Duvan Zapata : fatti e non parole. - by ReMo
In una recente intervista il nostro Panterone ha accennato al fatto di essere stato oggetto, l’estate scorsa, di una richiesta da parte del Biscione milanese, che si è risolta senza nulla di fatto.
L’attaccante ha aggiunto di essere soddisfatto di restare qui e di intendere davvero vivere da noi, unitamente alla sua famiglia.
Un’asserzione posata e sincera, almeno a mio modo di vedere, che non avrei messo in discussione.
Al contrario ho letto dubbi e perplessità di qualcuno che rimestava l’impossibile verifica di come fossero effettivamente andate le cose , ma già con la ferma convinzione che il trasferimento non si fosse concretizzato solo a causa del mancato accordo finanziario intercorso tra le due società, forse a dispetto delle stesse attese di Duvan.
Eventualità possibile ed accettabile poiché, quando la situazione non si sblocca e delude le attese delle parti coinvolte, queste spesso e comunque si dichiarano soddisfatte.
Normalmente a questi fatti segue la materializzazione dell’eventuale delusione che si ripercuote, in primis, sul grado di rendimento del calciatore e sul suo equilibrio psico fisico.
Questo ho pensato nelle partite successive, seguendo Duvan, alle prese con una situazione di stallo che pareva inficiarne la ripresa, ma consentiva di comprendere, a chiare lettere, la attendibilità della sua asserzione.
Ad un impegno massimo per rimettersi al meglio ed alla tristezza mista al rammarico per la carenza di reti, egli ha opposto, senza alcun cedimento verso una situazione avversa, il massimo dell’agone e della determinazione.
Era chiaro che il suo accanimento avrebbe sortito, quanto prima, le migliori risultanze.
Le due segnature realizzate con la Sampdoria e la Lazio sono state propedeutiche per la partitissima contro i mostri sacri del Manchester United, dove la sua silhouette sfrecciante mortificava e sviliva il confronto con i campioni, consacrandosi davvero migliore di loro.
Ha ritrovato il suo miglior sorriso e la felicità che traspare da un viso che rispecchia le tante energie trasfuse ed il suo incessante sacrificio e, nella trasferta di Cagliari, con una segnatura irresistibile per potenza e scioltezza, ci ha riportato al quarto gradino della classifica.
Ci fatto ha capire la realtà della sua appartenenza all’Atalanta e del legame a Bergamo, mostrando quanto la sua dedizione sia reale, unica, straordinaria e commuovente.
Le sue non erano parole di circostanza e non erano seminate nel vento: lo si è visto sul campo.
Come i suoi tanti compagni, venuti da terre lontane, per trapiantare qui il desiderio di emergere e di affermarsi, anche lui è proprio uno dei nostri.
Con i nostri colori: ricordiamocene!
Grazie Duvan Zapata e che la tua stella continui a brillare nel nostro cielo nerazzurro.
I tuoi sono davvero fatti e non soltanto parole.
By ReMo
L’attaccante ha aggiunto di essere soddisfatto di restare qui e di intendere davvero vivere da noi, unitamente alla sua famiglia.
Un’asserzione posata e sincera, almeno a mio modo di vedere, che non avrei messo in discussione.
Al contrario ho letto dubbi e perplessità di qualcuno che rimestava l’impossibile verifica di come fossero effettivamente andate le cose , ma già con la ferma convinzione che il trasferimento non si fosse concretizzato solo a causa del mancato accordo finanziario intercorso tra le due società, forse a dispetto delle stesse attese di Duvan.
Eventualità possibile ed accettabile poiché, quando la situazione non si sblocca e delude le attese delle parti coinvolte, queste spesso e comunque si dichiarano soddisfatte.
Normalmente a questi fatti segue la materializzazione dell’eventuale delusione che si ripercuote, in primis, sul grado di rendimento del calciatore e sul suo equilibrio psico fisico.
Questo ho pensato nelle partite successive, seguendo Duvan, alle prese con una situazione di stallo che pareva inficiarne la ripresa, ma consentiva di comprendere, a chiare lettere, la attendibilità della sua asserzione.
Ad un impegno massimo per rimettersi al meglio ed alla tristezza mista al rammarico per la carenza di reti, egli ha opposto, senza alcun cedimento verso una situazione avversa, il massimo dell’agone e della determinazione.
Era chiaro che il suo accanimento avrebbe sortito, quanto prima, le migliori risultanze.
Le due segnature realizzate con la Sampdoria e la Lazio sono state propedeutiche per la partitissima contro i mostri sacri del Manchester United, dove la sua silhouette sfrecciante mortificava e sviliva il confronto con i campioni, consacrandosi davvero migliore di loro.
Ha ritrovato il suo miglior sorriso e la felicità che traspare da un viso che rispecchia le tante energie trasfuse ed il suo incessante sacrificio e, nella trasferta di Cagliari, con una segnatura irresistibile per potenza e scioltezza, ci ha riportato al quarto gradino della classifica.
Ci fatto ha capire la realtà della sua appartenenza all’Atalanta e del legame a Bergamo, mostrando quanto la sua dedizione sia reale, unica, straordinaria e commuovente.
Le sue non erano parole di circostanza e non erano seminate nel vento: lo si è visto sul campo.
Come i suoi tanti compagni, venuti da terre lontane, per trapiantare qui il desiderio di emergere e di affermarsi, anche lui è proprio uno dei nostri.
Con i nostri colori: ricordiamocene!
Grazie Duvan Zapata e che la tua stella continui a brillare nel nostro cielo nerazzurro.
I tuoi sono davvero fatti e non soltanto parole.
By ReMo
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