Cuti "coer in man"
Riprendiamo integralmente l'intervista concessa da Romero ad Andrea Elefante della Gazzetta e comparsa ieri sul supplemento speciale. Quanto segue sono le risposte del Cuti
Un sogno giocare contro il Real
Neanche tre anni fa giocavo ancora nel Belgrano, mio padre lavorava in un’azienda di trasporti dall’alba alle nove di sera per non far mancare niente a me e ai miei fratelli e consentirmi di credere ad una vera carriera da calciatore. Guardavo la Champions da Cordoba, era un mondo lontanissimo: ora è anche il mio mondo.
Un giorno dissi: spero di giocare la Champions con la Juve, il Manchester United, il Barcellona o il Real. Invece la giochero' con l’Atalanta e contro il Real. Avevo fatto un elenco di grandi squadre, nel frattempo l’Atalanta è diventata una grande squadra.
A marzo vidi la Dea farne 8 al Valencia, fu solo una conferma: per me l’Atalanta giocava il miglior calcio d’Italia assieme alla Lazio. Ad agosto stavo per iniziare il ritiro con la Juve, ma rimasi poco. Dissi al mio procuratore: “Ho bisogno di giocare”. E non c’era soluzione migliore dell’Atalanta che avevo visto a Lisbona».
Il giorno che ci sorteggiammo il Real stavamo pranzando in ritiro: non dico che abbiamo festeggiato, ma quando è uscito il Real eravamo contenti. Tanti di noi, forse tutti, la considerano la partita più importante della carriera.
Personalmente Aspetto questa partita da tanto tempo, daro' tutto. Tutti parlano solo delle loro assenze, ma occhio: non sarà il miglior Real, ma è il Real Madrid, forse la squadra più forte del mondo.
Peccato non affrontare Ramos, è il pilastro della difesa di Zidane: per loro è un problema grave, per noi è un vantaggio.
Le posso dire quello che pensiamo: se tutti, nel giorno delle due partite, saremo nel nostro giorno migliore e tutti daremo qualcosa in più del cento per cento, ce la potremo fare. Io credo molto nell’Atalanta: siamo cresciuti tanto.
Non mi aspettavo di giocare subito così spesso e così bene come dicono ma sapevo che l’Atalanta era la scelta giusta per crescere. Devo farlo ancora, tanto: ma il mister mi sta addosso, lo farò di sicuro. Io, che tatticamente ero disastroso, non ho mai avuto un insegnante così. E avere uno così a inizio carriera è fondamentale.
Mi scappano ancora ammonizioni stupide, a volte: la metà potevo non prenderle. Ma l’anno scorso di questi tempi erano quasi il doppio: va già meglio....
Una squadra che gioca come l’Atalanta mette sempre a rischio i suoi difensori, ma esalta anche chi gioca molto sull’anticipo come lei «In tanti dicono che giochiamo solo offensivamente: c’è un “solo” di troppo, là dietro il nostro non è mai un “uno contro uno” puro. E comunque giocare così d’anticipo mi fa migliorare molto come difensore. L’importante è stare bene fisicamente, essere libero di testa e avere grande concentrazione.
La nazionale? Magari arriverà con le prossime convocazioni, altrimenti continuerò a impegnarmi: così ci arriverò, un giorno. Mi dicono che dovrei parlare di più, farmi vedere di più in tv, che a quelli del Boca e del River che si fanno conoscere di più basta giocare bene 5-6 partite per essere chiamati. Ma io l’unico modo che conosco per farmi conoscere è lavorare: per gli altri miei sogni è stato così.
Un sogno giocare contro il Real
Neanche tre anni fa giocavo ancora nel Belgrano, mio padre lavorava in un’azienda di trasporti dall’alba alle nove di sera per non far mancare niente a me e ai miei fratelli e consentirmi di credere ad una vera carriera da calciatore. Guardavo la Champions da Cordoba, era un mondo lontanissimo: ora è anche il mio mondo.
Un giorno dissi: spero di giocare la Champions con la Juve, il Manchester United, il Barcellona o il Real. Invece la giochero' con l’Atalanta e contro il Real. Avevo fatto un elenco di grandi squadre, nel frattempo l’Atalanta è diventata una grande squadra.
A marzo vidi la Dea farne 8 al Valencia, fu solo una conferma: per me l’Atalanta giocava il miglior calcio d’Italia assieme alla Lazio. Ad agosto stavo per iniziare il ritiro con la Juve, ma rimasi poco. Dissi al mio procuratore: “Ho bisogno di giocare”. E non c’era soluzione migliore dell’Atalanta che avevo visto a Lisbona».
Il giorno che ci sorteggiammo il Real stavamo pranzando in ritiro: non dico che abbiamo festeggiato, ma quando è uscito il Real eravamo contenti. Tanti di noi, forse tutti, la considerano la partita più importante della carriera.
Personalmente Aspetto questa partita da tanto tempo, daro' tutto. Tutti parlano solo delle loro assenze, ma occhio: non sarà il miglior Real, ma è il Real Madrid, forse la squadra più forte del mondo.
Peccato non affrontare Ramos, è il pilastro della difesa di Zidane: per loro è un problema grave, per noi è un vantaggio.
Le posso dire quello che pensiamo: se tutti, nel giorno delle due partite, saremo nel nostro giorno migliore e tutti daremo qualcosa in più del cento per cento, ce la potremo fare. Io credo molto nell’Atalanta: siamo cresciuti tanto.
Non mi aspettavo di giocare subito così spesso e così bene come dicono ma sapevo che l’Atalanta era la scelta giusta per crescere. Devo farlo ancora, tanto: ma il mister mi sta addosso, lo farò di sicuro. Io, che tatticamente ero disastroso, non ho mai avuto un insegnante così. E avere uno così a inizio carriera è fondamentale.
Mi scappano ancora ammonizioni stupide, a volte: la metà potevo non prenderle. Ma l’anno scorso di questi tempi erano quasi il doppio: va già meglio....
Una squadra che gioca come l’Atalanta mette sempre a rischio i suoi difensori, ma esalta anche chi gioca molto sull’anticipo come lei «In tanti dicono che giochiamo solo offensivamente: c’è un “solo” di troppo, là dietro il nostro non è mai un “uno contro uno” puro. E comunque giocare così d’anticipo mi fa migliorare molto come difensore. L’importante è stare bene fisicamente, essere libero di testa e avere grande concentrazione.
La nazionale? Magari arriverà con le prossime convocazioni, altrimenti continuerò a impegnarmi: così ci arriverò, un giorno. Mi dicono che dovrei parlare di più, farmi vedere di più in tv, che a quelli del Boca e del River che si fanno conoscere di più basta giocare bene 5-6 partite per essere chiamati. Ma io l’unico modo che conosco per farmi conoscere è lavorare: per gli altri miei sogni è stato così.
By staff