Dopo sbigottimento e sconcerto… By ReMo
Debbo ammetterlo : le ultime vicende che si sono animate d’attorno alla nostra Atalanta mi hanno cronologicamente sorpreso e indignato, come emerge dai miei commenti, aspri e critici.
Non ho giustificato il fatto che, a fronte di una situazione in perfetto assetto, ove era prevista una sola cessione importante, fisiologica agli effetti finanziari, si siano scatenate richieste, indotte da bigs militanti in grossi clubs, che richiesti altrove da offerte faraoniche, hanno innescato tentativi di compensazione mediante il prelievo di nostri pilastri della squadra.
Se la prima, paventata defezione da parte di Gosens era rientrata, il raptus della partenza aveva preso, con motivazioni assolutamente sconvolgenti, il numero uno della nostra difesa ed il demone dell’addio non era arginabile, data la fortuna prospettata con la proposta.
Già si sapeva del legittimo desiderio di Ilicic, sospinto su altre sponde dalla volontà di trovare un maggiore impiego in linea con la conclusione della carriera, ma le sorprese non erano concluse e il possibile abbandono di Zapata, intravisto dagli interisti come rimedio al dorato abbandono del loro prezzolatissimo centroavanti, ha portato nuovo scompiglio nel nostro ambito.
Ho ravvisato in questi fatti come la nostra Atalanta fosse stata trasformata in medicina di tutti i mali, da parte di tutte le altre formazioni, trovando nell’accettazione di queste richieste, motivi di grigia delusione e mancanza di una sana reattività da parte della dirigenza.
Oltretutto l’apertura ad offerte congrue, propalata dalla società, aveva diffuso l’impressione di una infausta disponibilità estesa a tutti i componenti della squadra, seminando o scatenando possibili appetiti, non propriamente rassicuranti.
Il contrafforte di una illuminata gestione, protrattasi dall’arrivo del Gasp, è parsa dissolversi senza possibilità di frenarne la caduta, ma dilatando la delusione mia e della tifoseria.
I sogni muoiono all’alba, proprio quando era diventata tangibile la possibile concretizzazione. Le evoluzioni successive, non ultimo l’incontro che lunedì ci vedrà addirittura trattare un giocatore di primissimo piano, a partire dall’esborso, ritenuto inaccessibile per la società bergamasca, mi ha improvvisamente aperto gli occhi su di un’evoluzione inarrivabile e superba.
Preso da questa percezione, stupito dall’imprevedibile spinta commerciale in terra di Albione, sono pronto a chiedere umilmente scusa, come si conviene ad un uomo di poca fede, che non si sente l’unico in questo consesso.
Forse siamo arrivati al massimo vertice concepibile per la conduzione di una società nata in piccolo, già provinciale ma ormai lanciatissima verso traguardi imprevedibili.
Consapevolezza, credito e valori si sono consolidati al punto che non si disdegna l’opportunità di svecchiare l’organico, anche nei componenti di primo piano, guardando avanti, senza timori, per sconfessare metodi di conduzione ascritti al passato , ribaltando inveterati concetti di oculata parsimonia che qualcuno aveva apostrofato come braccino corto.
All’avvedutezza di sempre sembra accoppiarsi l’applicazione pratica di nuovi progetti e di adeguate
procedure misteriose ma affascinanti.
Uno squarcio che fa intravvedere la realizzazione diretta di un sogno a cui potere dare del tu, vista la opportunità che si è presentata, apparentemente in chiave negativa, ma la cui intelligente lettura ha prospettato una impensabile soluzione, immaginifica e rivoluzionaria.
Un processo di emancipazione impensabile, grandioso ed ambizioso sta spingendo inusitatamente verso un futuro diverso, quello stesso che pareva atterrirci e che invece è stato domato e piegato in direzione di incontri e sviluppi che ci avrebbero fatto tremare i polsi.
L’incontro di lunedì, in Inghilterra, ha il respiro di un progresso di cui si è ritenuta possibile l’esatta e completa attuazione.
Pur senza conoscerne le risultanze dobbiamo esprimere il compiacimento di avere una conduzione societaria da manuale, da seguire con quella fiducia e quel rispetto che sono mancate, proprio per la nostra incapacità di coglierne lo sviluppo.
Che malgrado tutto sta avanzando, con intelligenza, saggezze e soprattutto, senza paura.
Credo proprio che i livelli si alzeranno con un’unità di misura ben più ampia della ormai vetusta e tradizionale asticella: pazienza e vedremo.
Rinnoviamo fiducia e certezze perché sono il solo, importante contributo che possiamo e dobbiamo apportare, esimendoci, per quanto possibile dal criticare, in particolare, situazioni che sono ancora estranee alla nostra comprensione, ma da cui trarremo gioie e soddisfazione.
Grazie di tutto e forza Atalanta !
ReMo
Non ho giustificato il fatto che, a fronte di una situazione in perfetto assetto, ove era prevista una sola cessione importante, fisiologica agli effetti finanziari, si siano scatenate richieste, indotte da bigs militanti in grossi clubs, che richiesti altrove da offerte faraoniche, hanno innescato tentativi di compensazione mediante il prelievo di nostri pilastri della squadra.
Se la prima, paventata defezione da parte di Gosens era rientrata, il raptus della partenza aveva preso, con motivazioni assolutamente sconvolgenti, il numero uno della nostra difesa ed il demone dell’addio non era arginabile, data la fortuna prospettata con la proposta.
Già si sapeva del legittimo desiderio di Ilicic, sospinto su altre sponde dalla volontà di trovare un maggiore impiego in linea con la conclusione della carriera, ma le sorprese non erano concluse e il possibile abbandono di Zapata, intravisto dagli interisti come rimedio al dorato abbandono del loro prezzolatissimo centroavanti, ha portato nuovo scompiglio nel nostro ambito.
Ho ravvisato in questi fatti come la nostra Atalanta fosse stata trasformata in medicina di tutti i mali, da parte di tutte le altre formazioni, trovando nell’accettazione di queste richieste, motivi di grigia delusione e mancanza di una sana reattività da parte della dirigenza.
Oltretutto l’apertura ad offerte congrue, propalata dalla società, aveva diffuso l’impressione di una infausta disponibilità estesa a tutti i componenti della squadra, seminando o scatenando possibili appetiti, non propriamente rassicuranti.
Il contrafforte di una illuminata gestione, protrattasi dall’arrivo del Gasp, è parsa dissolversi senza possibilità di frenarne la caduta, ma dilatando la delusione mia e della tifoseria.
I sogni muoiono all’alba, proprio quando era diventata tangibile la possibile concretizzazione. Le evoluzioni successive, non ultimo l’incontro che lunedì ci vedrà addirittura trattare un giocatore di primissimo piano, a partire dall’esborso, ritenuto inaccessibile per la società bergamasca, mi ha improvvisamente aperto gli occhi su di un’evoluzione inarrivabile e superba.
Preso da questa percezione, stupito dall’imprevedibile spinta commerciale in terra di Albione, sono pronto a chiedere umilmente scusa, come si conviene ad un uomo di poca fede, che non si sente l’unico in questo consesso.
Forse siamo arrivati al massimo vertice concepibile per la conduzione di una società nata in piccolo, già provinciale ma ormai lanciatissima verso traguardi imprevedibili.
Consapevolezza, credito e valori si sono consolidati al punto che non si disdegna l’opportunità di svecchiare l’organico, anche nei componenti di primo piano, guardando avanti, senza timori, per sconfessare metodi di conduzione ascritti al passato , ribaltando inveterati concetti di oculata parsimonia che qualcuno aveva apostrofato come braccino corto.
All’avvedutezza di sempre sembra accoppiarsi l’applicazione pratica di nuovi progetti e di adeguate
procedure misteriose ma affascinanti.
Uno squarcio che fa intravvedere la realizzazione diretta di un sogno a cui potere dare del tu, vista la opportunità che si è presentata, apparentemente in chiave negativa, ma la cui intelligente lettura ha prospettato una impensabile soluzione, immaginifica e rivoluzionaria.
Un processo di emancipazione impensabile, grandioso ed ambizioso sta spingendo inusitatamente verso un futuro diverso, quello stesso che pareva atterrirci e che invece è stato domato e piegato in direzione di incontri e sviluppi che ci avrebbero fatto tremare i polsi.
L’incontro di lunedì, in Inghilterra, ha il respiro di un progresso di cui si è ritenuta possibile l’esatta e completa attuazione.
Pur senza conoscerne le risultanze dobbiamo esprimere il compiacimento di avere una conduzione societaria da manuale, da seguire con quella fiducia e quel rispetto che sono mancate, proprio per la nostra incapacità di coglierne lo sviluppo.
Che malgrado tutto sta avanzando, con intelligenza, saggezze e soprattutto, senza paura.
Credo proprio che i livelli si alzeranno con un’unità di misura ben più ampia della ormai vetusta e tradizionale asticella: pazienza e vedremo.
Rinnoviamo fiducia e certezze perché sono il solo, importante contributo che possiamo e dobbiamo apportare, esimendoci, per quanto possibile dal criticare, in particolare, situazioni che sono ancora estranee alla nostra comprensione, ma da cui trarremo gioie e soddisfazione.
Grazie di tutto e forza Atalanta !
ReMo
By staff