08/03/2017 | 04.44
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Domenica davvero nerazzurra

Una prestazione maiuscola contro un avversario che vale più dei punti finora raggranellati in classifica. Questo il giudizio col quale si può sintetizzare l’incontro casalingo contro la Fiorentina. A volte ci si lascia influenzare dal fatto che una squadra abbia in classifica dieci punti in più oppure dieci punti in meno: la verità, però, è che ogni partita è una storia a sé stante.

Grandissima partenza, veemente, dei nostri: nei primi dieci minuti la Fiorentina era chiaramente in difficoltà. Avessero segnato i nostri, probabilmente la partita avrebbe preso una piega diversa: peccato per una certa imprecisione in fase conclusiva (e per un superlativo Tatarusanu nel proseguo dell’incontro), che ha contribuito a lasciare immacolata la lista dei marcatori.

Di contro, la Fiorentina di Davide Astori da San Giovanni Bianco, valle Brembana, ha fatto il suo, e l’ha fatto bene: la buona partita dei viola ha contribuito a mettere in evidenza la bontà della fase difensiva nerazzurra. Berisha è stato attento; Toloi è stato semplicemente mostruoso, con Caldara e Masiello pure ad ottimo livello, sia in fase di copertura che di rilancio del gioco nerazzurro; sulle fasce Conti ha fatto bene e Spinazzola, soprattutto nel primo tempo, è stato devastante; in linea mediana Freuler e Kurtic hanno fatto molto bene, col secondo in grado di mostrare grande flessibilità posizionandosi in un ruolo diverso dal suo solito; D’Alessandro è stato forse un po’ meno brillante di altre volte, ma è pure stato sufficiente; Petagna sempre immenso davanti, protagonista di un’altra grande prestazione, ma ancora poco preciso in fase conclusiva; Gomez costantemente un problema per la difesa viola, forse un pelo meno risolutivo.

La classifica lì davanti la conosciamo bene tutti: un rallentamento può essere fisiologico per tutti (anche la Juventus è stata fermata sul pareggio dall’Udinese), ma nessuno può permettersi di rallentare. La Lazio continua a fare punti, il Milan vince, e vince per goleada l’Inter di Gagliardini (pure in gol a Cagliari), prossimo nostro avversario.

Giocare a san Siro è sempre molto appagante per gli atalantini: le sfide contro le squadre milanesi sono sempre vibranti. Essere lì a giocarsi l’ingresso in Europa a undici partite alla fine del campionato sostanzialmente allo stesso livello con Milan e Inter può essere già considerato un fatto appagante, ma in realtà si tratta di un punto di partenza: in termini di classifica finale non abbiamo fatto ancora nulla, ma ciò non significa che finora non sia stato fatto nulla, anzi.

A san Siro incontreremo l’Inter di Pioli, ben diversa da quella di De Boer battuta a Bergamo all’andata: col nuovo allenatore in panchina l’Inter ha giocato quindici partite vincendone undici, pareggiandone una e perdendone tre, con una media a partita di 2,26 punti; per quanto riguarda i nostri, dalla partita dell’andata contro il Crotone, sono state giocate ventidue partite con quindici vittorie, quattro pareggi e tre sconfitte, per una media a partita di 2,23 punti, sostanzialmente uguale alla media degli interisti sotto gestione Pioli.
A livello di reti fatte e subite, l’Inter rappresenta il quinto miglior attacco della serie A, mentre l’Atalanta è settima; in difesa l’Inter è quarta, l’Atalanta è invece terza: anche in questo caso si evidenzia un certo equilibrio.

Inter-Atalanta è una partita che per noi Atalantini non ha bisogno della ricerca di motivazioni speciali: è una partita che sentiamo molto importante quando ci arriviamo con venti punti in meno in classifica, figuriamoci oggi. A volte siamo tornati vittoriosi da Milano, altre volte ci hanno sotterrato. Personalmente avrei preferito andarci con Masiello in campo, ma credo che chi lo sostituirà (Zukanovic?) non lo farà rimpiangere; inoltre rientrerà Kessie. Ma in campo ci sarà l’Inter trasformata da Pioli, dove chi gioca davanti sta facendo molto, molto bene. Servirà ancora una volta una prestazione maiuscola su ogni zolla del campo del Meazza.

Sarà, va da sé, una domenica calda. L’augurio è di vedere una partita aperta, corretta, possibilmente spettacolare: poi, come sempre, che vinca il migliore.


by Goalie

By staff
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