04/10/2021 | 11.40
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Equilibrio e ponderazione

Equilibrio e ponderazione.



Perdere una partita in maniera difficile da accettare, dove ad uno svarione del portiere dopo solo venticinque secondi segue un infausto controllo a fine del primo tempo, aggravato da un cambio sbagliato dopo l’infortunio a Pessina, non sono state avvisaglie ma bensì motivi di una meritata debacle. Un secondo tempo scialbo, senza mordente ed un inutile finale arrembante che ci ha dato scialbo conforto, contenendo il punteggio della sconfitta nella differenza di una sola rete, non ha frenato un disappunto ed una delusione, già in corso per la politica dei prezzi d’ingresso ed ora maturata anche sul campo di gioco.

Il cielo buio e nuvoloso ci ha nascosto la visione delle stelle, certamente non bene auguranti, ma la lettura dei primi commenti espone una delusione, certamente ammissibile ma,  non di meno assai eccessiva. Non accettare errori in cui incappiamo tutti, nel nostro ambito operativo ed esasperarne le risultanze scordando anche tutto quanto di positivo li ha preceduti, significa perdita del sano equilibrio e adire ad errate valutazioni, che risultano ingiuste ed irrazionali.

Certo ci attende un amaro lunedì che rimescolerà il momento di rapporto in contrasto con le linee di programmazione della società, con la consapevolezza che il sostegno della tifoseria ospite sovrastai clamori della nostra, ma vediamo di mantenere una visione definita ai singoli elementi valutandoli singolarmente.

Per quanto riguarda la squadra, aver superato i due primi incontri della CL piazzandoci in prima posizione, resta un termine positivo che non consente di scagliarsi contro la squadra al primo passo sbagliato. Se nel calcio non esistessero errori, non si addiverrebbe alle segnature, che conseguono rigidamente ad ogni tipologia di sbagli. Giusta e conseguente la delusione che accompagna segnature come le due contro i rossoneri, ma vediamo di allinearle alle prodezze effettuate e tiriamo le somme, che evidenzieranno la positiva attività.

I sostenitori quali siamo o dovremmo essere hanno il compito di enfatizzare i successi ed attutire le sconfitte, ma molti degli atteggiamenti espressi ci configurano più quali carnefici anziché positivi estimatori. Il pubblico bergamasco gode di eccellente fama nel sostegno dei propri colori, ma a leggere taluni, ingrati giudizi, viene il sospetto che troppi nuovi ‘tifosi’ siano dei contronatura arruolati, che sarà bene ritornino ai patrii lidi, in quanto disonorano la nostra tradizione bergamasca ed atalantina  di fedeltà e dedizione.

Come in ogni comunità di appartenenza, anche i tifosi atalantini, sono liberi di prendere posizioni, aggreganti o contrastanti, che di fatto costituiscono un variegato insieme. Il momento in cui quello che si è fatto carico di portare avanti i canti e le manifestazioni di vicinanza alla squadra ritiene di sciogliersi, si dovrà ricercare la possibilità e la volontà di ricostituirlo: cosa non facile ed impegno immane, per cui ci si dovrà spendere con sacrificio.

In attesa che talune situazioni si ricompongano e tenuto presente il momento critico della tifoseria, dobbiamo, in particolare, salvaguardare il rispetto e l’aderenza ai criteri deontologici necessari alla sana sopravvivenza dei rapporti, vagliandoli con i giusti parametri di comprensione. Non è una sconfitta che può tagliarci fuori dalle nostre ambizioni e dalle nostre finalità, ma di certo si rende necessario il rispetto di una serie di attenzioni che suggellano il nostro legame e danno senso concreto al sostegno, senza esporlo ad alternanze illogiche e negative.

Dopo una caduta serve rialzarsi, tenendo conto dell’inciampo che ci ha fermato ma, soprattutto della volontà di ripartire, spediti e senza intoppi ulteriori.

Forza Atalanta

By ReMO
By sigo
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