22/07/2021 | 10.25
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Cosa serve all’Atalanta sul mercato

L’Atalanta ha ormai da qualche stagione consolidato la propria posizione tra le prime quattro squadre del campionato. Ha una struttura finanziaria sostenibile, uno stadio di proprietà, un progetto tecnico coerente e dall’identità spiccata. Il prossimo passo, dunque, è chiedersi: come si può migliorare ancora? Cosa manca alla squadra per competere per il campionato?

La risposta non è scontata. L’Atalanta sembra assestarsi sullo stesso livello di gioco in maniera del tutto indipendente dal livello tecnico dei suoi giocatori. Anzi, sembra lei stessa a determinare in modo arbitrario il valore dei giocatori: da quando Gomez è andato via dall’Atalanta non ha ancora trovato il modo per tornare sé stesso mentre il suo sostituto, Matteo Pessina, è appena diventato Campione d’Europa e le sue quotazioni sono in continua crescita. Questa, naturalmente, non è magia ma è il lavoro clamoroso di Giampiero Gasperini. Un tecnico a questo punto sottovalutato. Non stupisce che lui non vada via dall’Atalanta, che ha di fatto reso una grande squadra, ma che nessuna grande squadra abbia provato a prenderlo. Specie in un’epoca in cui si ha un disperato bisogno di allenatori che creano valore laddove non sembra esserci.

 

Ci stiamo perdendo in digressioni, torniamo al punto: come si migliora l’Atalanta?



 

In difesa forse una cessione dolorosa

In porta l’Atalanta ha già comprato Juan Musso. Una mossa interessante ma non del tutto decifrabile. Pierluigi Gollini sembrava un portiere in rampa di lancio, con caratteristiche molto adatte a Gasperini, in particolare una sfrontatezza matta nelle uscite quando la difesa rimane alta e c’è il rischio che il sistema di marcature a uomo venga manipolato. Musso è stato uno dei migliori portieri delle ultime due stagioni di Serie A, se consideriamo il rendimento tra i pali. Non è un portiere che spicca per modernità, di certo meno di Gollini, e anche nel gioco con i piedi è piuttosto normale. È anche stato abituato a giocare in una squadra, l’Udinese, con un’interpretazione difensiva opposta a quella della Dea. Scelta strana ma interessante: è costato venti milioni di euro, una cifra che pochi club in Italia possono permettersi per un portiere (la Roma, per esempio, ha preferito spendere la metà per Rui Patricio).

 

Sugli esterni la ricchezza è sconfinata, almeno se il club riuscisse a tenere Gosen, Hateboer e Maehle. Quasi uno spreco. Pare stia anche arrivando Frabotta, che finirebbe ultimo nelle gerarchie tra di loro. Per quanto riguarda i centrali difensivi, l’Atalanta ha già fatto un grande salto in avanti l’anno scorso con l’acquisto di Romero. È stato forse il miglior difensore della Serie A ma c’è una trattativa in corso col Tottenham, sarebbe una grossa perdita. Ma eccoci di nuovo a trarre troppe conclusioni sulle individualità di una squadra che ha la propria forza nel collettivo. Tutti i giocatori partiti sembravano imprescindibili finché, beh, non lo erano più. Di certo, però, se parte Romero l’Atalanta perderebbe molto nell’efficacia della sua difesa in avanti. I centrali di Gasperini devono possedere un grande atletismo per coprire molto campo e vincere i ripetuti duelli individuali che ingaggiano lungo la partita. Dall’inizio del mercato si parla di un interesse per Takehiro Tomiyasu del Bologna, un difensore molto diverso da Romero: decisamente meno esuberante nei duelli corpo a corpo, ma forse superiore col pallone. Sarebbe certo interessante vederlo all’opera in un contesto più fisico, che coprirebbe comunque i suoi difetti nella marcatura in area di rigore. In teoria sarebbe perfetto un profilo come Merih Demiral, la cui permanenza alla Juve non pare certa. Un difensore che ama difendere in avanti e con una certa attitudine allo scontro, sempre apprezzata da Gasperini. Fare affidamento un’altra stagione sull’eterno trio Djimsiti-Palomino-Toloi potrebbe essere un azzardo: l’età avanza.

 

Il centrocampo è davvero migliorabile?



La coppia De Roon-Freuler è stata uno dei segreti del successo dell’Atalanta in questi anni. Il loro sofisticato talento tattico è spesso sottovalutato e difficile da rimpiazzare. Eppure la Dea ha intravisto forse la possibilità di migliorare l’apporto dei suoi centrocampisti dal punto di vista tecnico, e in questa chiave va letto l’interessamento per Teun Koopmeiners, centrocampista dell’AZ tra i più intriganti in Europa. La sua ultima stagione non è stata all’altezza di quella precedente, come per tutta la squadra, ma rimane un profilo di primo livello. Koopmeiners offrirebbe un altro livello qualitativo col pallone all’Atalanta: è un centrocampista formidabile nel gioco lungo di passaggi, sia alti che radenti a rompere le linee. Giocando sul centro-sinistra, sgraverebbe un po’ di responsabilità Gosens, che da quando è partito Gomez ha cresciuto forse troppo la propria influenza in costruzione. Difensivamente è un giocatore solido, ma potrebbe soffrire un contesto che gli richiede molto dinamismo. Forse per questo il club non sembra ancora pronto ad assecondare le alte richieste dell’AZ.

Più affidabile dal punto di vista fisico, e di certo meno caro, è Tommaso Pobega, Un centrocampista che sembra fatto su misura per Gasperini: molto verticale, con uno spiccato senso per gli inserimenti senza palla, meno raffinato di Koopmeiners tecnicamente. Non aiuterebbe molto a facilitare l’uscita del pallone, ma al contempo assicurerebbe più presenza nell’area avversaria. Bisogna però vedere se il Milan deciderà di privarsene.

 

L’impressione, in ogni caso, è che Gasperini faticherà a toccare l’equilibrio garantito da anni dalla coppia De Roon-Freuler.

 

Il rebus in attacco

Il reparto offensivo pare, almeno sulla carta, quello su cui varrebbe la pena toccare di più. Lo scorso anno l’Atalanta ha rimpiazzato Gomez trovando un equilibrio nuovo ma non meno efficace. Un enganche a tutto campo come Gomez è stato sostituito da un incursore intelligente come Pessina – ma anche dalla crescita spaventosa di Muriel, diventato più di un supersub. Anche il calo di forma di Ilicic – ai suoi livelli solo per qualche partita – è stato coperto dalle grandi prestazioni di Malinovskyi. L’Atalanta però, va detto, è sembrata meno brillante del solito nei suoi meccanismi offensivi.  Sarà necessaria una crescita di Miranchuk, timido e in ombra lo scorso anno, ma forse qualche innesto serve. L’Atalanta chiede ai suoi esterni molto impegno creativo, tante conduzioni palla, iniziative individuali, uno contro uno, creatività. È stata la seconda squadra del campionato per dribbling tentati. Non stupisce quindi l’interesse per Jérémie Boga, sottotono nella scorsa stagione, ma pur sempre uno dei dribblatori d’élite del calcio europeo. Se il fisico reggesse, sarebbe davvero un innesto di alto livello nel sistema di Gasperini. Il tipo di giocatore di cui il suo sistema, al momento, sembra avere più bisogno per non essere troppo scolastico e competere a certi livelli. Per il ruolo di punta, invece, sarebbe strano toccare il duo Zapata-Muriel, e per ora in rosa è rimasto anche il promettente Piccoli. Per gli estimatori fantacalcistici di Lammers: si parla di un possibile passaggio all’Udinese. Kovalenko è un mistero, e al momento è anche difficile capire in che ruolo può essere utile: sulla carta ha un profilo troppo simile a Pessina e Pasalic. Qualcuno potrebbe partire, persino Ilicic. Sarebbe una rivoluzione, un’Atalanta che inizia la stagione senza Gomez e Ilicic – che per anni ne hanno definito l’identità offensiva – ma l’Atalanta non smette di cambiare forma, pur mantenendo un’identità talmente coerente da farcelo dimenticare.

fonte: ultimouomo.com
By Otis
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