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E poi ci chiedono il trofeo

E poi ci chiedono il trofeo

Premessa: Chi vi scrive non vede l'ora di tornare in Champions e di vedere i nostri alzare una coppa.

 

Nell'era preconsumistica tutto ciò che veniva costruito dall'uomo era fatto per durare in eterno.
Dalle macchine, ai giocattoli, alle case. Una Ode al risparmio perchè non si dovesse sprecare altro tempo e denaro
in una cosa già ideata e costruita, se non per migliorarla o migliorarne le prestazioni.

Ecco allora che ci troviamo con macchine d'epoca che spesso funzionano meglio di macchine appena uscite di fabbrica, ma l'esempio più calzante lo riscontro nei giocattoli.

Chi in casa o in soffitta o dai propri parenti più su con l'età, non possiede quei giocattoli creati nelle decadi
tra il '70 e il '90, perfettamente conservati, perfettamente funzionanti, che con semplicità e costanza, quando si vuole
passare del tempo in compagnia respirando i vecchi valori, si tirano fuori dagli armadi e si respira l'aria di un tempo?

Chi ancora oggi non preferisce il Risiko alla Playstation od un sano scopone scientifico alle diavolerie moderne?

Quante parole sono state dette su questa Atalanta, e su Gasperini, e quanti detrattori non perdono occasione di seminare il panico, e zizzania, gridando al giocattolo rotto, agli screzi, ai litigi, al tempo che passa e che chiede il conto
di un'era che è tutt'altro che passata.

Ad Anfield l'Atalanta ha dimostrato ancora una volta, l'ennesima, che il giocattolo che allieta la nostra vita da 8 anni,
è tutt'altro che rotto. Gli ingranaggi funzionano, anche quelli di scorta che si tengono nella scatola originale per rimpiazzare i pezzi usurati. E sono tutti ben oliati, tutti uniti allo scopo, tutti felici di far parte di un team, una squadra, una città, che ha come unico scopo quello di mettercela tutta, sempre.

Il giocattolino neroblu ci ha portato ad essere l'unica squadra italiana a vincere in coppe europee nel tempio del
Liverpool per due volte (Aggiungerei anche il 5 a 1 all'Everton in un altro glorioso stadio della città).

Nel post partita col Cagliari, a soli due giorni dalla partita di Liverpool, lo sport nazionale sembrava diventato quello
di fare il pelo (come spesso avviene) al carattere del Gasp, a quello che non va, alle sfuriate con la dirigenza, finanche
a dei battibecchi con qualche giocatore.

Eppure Gasperini ha dimostrato una volta ancora di quanto l'etere brulichi di invidiosi, di corvi e avvoltoi.
Ma una volta di più tutta questa negatività, il Vate la immagazzina, come un parafulmine, e come un gatto la trasforma
in forza, in caparbietà, in energia pulita e fresca, scrivendo pagine e pagine di storia che a breve finiranno
nel museo in costruzione nella nuova curva sud.

Ma proprio sul carattere di Gasperini vorrei soffermarmi.
Perchè la colpa era di Gasperini se Scamacca non rendeva. L'allenatore era troppo burbero e brusco con l'attaccante che fino a poche settimane fa sembrava essere l'acquisto più sbagliato della storia, e che invece con continuità e tenacia sta facendo ricredere tutti su quanto possa essere devastante.



La colpa era di Gasperini sulla gestione dei portieri, con uno svogliato e triste Musso, alla porta di Zingonia da mesi,
un'entità a parte, fuori dal gruppo, che però si sta giocando tutte le sue partite in Europa League, facendo miracoli
con lo Sporting oppure, come in UK, ottenendo un clean sheet ad Anfield con serietà e professionalità e col sorriso.



Ecco il sorriso. La felicità di chi non gioca, la giacca del Gasp che vola sui tifosi come fosse la maglia di un giocatore.
Questo, è il carattere di Gasperini, comandante duro e battagliero, come dovrebbe essere ogni allenatore, ma sincero
e genuino, come dovrebbe essere ogni uomo che ha a cuore le sorti di chi da lui deve solo imparare.

Chi ancora vede dei limiti nel carattere di Gasperini, non ha ancora capito che in realtà tutto questo è la sua forza.
La capacità di allenare la testa dei giocatori a superare i propri limiti, a spronarli per trasformarli da bruchi
a farfalle, da ragazzi a uomini, da giocatori a campioni.

E a chi ci viene a chiedere dei trofei in bacheca rispondo: il nostro trofeo è essere Atalantini, e in bacheca ci sono
i nostri occhi bagnati da lacrime di gioia e il nostro cuore, che non sa più dove mettere la gratitudine per questa
Atalanta, che da sogno è diventata realtà.

 

Lunga vita a Gasperini, lunga vita all'Atalanta.
You'll never walk alone



 

By sigo
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