08/04/2025 | 09.09
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Corsa Champions, la sconfitta dell'Atalanta raddoppia le squadre: solo il Milan è fuori


Sei squadre in sei posti si giocano l'accesso alla Champions League, a cominciare dal Bologna: Atalanta, Juventus, Lazio, la tignosa Roma di Ranieri e la Fiorentina di un Kean mvp possono farcela

La corsa alla Champions raddoppia ufficialmente i posti in palio. 

La terza sconfitta consecutiva dell’Atalanta finisce di liquefare quella che pareva una blindatura, e la riporta nella mischia delle (molte) candidate.  La Juve ieri si è affiancata per lo spazio dell’intervallo, ma nella ripresa non ha avuto la forza di replicare al rapido pari di Shomurodov. Ciò non toglie non solo che sia piaciuta più della Roma — Ranieri ha tenuto il risultato con tigna e sofferenza — ma abbia aumentato il credito di Tudor perché all’intensità nuova del debutto ha aggiunto il plus tattico di una riaggressione alta coraggiosa e organizzata. E in un quadro radicalmente cambiato rispetto a due settimane fa sono cresciute le prestazioni di diversi singoli, da Kalulu a Locatelli, da Veiga all’irresistibile Thuram (che famiglia!). 


La Roma resta la battistrada del ritorno (30 punti contro i 27 dell’Inter) e dunque in corsa per la Champions, ma ieri l’assenza di Dybala si è avvertita. Passo indietro. 


L’Atalanta così come l’abbiamo conosciuta in questi anni — una squadra fantastica — è scoppiata su un grave errore arbitrale, l’assurdo rigore concesso al Bruges al 93’ del playoff d’andata. Non può essere un alibi, ci mancherebbe, ma è raro trovare dentro a una stagione un punto di svolta così netto. Quell’1-1 si trasformò in una sconfitta, la situazione di vantaggio venne sfruttata dai belgi nel ritorno, e la delusione per l’eliminazione si è via via divorata la creatura di Gasperini, due sole volte in gol nelle ultime sette gare e tre volte ko di fila.


Nelle 9 stagioni di Gasperini l’Atalanta ha avuto per tre volte l’attacco migliore, e malgrado l’attuale carestia le sue 63 reti sono seconde soltanto alle 69 dell’Inter. Eppure contro la Lazio ha costruito una sola palla-gol seria, la girata di Retegui su Mandas, vittima della brillante partita difensiva di Baroni che in Isaksen ha uno dei killer più freddi del torneo, e il nuovo errore di Hien ha fatto il resto. 

Ricordiamo che la Lazio ha due vie d’accesso alla Champions, non ci sono mostri sul suo cammino in Europa League: necessitava di un rilancio morale, a Bergamo l’ha trovato. Il calo di Retegui, che stenta a trovare un tiro pulito, non turba Spalletti perché il decollo verticale di Kean, sua alternativa in azzurro, ha raggiunto livelli internazionali. Se la serie A desse i premi come la Nba, sarebbe il giocatore più migliorato della stagione. A San Siro ha dato una sensazione di strapotere fisico, la Fiorentina con lui non è ancora esclusa dalla corsa. È fuori il Milan invece, con una statistica rivelatrice: nei suoi 13 match di campionato, Conceicao per 10 volte ha cambiato uomini all’intervallo (se non prima, vedi Musah sabato). Può essere, ma è difficile, che sbagli sempre formazione. Più probabile che in questa rosa non esista un undici interamente affidabile.


fonte corrieredellasera.it

By marcodalmen
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