23/10/2019 | 16.00
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Grazie - by GL Savoldi

Dal fischio finale in poi siamo stati accompagnati fuori dal complesso dello stadio da una canzone che finiva e poi ricominciava a ripetizione. Il volume era lo stesso fino ai parcheggi, passando dal City Store. Lo shop era in chiusura e proprio di fronte c’era un grande schermo con il film della partita.
Girando in torno alla struttura continuavo a leggere le scritte vicino alle giganti immagini dei giocatori del Mancity abbracciati. “Welcome to the home of the Champions”.
Quella musica che ha continuato ad accompagnarci fino al taxi all’inizio mi dava un po' fastidio perché era “la canzone del City”, Wonderwall degli Oasis.
Mi dava fastidio, pur essendo uno dei miei brani preferiti di sempre, perché sembrava lì con tutto il resto a ricordarci la sconfitta schiacciante. Ma il testo di quel brano lo conosco bene e, canticchiando tra me e me, ho cominciato a pensare che quelle parole in realtà erano più le nostre.

“And all the roads we have to walk are winding
And all the lights that lead us there are blinding
There are many things that I
Would like to say to you but I don't know how
Because maybe, you're gonna be the one that saves me
And after all, you're my wonderwall

E tutte le strade che dobbiamo percorrere sono tortuose
E tutte le luci che ci guidano sono accecanti
Ci sono tante cose che mi
Piacerebbe dirti
Ma non so come

Forse perché
Sarai colei che mi salverà
E dopotutto
Tu sei il mio muro delle meraviglie”

Proprio in quel momento compare sullo schermo una scritta che mi lascia a bocca aperta. GRAZIE.
E la musica continua...

“Today was gonna be the day
But they'll never throw it back to you
By now you should've somehow
Realized what you're not to do
I don't believe that anybody
Feels the way I do, about you now

Oggi sarebbe stato il gran giorno
Ma non ti daranno mai più un'altra opportunità
Ad oggi avresti dovuto in qualche modo
Realizzare ciò che non devi fare
Non credo che nessuno
Senta quello che provo io
Per te”

Sembrerà strano ma è proprio in quel momento che ho compreso la grandezza dello spettacolo a cui ho partecipato, abbiamo partecipato. In quello stadio ha giocato la mia Atalanta, gli occhi di quel pubblico muto e freddo hanno letto la scritta BERGAMO, le orecchie hanno sentito le nostra voce. Abbiamo toccato il cielo con un dito e in quel tocco c’era tutto il coraggio e l’orgoglio di una piccola grande Dea.
In un attimo ho ritrovato le parole e il sorriso.

GRAZIE

GianLuca Savoldi

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By staff
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