25/01/2019 | 18.40
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Domenica la sfida dei vivai d'Italia

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Sarà sempre la sfida tra i migliori vivai d'Italia, Atalanta-Roma: la tradizione, che va avanti decenni, non accenna a finire, nonostante qualche inserimento di Inter o Juventus, figlio più che altro di investimenti pesanti per ragazzi già costruiti da altri settori giovanili, o il fortunatissimo ciclo che ha dato al Milan di Arrigo Sacchi la difesa più forte del mondo. Le due squadre che si sfideranno domenica all'Atleti Azzurri d'Italia hanno costruito le loro fortune su bambini fatti crescere e diventare uomini, e calciatori, con criteri di scelta anche piuttosto simili, che hanno sempre privilegiato tecnica di base e fantasia: non ci sono più al timone i due responsabili storici, Bruno Conti e Mino Favini, ma le linee guida sono rimaste le stesse. Solo che i migliori l'Atalanta li ha venduti a caro prezzo, la Roma li ha quasi sempre tenuti in rosa.

 

La novità è che da qualche anno - da quando, dopo un ventennio abbondante al Chievo, è arrivato come direttore sportivo Giovanni Sartori - la squadra nerazzurra sta un po' perdendo la sua matrice italiana. E di conseguenza, trovano meno spazio anche i ragazzi del vivaio. Al momento ce ne sono solamente tre in rosa, e uno di questi è il 27enne Francesco Rossi, alla terza stagione da terzo portiere: nel 2014-15 giocava con la Lupa Roma, poi Prato e Teramo, soli 7' in serie A, subentrando all'ultima giornata dello scorso campionato. Gli altri due sono due giovani stranieri, il gambiano Musa Barrow e lo svedese d'origine macedone Dejan Kulusevski, che Gasperini ha lanciato in serie A proprio domenica scorsa, 18' al posto di Ilicic nel 5-0 con il Frosinone.

 

Il primo, che a Roma si ricordano benissimo per i 4 gol segnati al Tre Fontane nel peggior rovescio interno della Primavera a memoria d'uomo (1-7, e a un certo punto lo richiamarono pure in panchina), quest'anno non ha il piede caldo: 13 presenze in campionato, e neanche un gol. I tre segnati lo scorso anno, in 12 partite, e i 4 nei turni estivi di Europa League, promettevano ben altro. Il gambiano - che essendo stato tesserato a metà della stagione 2017-18, ovvero all'ultimo anno di Primavera, nella categoria dei prodotti del vivaio ci rientra per un pelo - ha tolto spazio a Marco Tumminelo, classe '98 come lui: l'ex giallorosso, visto l'andazzo, andrà via: lo vuole il Lecce, in serie B, e lo avrà prima di fine mercato. La Roma, che lo ha ceduto a titolo definitivo ma mantiene una doppia recompra, nell'estate del 2019 e del 2020, segue l'evolversi della situazione. L'altro ragazzo del vivaio nerazzurro lanciato da Gasperini, Kulusevksi, mercoledì è tornato in Primavera, per i quarti di Coppa Italia, proprio contro la Roma: tra gol, assist e giocate c'è molto del suo talento nel 4-0 per i bergamaschi.

Bastoni d'oro

Oltre a loro tre ci sono altri 16 ragazzi di Zingonia in giro per la serie A: qualcuno ha passato la trentina, come Padoin, Consigli o Montolivo, che sta malinconicamente attendendo senza venire considerato la scadenza del contratto col Milan, il miglior talento è il difensore centrale Bastoni, classe '99, preso dall'Inter (che lo ha poi girato al Parma) prima che il fair play finanziario costringesse la dirigenza a mandare a Bergamo il suo omologo Bettella per pareggiare i conti. Una nutrita pattuglia è passata da Bergamo a Milanello: gli infortuni hanno frenato Bonaventura, Caldara e Conti (che però è rientrato), Kessie ha giocato tanto, ma - come Barrow - è arrivato in nerazzurro che non era certo un bambino. A differenza di Riccardi, l'ultimo talento del vivaio giallorosso, pescato nella Lazio Calcio a 5, portato a Trigoria per fare i Pulcini, e cresciuto fino a esordire coi grandi in Coppa Italia.

Sono 22 i giocatori di scuola Roma tesserati per squadre della serie A 2018-19, e sono tutti italiani. Nessuna preclusione verso gli stranieri - in Primavera ce ne sono sette, dal capocannoniere Celar, che in campionato ha segnato i tre gol di Atalanta-Roma 0-3, all'ultimo inserito, il gambiano Darboe, arrivato in Italia come migrante non accompagnato - ma a Trigoria la prima preoccupazione è quella di non farsi sfuggire i tanti talenti della Capitale. Tumminello è stato pescato in Sicilia, Okaka a Padova, il quarto portiere della prima squadra Stefano Greco a Lecce: degli altri 19 quello che viene più da lontano è Federico Viviani, appena passato dalla Spal al Frosinone, cresciuto a Grotte di Castro, in provincia di Viterbo. Ma il vero vanto della Roma è l'importanza che hanno in prima squadra i suoi ragazzi: da quando Totti ha smesso De Rossi è diventato il capitano, Florenzi il secondo, Lorenzo Pellegrini non è ancora il terzo, ma ha già fatto sapere di volerlo diventare, ed è solo questione di tempo. Si forma anche il senso d'appartenenza, nel vivaio di Trigoria.

fonte: ilromanista.eu

By sigo
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