03/05/2022 | 21.30
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Dea, non pungi più: dov’è finito il tuo spirito guerriero? by Albo

Partiamo dalla fine per una volta, perché tanto quello che è successo in campo lo abbiamo visto tutti, e anche se non fosse così, non ci vorrebbe tanta fantasia per immaginarlo.
O forse no, meglio mettere al corrente chi lunedì sera si è dedicato ad altro.
Stessa storia, stesso posto, stesso stadio. Stesso canovaccio tattico delle puntate precedenti dove magari l’Atalanta crea più occasioni degli avversari, domina dal punto di vista del gioco, ma alla fine sono gli altri a uscire soddisfatti dal Gewiss. Questa volta è la Salernitana grintosa, nerboruta, con gli occhi iniettati di sangue a mostrarci come nel calcio le motivazioni contano e spesso portano a segnare gol pesanti.
Solo la volontà di Pasalic (capocannoniere della Dea, in panchina e tra i meno peggio in campo, ma è solo l’opinione del sottoscritto) annienta i sogni di gloria dei campani, ma se per loro il pareggio vale come una mezza vittoria e li galvanizza in ottica salvezza, per la Dea risulta l’ennesimo passo falso verso il raggiungimento di un posto in Europa.
Per fortuna di “ultimo treno” non possiamo parlare perché davanti le romane non stanno meglio di noi e tre punti di distanza a 3 giornate dalla fine non sono nulla, ma è chiaro che la trasferta di La Spezia ora rappresenti l’ultima chance di poter continuare a vedere in lontananza quel maledetto treno, rendendo tutto sommato positiva questa stagione.
Aritmeticamente siamo ancora in gioco, ma preoccupa davvero la condizione psicofisica di una squadra che non sembra più avere fame, e soprattutto voglia di divertirsi e divertire.
O forse è proprio come dice Gasp: “Manca lo spirito, c’è un vuoto”. Per citare Foscolo, “dorme quello spirto guerrier ch’entro mi rugge”, e non a caso è mancato alla sera, giusto per restare in tema.
Dov’è finito non è dato saperlo, ma ciò che è certo è che ora che si risvegli, per riprendere a correre quest’ultimo tratto del campionato come solo la Dea della corsa sa fare.

 

Albo

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