26/11/2016 | 14.41
0

Donadoni: "L'Atalanta? Adesso è come la Juve"

Donadoni alla vigilia della sfida al Dall'Ara: "E' il momento di capire lo spessore del nostro gruppo. Gli infortuni non devono essere un alibi"

C'è scritto Atalanta, ma si può leggere Juventus. «Ma sì, possiamo definirla la Juventus del campionato, in questo momento", ammette Roberto Donadoni alla vigilia di Bologna-Atalanta, in programma domani alle 15 al Dall'Ara, seconda giornata consecutiva a orario canonico. Una rarità, di questi tempi. I nerazzurri di Gasperini, partiti malissimo (quattro sconfitte nelle prime cinque), viaggiano da due mesi a un ritmo vertiginoso, con ventidue punti conquistati su ventiquattro a disposizione. Fermarli, insomma, sarà come ripetere l'impresa di quel pareggio a reti bianche contro l'imbattibile Juventus dell'anno scorso. "Affrontare oggi l'Atalanta – rinforza il concetto Donadoni – è come sfidare una primissima della classe. È il desiderio di tutti misurarsi contro avversari di questo tipo. Vogliamo capire lo spessore del nostro gruppo e questa mi sembra l'occasione ideale".

Il Bologna, dopo due mesi senza vittorie, ha appena interrotto il digiuno vincendo col Palermo. Si è sbloccato Destro ("mai avuto così in forma", garantisce il tecnico), ma si è fermato di nuovo Sadiq, la sua alternativa. Ne avrà per trenta giorni per la rimozione di un frammento osseo dalla caviglia. Così, dovesse essercene bisogno, sarà solo Floccari il sostituto del titolare, mancando anche Verdi e Di Francesco. L'emergenza in attacco, insomma, prosegue senza requie. "Non dev'essere un alibi, perché le soluzioni si trovano sempre – spiega Donadoni – e poi il nostro limite principale è stato causato dal carattere, più che dagli infortuni. È qui che dobbiamo lavorare. Se fossimo stati più incisivi caratterialmente forse ora saremmo al posto dell'Atalanta".

E il riferimento, s'intuisce, corre alle quattro partite che il Bologna conduceva in vantaggio, trasformate per sfortuna o ingenuità in deludenti pareggi. L'ultimo nodo della vigilia riguarda solo il portiere. Mirante, dopo tre mesi di fermo forzato, è pronto per tornare: "Valuterò all'ultimo – chiosa Donadoni -, non è una decisione che mi assilla, anche perché posso contare su professionisti che si parlano apertamente". O lui o Da Costa, la questione portiere rimarrà aperta ancora per poche ore.

fonte repubblica.it

By marcodalmen
0 commenti