E se la partita la marchiasse lui domani?
In occasione dell’assalto finale che l’Atalanta ha provato (invano) ad architettare contro il Como c’è stato spazio anche per il giovanissimo attaccante dell’Under 23 Vanja Vlahovic – bravo a procurarsi il rigore poi trasformato da Lookman – ma non per Nicolò Zaniolo. L’attaccante italiano che la Dea ha prelevato in estate dal Galatasaray è rimasto seduto in panchina per novanta minuti nel match contro i lariani, dopo averne giocati venti nella sfida di Champions League del Gewiss Stadium contro l’Arsenal di quattro giorni prima (giovedì 19 settembre).
Questa è stata la decisione di Gian Piero Gasperini che, sì, può sorprendere ma soltanto fino ad un certo punto. Perché a conti fatti non ci troviamo di fronte a nessun tipo di bocciatura. Anzi. Nel pieno svolgimento di un percorso che l’ex Roma deve completare prima di poter tornare al top per poter offrire quelle garanzie tecniche e fisiche che da uno come lui ci si aspetta, questi passaggi intermedi rappresentano degli step più che fisiologici.
Nel corso delle settimane precedenti, non a caso, Gasperini aveva parlato di una scommessa momentaneamente persa, ma con ancora tra le mani tutte le carte possibili per poterla vincere. Un messaggio forte e chiaro che non ha fatto altro che inquadrare la situazione attuale del nuovo attaccante atalantino. Il tecnico di Grugliasco è infatti pienamente consapevole del valore assoluto del classe 1999 ma allo stesso tempo sa che la condizione necessaria affinché questo matrimonio possa funzionare è proprio legata alle certezze che il ragazzo saprà offrire, sotto tutti i punti di vista.
Da quando è arrivato a Bergamo, infatti, Zaniolo ha dovuto fare i conti con qualche intoppo che ha logicamente rallentato il suo percorso d’inserimento e da inizio stagione, infatti, l’ex Roma ha giocato solamente 40 minuti complessivi tra Serie A e Champions League. Due apparizioni fugaci per un giocatore considerato centrale all’interno delle dinamiche progettuali atalantine ma che va portato necessariamente al livello dei compagni se lo si vuole inquadrare come potenziale valore aggiunto di questa squadra.
Da quando è tornato ad allenarsi in gruppo il calciatore sta compiendo tutti gli step necessari – senza strafare – per riproporsi nelle migliori condizioni possibili e per scalare le gerarchie tracciate dal suo allenatore. Per questo motivo, dunque, la panchina contro il Como va interpretata sotto questa luce e non come una mancanza di fiducia nei suoi mezzi.
L’Atalanta, nell’ottica di una stagione che presenta un calendario pieno zeppo di appuntamenti, necessita però del miglior Zaniolo e spera di poterlo fare il più presto possibile. L’affacciarsi di Vlahovic sul palcoscenico della prima squadra è sicuramente una notizia positiva, ma la caratura dell’ex Aston Villa è sicuramente superiore e maggiormente impattante rispetto a quella del giovanissimo bomber serbo.
Morale della favola, la Dea ha bisogno del suo numero 10. E anche con una discreta urgenza. Servono i suoi colpi risolutori. Serve la sua esperienza. Perché Zaniolo è fisicamente recuperato – come ribadito da Gasperini nella conferenza stampa post Atalanta-Como – ma ora deve tornare in condizione e questo è un viatico – forse il più importante – che va percorso piuttosto velocemente. Stiamo infatti parlando di un giocatore che, per caratteristiche e peso specifico, deve essere determinante e il suo innesto all’interno dello scacchiere nerazzurro deve gioco forza spingere in quella direzione. Solo così la famosa ‘scommessa’ tirata in ballo dall’allenatore atalantino potrà considerarsi vinta.
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