30/11/2016 | 09.27
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Conto alla rovescia

Parlare della vittoria di Bologna non ha senso. Non che sia valsa poco: era forse la partita più difficile, per certi versi. Cali di tensione, senso di appagamento per i (brillantissimi) risultati finora ottenuti, qualche possibile tensione nel gruppo… niente di tutto questo.

Il gruppo è coeso. Questo lo diciamo da diverse settimane. Il progetto gode di ampia condivisione, e tutte le parti in causa fanno sentire la loro presenza ed il loro appoggio. La squadra cresce e con essa il valore dei singoli giocatori: aspetto questo che va a vantaggio del club e dei giocatori stessi. Gli infortuni e le squalifiche non riescono ad avere un impatto significativo sulle sorti della squadra. Il morale è altissimo, probabilmente i giocatori già non vedono l’ora di scendere in campo a Torino sabato sera contro la Juve. La forma mentale di questi ragazzi è grande: viene da chiedersi come Gasperini sia riuscito a creare questa alchimia. Generalmente la tensione si trasforma in stress ed i risultati ne risentono: qui finora la tensione si è trasformata in stress per gli avversari che si sono trovati, incrociando i nerazzurri, nella condizione di non riuscire a giocare a calcio. Chi ha visto il secondo tempo contro la Roma sa di cosa si parla.

Il divario tecnico con la Juve è improponibile: presi singolarmente siamo fottuti. Ma giocando come una vera squadra, anche contro avversari fortissimi, potremo dire la nostra. Potrebbe non bastare, non basterà, ma si tratta dell’unica strada percorribile.

Essere squadra non significa necessariamente essere il più veloce, o il più bravo, o il più forte: essere squadra significa essere tutti, ripeto, tutti, al posto giusto nel momento giusto. E questo atteggiamento deve ripetersi per tutta la durata dell’incontro. Perché l’avversario più veloce, più bravo e più forte ha molte armi in più a disposizione: in ogni istante può farti del male. Ma contro una vera squadra, anche i campionissimi devono sudare, e spesso devono sputare sangue per riuscire a portare a casa la vittoria.

Molti avranno pensato che avere la Juve in campo con defezioni importanti sarà un vantaggio per i nerazzurri: niente di più sbagliato. Chi sarà in campo al posto degli assenti sarà disposto a dare molto più del 100%, per dimostrare il proprio valore. Ma questo concetto vale anche per i nostri.

Dovremo ancora pazientare qualche giorno, cercando di arrivare a sabato sera con una certa calma. Pensiamo a dove eravamo e a come ci sentivamo alla fine di Atalanta-Palermo, tanto per parlare di qualcosa che conosciamo bene.

Con la Juve sarà un’altra storia. Ci sentiremo soffocati perché non ci lasceranno giocare. Potrebbero farci giocare 30 metri indietro rispetto al solito, e noi dovremo soffrire, e stringere i denti allo stesso tempo. Ma se sapremo farlo da squadra, saremo a buon punto, anche se dallo Juventus Stadium usciremo con quattro gol presi.

Ma scommetto che nessuno dei nostri vuole tornare a casa da Torino con quattro pere.

Per molti dei giocatori nerazzurri, la partita di sabato contro la Juventus rappresenterà il momento più alto, fino ad allora, della carriera: chi agli sgoccioli, chi nel mezzo di anni giocati a buon livello senza mai riuscire a produrre un acuto sentito da molti, chi attende la consacrazione, chi si sta affacciando nel calcio professionistico. A tutti farebbe comodo uscire bene dalla trasferta torinese: anche a chi da due mesi riesce solo a fare panchina.

Guardiamo avanti allora. Guardiamo anche alla partita di Coppa Italia contro il Pescara, aspettando di andare in visita allo Juventus Stadium. Con la speranza che i circa duemila tifosi atalantini al seguito della squadra a Torino passino una serata indimenticabile.

Poi, domenica mattina, tutti in giro per un aperitivo. Comunque sia andata la partita con la Juventus.
 
BY GOALIE
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