Cari amici vicini e lontani...
Nei commenti alla news da noi pubblicata ieri sera alle 21.43 ("Comunicato Provincia, Comune e Atalanta" sul pericolo di contagio negli assembramenti, se dovessimo vincere la coppa mercoledi sera) le avanguardie di coloro che, in barba a tutto, finiranno per abbracciarsi ed urlarsi in faccia la gioia per un trofeo finalmente vinto dopo tempo immemore.
Non sono cosi' sciocco da non sapere che, se dovessimo vincere, il centro di Bergamo mercoledi' sera sara' sicuramente un pandemonio e da atalantino, vorrei che fosse cosi' 365 giorni all'anno.
Purtroppo, è un dato statistico, qualcuno ci rimettera' la salute. Probabilmente poca roba viste le classi di eta' interessate da questo tipo di manifestazioni, ma teoricamente un pericolo mortale per i parenti piu' anziani o piu' debole.
- "E' morto il nonno",
- "Davvero? cos'ha preso? ma se scoppiava di salute un mese fa?"
- "Ha cominciato ad avere un paio di lineette di febbre, poi mal di ossa e poi un crisi respiratoria importante che in poco tempo l'ha mandato al Creatore"
Vedete, noi delle nostre vite possiamo fare quello che vogliamo, anche ammazzarci. Ma mettere a repentaglio la vita dei nostri parenti piu' cari per qualche ora di baldoria è scellerato e oggettivamente sbagliato.
Mi piacerebbe tantissimo che, dopo una lezione sul campo, dessimo a tutta la nazione una lezione comportamentale: una baldoria epocale ma senza zomparci adosso l'un con l'altro, una gioia sfrenata tenendo pero' sempre ben dritto e saldo il timone della responsabilita'sociale rispettando le distanze.
Si parla ancora oggi del giro d'onore della squadra al termine della retrocessione del 2005. Son del parere che quel gesto sconquasso' la mentalita' italiota ben oltre le intenzioni.
Abbiamo a che fare con un nemico bastardo che continua ad insinuarsi anche tra chi rispettava a fondo le regole, e noi dello staff ne sappiamo qualcosa
Abbiamo il dovere di non ripetere la calca di MIlano e di Salerno perche' nessuno come noi è stato flagellato dal virus.
Abbiamo l'obbligo di rispettare e riconoscere il lavoro degli operatori sanitari molti dei quali hanno dato la loro stessa vita per salvare gli altri
Speriamo di vincere, lo speriamo con tutto il nostro cuore (son quasi sessanta gli anni d'attesa!) ed esterniamo la nostra gioia a tutti ma "state giu' di dosso" l'un con l'altro, per quanto potete, e con la mascherina ben piantata sul volto.
Se riuscissimo a preservare anche una sola persona dal contagio, sarebbe la ciliegina sulla torta di una notte magica da tramandare ai nipotini... condividendola con il nonno negli anni a venire.
Calep
Non sono cosi' sciocco da non sapere che, se dovessimo vincere, il centro di Bergamo mercoledi' sera sara' sicuramente un pandemonio e da atalantino, vorrei che fosse cosi' 365 giorni all'anno.
Purtroppo, è un dato statistico, qualcuno ci rimettera' la salute. Probabilmente poca roba viste le classi di eta' interessate da questo tipo di manifestazioni, ma teoricamente un pericolo mortale per i parenti piu' anziani o piu' debole.
- "E' morto il nonno",
- "Davvero? cos'ha preso? ma se scoppiava di salute un mese fa?"
- "Ha cominciato ad avere un paio di lineette di febbre, poi mal di ossa e poi un crisi respiratoria importante che in poco tempo l'ha mandato al Creatore"
Vedete, noi delle nostre vite possiamo fare quello che vogliamo, anche ammazzarci. Ma mettere a repentaglio la vita dei nostri parenti piu' cari per qualche ora di baldoria è scellerato e oggettivamente sbagliato.
Mi piacerebbe tantissimo che, dopo una lezione sul campo, dessimo a tutta la nazione una lezione comportamentale: una baldoria epocale ma senza zomparci adosso l'un con l'altro, una gioia sfrenata tenendo pero' sempre ben dritto e saldo il timone della responsabilita'sociale rispettando le distanze.
Si parla ancora oggi del giro d'onore della squadra al termine della retrocessione del 2005. Son del parere che quel gesto sconquasso' la mentalita' italiota ben oltre le intenzioni.
Abbiamo a che fare con un nemico bastardo che continua ad insinuarsi anche tra chi rispettava a fondo le regole, e noi dello staff ne sappiamo qualcosa
Abbiamo il dovere di non ripetere la calca di MIlano e di Salerno perche' nessuno come noi è stato flagellato dal virus.
Abbiamo l'obbligo di rispettare e riconoscere il lavoro degli operatori sanitari molti dei quali hanno dato la loro stessa vita per salvare gli altri
Speriamo di vincere, lo speriamo con tutto il nostro cuore (son quasi sessanta gli anni d'attesa!) ed esterniamo la nostra gioia a tutti ma "state giu' di dosso" l'un con l'altro, per quanto potete, e con la mascherina ben piantata sul volto.
Se riuscissimo a preservare anche una sola persona dal contagio, sarebbe la ciliegina sulla torta di una notte magica da tramandare ai nipotini... condividendola con il nonno negli anni a venire.
Calep
By staff