20/10/2017 | 21.50
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Contro un Palacio

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Domenica Atalanta Bologna, non sarà una partita banale, c'è da riscattare Genova e c'è l'adrenalina della gara UEL col Limassol, infine c'è da onorare la memoria di Perani.

Gasperini si troverà contro un rigenerato Rodrigo Palacio, molto discusso come puntero atalantino nello scorso mercato.  L'Atalanta vedrà se ha fatto bene a snobbarlo, lasciandolo andare al Bologna, dove pare stia trovando una nuova giovinezza con Donadoni in panca.

Quanto sopra lo si desume anche dalle parole di elogio di Rezo Ulivieri che forse ingannato dal codino, paragona l'argentino al "divin Codino" veneto, peccato che manchi tutto il resto della chioma.

Con tutto il rispetto per questo giocatore che si è reso protagonista negli anni di ottime prestazioni, crediamo la Dea abbia fatto bene a scegliere la freschezza della gioventù piuttosto che l'esperienza.

Speriamo di non andare a sbattere contro Palacio e il suo Bologna e che domenica non si rimpiangano le scelte estive.

Di seguito l'intervista del Mister Ulivieri, attualmente allenatore del Pontedera femminile, rilasciata al Corriere di Bologna.

Professor Renzo Ulivieri dia un voto a Palacio…
«Dieci e lode. Domenica è come se avessi rivisto Roberto Baggio».
Cosa c’entra Baggio?
«Ho rivisto Baggio in quella sua corsa di 60 metri mentre saltava 4 o 5 giocatori. Se non sbaglio Baggino fece due gol uguali con la Viola, controlli un attimo».
Non sbaglia, Baggio fece un gol dopo una corsa di 60 metri contro il Milan nell’87-88 e un altro al Napoli nell’89-90. Ma fece gol, a differenza di Palacio.
«Palacio non ha fatto gol, ma io lo applaudo ugualmente, perché quando fai una cosa del genere quasi a 36 anni vuol dire tante cose».
Ad esempio?
«Vuol dire che sei un grande giocatore e anche una gran bella persona. Si è preparato benissimo e a Bologna si è presentato come se avesse fatto il ritiro estivo. Questa a San Miniato si chiama serietà. Vederlo giocare ora è uno spettacolo, mi è dispiaciuto che non abbia fatto gol, perché se lo avesse fatto l’arbitro avrebbe fatto bene a sospendere la partita per un paio di minuti, con tutta la gente che a quel punto si sarebbe dovuta alzare in piedi per applaudirlo».
In piedi la gente si è alzata ugualmente.
«E ha fatto bene, non fosse altro perché Palacio ha cambiato faccia al Bologna. Come era logico che fosse».
Perché logico?
«Perché stiamo parlando di un attaccante che sa fare tutto. E gli altri per forza devono andargli dietro. Uno dice: se corre come un matto lui che ha 35 anni, perché non devo correre anch’io che ho dieci anni di meno. Poi c’è da dire anche un’altra cosa: dare la palla a lui è come metterla in banca, sapendo anche che ti inventerà qualcosa di costruttivo. Se sta bene fisicamente Palacio è una punta moderna che può giocare ancora in una squadra da scudetto».
Addirittura… Ma cosa intende per punta moderna?
«Che può giocare prima punta, esterno, seconda punta. Da quando ero ragazzo so che mancando il centravanti devi mettere al suo posto un’ala, e guarda caso poi quest’ala ti fa un mazzo così. Avete visto quello che ha fatto Sarri con Mertens».
Non è che ora vuole anche dirci che Palacio assomiglia a Mertens?
«No, questo no, ma di sicuro con Palacio in mezzo non dai mai un punto di riferimento ai difensori. Come sta facendo Mertens con il Napoli».
Nella sua rinascita quanto è stata importante Bologna?
«Palacio ci ha messo tanto del suo, ecco, Bologna lo ha completato».
A proposito, Ulivieri, ha letto quello che ha detto Oriali sui vostri anni al Bologna?
«Sì, e mi è venuto un tuffo al cuore. Abbiamo vinto, e ci siamo divertiti tutti, anche voi giornalisti. Allora non c’era la sala stampa ma il pergolato, che era un divertimentificio. Ho nostalgia di quel calcio disincantato, dove era bello anche prendersi in giro. Oggi siamo troppo seriosi, non si ride più. Se poi vi dico quello che mi è successo due giorni fa…».
Cosa le è successo?
«Mi hanno buttato fuori quando ero in panchina con le mie ragazze. Alleno il Pontedera e si giocava contro il Chianciano».
Non ci sembra una notizia...
«Appena arrivato ho detto che dovevamo ritardare di un quarto d’ora l’inizio perché le mie non erano ancora arrivate, poi è vero che avevo protestato per un rigore, ma quando mi ha espulso ero stato buono».
E l’arbitro cosa le ha detto?
«Vada fuori».
E lei?
«Vo fuori, ma sono innocente, lo giuro».

By Cuginus
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