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Dal rischio esonero alla finale di EL: l'ascesa dell'Atalanta sotto il 'maestro' Gasperini






Dal 13 agosto 2016, ovvero da una sfida valida per il terzo turno di Coppa Italia con la Cremonese, alla notte 9 maggio 2024, quella che nella quale l’Atalanta si è guadagnata la sua prima storica finale europea.

Un percorso lungo quasi otto anni, 2826 giorni nei quali il club orobico ha visto cambiare il volto delle cose e la sua dimensione. Un cammino che ha portato la Dea non solo ad essere una delle migliori squadre d’Italia, ma una realtà anche a livello internazionale.

Quella che era considerata una nobile compagine di provincia è oggi tra le più forti ed ambite in Europa, un salto figlio del lavoro straordinario dei tanti giocatori che si sono alternati nel corso degli anni, della capacità di progettare di grandi dirigenti e delle intuizioni di un allenatore che, per forza di cose, è diventato il simbolo stesso di una svolta: Gian Piero Gasperini.

Quello che nel 2016 era considerato un ottimo allenatore che aveva sprecato l’unica chance in una big (l’Inter) oggi viene visto l’artefice di una delle più belle storie che il calcio italiano abbia mai raccontato.

Gasperini, invece di aspettare un’altra chiamata da una ‘grande’, la grande squadra se l’è costruita da solo, passo dopo passo, giorno dopo giorno, risultato dopo risultato.

TUTTO POTEVA FINIRE PRIMA ANCORA DI INIZIARE




Oggi immaginare l’Atalanta a questi livelli senza il suo condottiero in panchina è quasi complicato, eppure la lunga avventura di Gasperini sulla panchina nerazzurra non era iniziata nel migliore dei modi.

Siamo solo al 22 settembre 2016 quando iniziano a circolare voci sempre più insistenti legate ad un più che possibile esonero.

L’Atalanta ha vinto una sola delle prime cinque partite di campionato, è reduce da una sconfitta interna contro il Palermo, occupa il penultimo posto nella classifica di Serie A ed iniziano a circolare i primi nomi per la sostituzione del tecnico.

La compagine nerazzurra è attesa da un’altra gara di campionato che si disputerà solo quattro giorni più tardi contro Crotone e proprio questa sfida viene indicata da molti come l’ultima spiaggia.

Quello che nessuno può immaginare è che le reti di Petagna, Kurtic e Gomez che decreteranno il 3-1 esterno, rappresenteranno l’inizio del lungo percorso che porterà l’Atalanta ad essere ciò che oggi.

Nelle successive partite, la Dea collezionerà sette vittorie ed un pareggio: un filotto che cambierà per sempre la storia del club.

LA DEA IN EUROPA




La prima stagione di Gasperini alla guida dell’Atalanta si conclude con un quarto posto in Serie A che si traduce in un ritorno in Europa dopo 26 anni di attesa.

La Dea si qualifica per la fase a gironi dell’Europa League e riesce in un qualcosa mai accaduto prima: diventa la prima squadra lombarda ad aver chiuso un campionato precedendo sia Milan che Inter.

In molti pensano ad uno straordinario exploit, qualcosa al limite dell’irripetibile, e questo perché non ci si è ancora abituati all’idea che l’Atalanta sia diventata una grande del calcio italiano.

In realtà l’Europa diventerà l’habitat naturale della Dea, l’angolo di calcio per dimostrare a tutti ciò di cui è capace. Se infatti in Italia si prende sempre più confidenza con un modo di giocare uomo su uomo e a ritmi forsennati, nel resto del continente la cosa viene vista come una splendida novità.

L’Atalanta fa esperienza su campi prima ‘inesplorati’ e Gasperini, che nel frattempo ha vinto una Panchina d’Oro, continua a migliorare quella che settimana dopo settimana diventa una macchina perfetta.

La qualificazione in Champions League è la tappa fondamentale di un percorso straordinario e nell’edizione 2019-2020 si sfiora la grande impresa: solo i goal siglati da Marquinhos al 90’ e da Choupo-Moting al 93’, negano all’Atalanta la possibilità di eliminare un PSG ricco di campioni (perderà poi in finale con il Bayern) e di staccare il pass per una storica semifinale.

La Dea ormai non è più una sorpresa: la curiosità ha lasciato il posto alla consapevolezza.

I TRIONFI SOLO SFIORATI




Dell’Atalanta si parla ormai come di una realtà consolidata, ma ad alcuni non basta: per certificare il salto di qualità definitivo serve un trofeo.

La Dea trova nella Coppa Italia terreno fertile, ma per due volte si ferma ad un soffio dal traguardo.

La prima è nell’edizione 2018-2019, quando in finale si deve arrendere alla Lazio (2-0), la seconda due anni più tardi quando viene piegata 2-1 dalla Juventus a Reggio Emilia.

Due sconfitte diverse, ma che lasciano profonde ferite, ma ormai l’Atalanta è diventata una delle squadre più difficili da affrontare nella competizione.

La Dea avrà il prossimo 15 maggio la possibilità di provarci ancora: l’avversario di turno sarà di nuovo la Juventus e l’obiettivo sarà mettere per la seconda volta in bacheca un trofeo (sin qui l’unico) già sollevato al cielo nel 1963.

LA PRIMA FINALE DI EUROPA LEAGUE




Comunque vadano le cose, quella 2023-2024 è una stagione già destinata ad entrare nella storia dell’Atalanta.

La compagine orobica infatti, nel giro di una settimana si giocherà la possibilità di vincere ben due trofei.

Sì, perché alla conquista della finale di Coppa Italia, si è aggiunta quella storica della finale di Europa League.

Il Bayer Leverkusen sarà il durissimo avversario da superare il 22 maggio a Dublino, ma la Dea nel corso di questa competizione ha già dimostrato di poter compiere grandi imprese.

Dopo aver dominato il suo girone, ha superato nei quarti lo Sporting Lisbona (campione di Portogallo), prima di eliminare il Liverpool (dato da tutti come il grande favorito per la vittoria finale) grazie ad uno storico successo per 3-0 ad Anfield.

Il Marsiglia in semifinale ha rappresentato quasi una formalità e contro il miglior Bayer Leverkusen di sempre (quello che si è appena laureato campione di Germania) nulla sarà precluso.


GASPERINI NELLA STORIA DELL’ATALANTA




Un quarto posto, poi un settimo, tre terzi posti consecutivi, un ottavo, un quinto e il resto si vedrà.

Mai nella sua storia l’Atalanta era stata per così tanto tempo e con così grande costanza nei quartieri nobili del calcio italiano.

Di figure fondamentali se ne sono alternate tante nel corso degli ultimi anni, ma la costante è sempre stato lui: Gian Piero Gasperini.

Anima e ideatore di una Dea inimmaginabile, nell’ottobre del 2022 si è guadagnato un posto nella storia del club anche con i numeri, diventando l’allenatore con più panchine in nerazzurro.

Ha superato un’altra leggenda del club come Emiliano Mondonico e da allora non si è ancora fermato.

Le panchine intanto sono diventate 381, con 197 vittorie, 90 pareggi e 94 sconfitte.

Trecentottantuno partite che sono servite per proiettare l’Atalanta in un’altra dimensione e per modificare le gerarchie del calcio italiano.


Fonte: goal.com






By Gandalf
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