18/10/2018 | 04.44
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Deanalitica

Si, è vero, l'Atalanta è il Presidente, è suo figlio, lo sono tutti i dirigenti, il mister e il suo staff, i giocatori della prima squadra e delle squadre minori e poi lo è tutto il personale di Zingonia fino a noi, i tifosi dal primo all'ultimo. Il buon nome della societa' nerazzurra tuttavia è portato avanti anche da tante persone misconosciute che svolgono un ruolo importantissimo e che, a volte, raggiungono vette elitarie nelle rispettive specializzazioni. E' il caso di Andrea Riboli, "sport scientist" atalantino che persino un sito spagnolo, (Analiticasports.com) ha ripreso raccontandolo ai suoi lettori. Ecco la traduzione di quell'articolo ad opera del nostro Rodrigo Diaz.

riboli


“I giocatori hanno bisogno di dati semplici per comprendere il loro rendimento e per sviluppare la competizione fra coloro che lottano per lo stesso posto" - Andrea Riboli

Andrea Riboli è lo Sport scientist dell’Atalanta, squadra di serie A dove gioca l’Agentino Alejandro “Papu” Gomez.
Nella serie di interviste denominata “analistas”, in ANALITICA SPORT facciamo quattro chiacchiere con questo specialista, che affronta le differenti dimensioni della raccolta dati e la gestione delle informazioni di tutte le aree di lavoro di una squadra.
Secondo Riboli, ogni settore (staff tecnico, medico e atletico) ha bisogno dei suoi specifici dati e della sua propria modalità di gestione degli stessi.

Cosa è successo che ha portato da un certo tempo a questa parte all’utilizzo così sistematico dei dati nel calcio?

“Il calcio, come qualsiasi altro sport, necessita di dati oggettivi per ottenere una maggiore capacità di comprensione di quello che succede durante una partita. Partendo da queste basi, gli allenatori e gli scientist possono determinare i profili fisiologici e cinematici di ciascun giocatore e pianificarne gli allenamenti specifici. Inoltre, l’accumulo di tati permette di gestire progetti a medio e lungo termine. Questi progetti sono poi quelli che permettono ricerche più complesse e fanno crescere la conoscenza sia del club che dello staff tecnico circa le risorse che hanno a disposizione.”

Come presenta i dati agli allenatori?

“Dipende da come loro li vogliono vedere. Alcuni chiedono tabelle numeriche ben dettagliate, altri preferiscono grafici semplici. In ogni modo, il modo migliore è fornire e guardare i dati quotidianamente, in modo di stabilire una relazione molto prossima che permetta di fornire le informazioni in maniera diretta e rapida.”

Con i medici e i preparatori è differente?

“Sì. A mio avviso l’interscambio con costoro deve essere condiviso su basi strettamente scientifiche. Per studiare l’allenamento lungo tutto l’arco della stagione, tutto deve essere analizzato nella maniera più dettagliata possibile, sotto l’aspetto delle regole della comunità scientifica corrispondente, e per essere possibile deve essere revisionato il più criticamente possibile come si fa sulle riviste di scienza.”

Immagino che con i calciatori sia diverso, bisogna avvicinarli alle informazioni.

“Con i calciatori le informazioni devono essere presentate nella maniera più chiara e semplice possibile. Non solo per far loro comprendere come viene realizzato il loro lavoro, ma anche per sviluppare la competizione fra quelli che si devono giocare un posto da titolare.”

Tutti i dati sono importanti? Come si decide cosa mostrare e cosa invece tenere in secondo piano?

“Alcuni dati sono più importanti per gli allenatori, altri per i preparatori, altri per i giocatori ed altri per gli sport scientists. Con i calciatori il punto è mostrare loro meno dati possibile ed in maniera chiara. Nel caso in cui si necessiti di dare maggiori informazioni, bisogna fare una riunione individuale per dar loro la possibilità di capire esattamente di cosa si tratta e di fugare ogni loro dubbio che possa nascere da tali informazioni.”

Gli analisti che non si sono formati nel campo sportivo, ma provengono da altri settori scientifici, possono lavorare nello sport o pensi che debbano fare una formazione più specifica?

“I dati nello sport sono difficili da capire ed interpretare, questa è la ragione per cui ci si deve per forza specializzare nella scienza dello sport. E’ chiaro che analisti provenienti da altri settori possono portare novità e miglioramenti, ma quando si parla di sport di alto livello, bisogna avere professionisti con formazione specifica e con la maggior rigorosità possibile.”

Con quali dati che attualmente non si raccolgono ti piacerebbe lavorare in futuro?

“Credo che nel futuro l’analisi si andrà a definire per ciascun riferimento fisiologico di ciascuna delle differenti azioni dello sport. Per esempio, nel calcio, quando si fa il lavoro sugli spazi brevi, l’analisi fisica non si può limitare a valutare la frequenza cardiaca o la locomozione. Alcuni gesti tecnici richiedono un alto livello di fatica o attività neuro-muscolare, che con gli standard di adesso non possiamo classificare e analizzare correttamente.”

By staff
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