Da Cesena i tifosi alzano la voce: "Siamo sudditi dell'osservatorio"
A Cesena, nella Club House dello stadio Manuzzi, si è tenuto il convegno "Il mondo del tifo: ieri, oggi e domani", un’occasione per discutere apertamente delle restrizioni sempre più severe imposte ai tifosi. L’evento ha visto la partecipazione di oltre cento persone, tra cui rappresentanti delle curve di diverse città italiane (Roma, Napoli, Milano, Firenze, ecc.), istituzioni calcistiche e legali, ma nessun esponente delle forze dell’ordine, che hanno rifiutato l’invito.
Critiche alle limitazioni imposte ai tifosi
Durante il dibattito, sono stati affrontati temi come il caro biglietti, il Daspo, i divieti di trasferta e le decisioni dell'Osservatorio sulle manifestazioni sportive, considerate sempre più restrittive e scollegate dalla realtà del tifo. Emblematico il caso di Brescia-Cesena, citato più volte come esempio di una gestione errata della sicurezza che ha penalizzato i tifosi bianconeri senza una motivazione concreta.
Ulivieri: "Divieti incostituzionali, il tifo è parte della comunità"
Tra gli interventi più significativi, quello di Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione Italiana Allenatori di Calcio, che ha espresso la sua contrarietà ai divieti che limitano il rapporto tra tifosi e società:
"Ho sempre avuto un dialogo diretto con i tifosi, perché per me il divieto è incostituzionale. Lo stadio è un luogo dello Stato e devono valere le regole dello Stato. Il tifo è fondamentale, anche nelle categorie dilettantistiche, e aiuta a creare una comunità, sia per i giovani che per gli anziani".
Il sindaco Lattuca contro l’Osservatorio: "Decisioni assurde"
Molto critico anche il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca, che ha attaccato duramente le istituzioni per le scelte prese, soprattutto riguardo la partita Brescia-Cesena:
"Hanno preso una cantonata e non hanno voluto ammetterlo, creando un problema inutile. Se fossi stato il questore di Brescia, mi sarei assunto la responsabilità di non seguire l’indirizzo dell’Osservatorio. Il sistema è rigido e poco intelligente: così rischiamo di giocare sempre a porte chiuse per evitare qualsiasi problema, penalizzando tifosi e società".
Aspetti legali e il futuro del tifo organizzato
Gli avvocati presenti hanno evidenziato le criticità del sistema attuale, con il Daspo e la Tessera del Tifoso che spesso dividono i tifosi tra "buoni" e "cattivi", favorendo una repressione indiscriminata.
Il vicepresidente di Federtifosi, Giuseppe Munafò, ha sottolineato la necessità di un organismo indipendente per regolamentare le manifestazioni sportive, lamentando la mancanza di considerazione verso i tifosi nelle decisioni delle istituzioni:
"Oggi il calcio sembra pensato solo per la TV, mentre chi va allo stadio viene trattato come un problema. Il calendario delle partite viene pubblicato ogni quindici giorni, rendendo difficili le trasferte organizzate. Inoltre, i biglietti vengono venduti con il meccanismo del 'clic day', favorendo i più veloci e lasciando fuori anziani, disabili e famiglie. Questo non è giusto e alimenta il bagarinaggio online".
Infine, è stata sollevata la questione dei pullman organizzati, un tempo garantiti dai club per le trasferte e oggi sempre più ostacolati:
"I tifosi sono costretti a partire in auto, affrontando lunghi viaggi senza tutele. Questo aumenta il rischio di incidenti. Tornare ai viaggi organizzati sarebbe una soluzione di sicurezza, ma sembra che il sistema voglia scoraggiare la presenza dei tifosi in trasferta", ha concluso Munafò.
Conclusione: serve un cambiamento
Dal convegno è emersa la volontà di istituire un tavolo permanente di confronto tra tifosi e istituzioni per riformare il sistema e garantire ai sostenitori un ruolo attivo nelle decisioni sul calcio. La richiesta principale è chiara: meno restrizioni ingiustificate e più dialogo, per riportare il tifo al centro dello sport.
Da Cesenatoday
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