comprare il coniglio che avrei cucinato alla cascina del Tio. O forse per vedere Charo. Non ci frequentiamo da tempo. E sappiamo entrambi che è giusto così.
E al supermercato, il coniglio non l’ho comprato. E non ho nemmeno visto Charo.
Alla bottega di Ezequiel Unzue avevo trovato il coniglio giusto, quello che sapevo essere preferito dal Tio.
Ma, mentre aspettavo che Ezequiel mi tagliasse i pezzi come sapeva esigere il Tio, avevo letto:
“Non ci saranno altri rinnovi. Vedremo se andare a scadenza o se interrompere alla fine di questa stagione.”
Ormai, ho troppi anni sulle spalle.
La frase non mi ha stupito. Me l’aspettavo dietro l’angolo. Solo che non sapevo quale angolo, o quando avrei incrociato quell’angolo.
Il Gasp aveva annunciato il suo addio.
Il Tio mi aspettava sulla soglia. Il cane Ernesto, invece, mi era venuto incontro.
La teglia con il condimento era già pronta e il Tio l’aveva messa subito in forno.
Il Ramon Bilbao, di color purpureo e dal profumo sincero, era già a decantare dentro ai due bicchieri.
Lessi al Tio la frase di un giornalista bergamasco, uomo di spessore e penna sopraffina.
“E così Gasperini ha annunciato di aver tagliato lo striscione dell’ultimo chilometro.”
Il Tio alzò lo sguardo.
Mi guardò con gli occhi pieni di chi ha una lunga vita sulle spalle.
Prese il bicchiere. Gli guardò attraverso. Poi si avvicinò al camino per smuovere la brasca.
“E adesso si alzerà sulla sella per lanciare la volata finale. E noi staremo al di là delle transenne ad incitarlo.
Fino alla fine.”
Rodrigo Dìaz
