Diritti tv, novità per la Legge Melandri: più soldi a chi fa giocare i giovani
Pubblicato il DPCM firmato dal ministro dello Sport Andrea Abodi sui criteri del minutaggio dei giovani che peserà anche sulla distribuzione dei ricavi da diritti tv.
Cambia ufficialmente la Legge Melandri sul tema diritti tv: anche il minutaggio dei giovani peserà sulla suddivisione dei ricavi dei club. Come spiegato da Calcio e Finanza nei mesi scorsi, infatti, mancava da cinque anni un DPCM che definisse i criteri per la distribuzione dei ricavi, dopo che la Legge Melandri era stata modificata a fine 2018. DPCM che è stato firmato dal Ministro per lo Sport Andrea Abodi e pubblicato oggi.
Nella Legge di Bilancio 2018, ufficializzata nel gennaio 2019, veniva annunciata infatti la modifica della Legge Melandri, la seconda nel giro di pochi anni. Nel 2017 l’allora Ministro dello Sport Luca Lotti aveva inserito la novità del radicamento sociale, da calcolare in base ad audience tv e presenze allo stadio, alzando inoltre la quota da distribuire in parti uguali a tutti i club dal 40% al 50%. In sostanza, quindi, la distribuzione dei ricavi da diritti tv per i club di Serie A avveniva in questa maniera:
- 50% in parti uguali tra tutti i club;
- 30% in base ai risultati sportivi (15% legata ai risultati dell’ultimo campionato, 10% sui risultati degli ultimi 5 campionati precedenti all’ultimo, 5% legati ai risultati storici);
- 20% in base al radicamento sociale (8% audience tv e 12% spettatori allo stadio).
Nel 2019, invece, la modifica introduceva la novità del minutaggio dei giovani. Una novità che inseriva una quota pari ad almeno l’1,1% dei ricavi complessivi da distribuire in base ai “minuti giocati nel campionato di serie A da giocatori di età compresa tra quindici e ventitrè anni, formati nei settori giovanili italiani e che siano tesserati da almeno trentasei mesi ininterrotti per la società presso la quale prestano l’attività sportiva, comprendendo nel computo eventuali periodi di cessione a titolo temporaneo a favore di altre società partecipanti ai campionati di serie A o di serie B o delle seconde squadre partecipanti al campionato di serie”. Il modo migliore, di fatto, per incentivare anche le big ad utilizzare i giovani in campo, anche perché va a ridurre i risultati sportivi come criterio di distribuzione.
La legge, così, attualmente, prevede che i ricavi dei diritti tv debbano essere così distribuiti tra i club di Serie A:
- 50% in parti uguali tra tutti i club;
- 28% in base ai risultati sportivi;
- 22% in base al radicamento sociale (di cui almeno il 5% del 22% legato al minutaggio dei giovani).
Come appreso da Calcio e Finanza, così, sono stati confermati oggi con un DPCM i “criteri per la determinazione dei minuti giocati dai giovani calciatori”, che saranno validi “a partire dal girone di ritorno della stagione sportiva 2023-2024” e per cui “non si computano i minuti di recupero e sono escluse le ultime tre giornate del Campionato di Serie A dal computo delle gare valide ai fini del minutaggio”, si legge nel testo del DPCM.
“Ai fini del computo dei minuti giocati dal singolo calciatore, si tiene conto dei seguenti criteri:
- per i calciatori che, nella stagione di riferimento, rientrano nella categoria Under 18 si considera il 100% dei minuti giocati;
- per i calciatori che, nella stagione di riferimento, rientrano nella categoria Under 19 si considera il 90% dei minuti giocati;
- per i calciatori che, nella stagione di riferimento, rientrano nella categoria Under 20 si considera l’80% dei minuti giocati;
- per i calciatori che, nella stagione di riferimento, rientrano nella categoria Under 21 si considera il 70% dei minuti giocati;
- per i calciatori che, nella stagione di riferimento, rientrano nelle categorie Under 22 e Under 23 si considera il 50% dei minuti giocati;
- per i giovani calciatori convocati dalla Nazionale Italiana, sia Nazionale A che Under 21, nella stagione di riferimento, la quota di minuti giocati, determinata ai sensi del presente decreto, è incrementata del 30%”.
“Sulla base dei criteri sopra descritti si procede alla determinazione dei minuti giocati (minutaggio complessivo), per ciascuna delle stagioni sportive ricomprese nei 36 mesi, stilando una graduatoria delle singole squadre”, conclude il documento.
Quanto peserà quindi questa suddivisione? L’1,1% della cifra complessiva dei ricavi da diritti tv per la Serie A è pari a circa 12 milioni di euro: la prima nella classifica legata al minutaggio riceverà il 10% della cifra (circa 1,2 milioni di euro euro quindi), mentre l’ultima nella graduatoria incasserà il 2% della cifra (circa 240mila euro).
fonte calcioefinanza.it
By marcodalmen