17/05/2022 | 19.00
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Euro-visioni: siamo ai “Brividi” finali - by Albo

Altro che Eurovision, altro che Mahmood e Blanco: dopo la delusione nella kermesse musicale (si fa per dire), ora sarà quest’ultima giornata di campionato a farci venire i brividi, perché il presente e forse il futuro della Dea dipenderà dall’ultima sfida casalinga contro l’Empoli, e purtroppo solo in piccola parte, perché tutto il popolo orobico dovrà appellarsi alla grazie della Dea Fortuna per riacciuffare in extremis un posto in Europa, e anche la tanto bistrattata Conference League ora acquista un valore quasi inestimabile.

L’aritmetica al momento ci dà ancora speranze, e come consuetudine i social stanno dando sfogo alle crisi isteriche e a un’improvvisa verve matematica di tifosi bergamaschi e non, perché si è entrati ormai nell’endgame come direbbero gli scacchisti, in quel finale di partita dove il calcolo, la velocità di pensiero, ma anche la creatività e il minimo errore possono decidere le sorti del match.

Aldilà dei meri calcoli pitagorici, la Dea dovrà fare due cose: vincere e sperare nelle torinesi (Torino giocherà contro la Roma, mentre la Juve contro la Fiorentina). Niente più.

Non c’è più spazio e tempo per esperimenti e convinzioni ideologiche: contro l’Empoli il risultato conterà più dei vari estetismi e opinioni tecnico-tattiche. In campo ci andranno i migliori, i più convinti, quelli che ancora possiedono lo “spirto guerriero”, insomma quelli che dimostreranno ancora una volta di uscire dal campo con la maglia sudata, la mente fredda e il cuore caldo, perché il momento della verità è giunto, e servono gli uomini, più che i calciatori.

L’Europa al momento la scorgiamo opaca all’orizzonte, e dopo la sconfitta contro il Milan ci sembrava un miraggio, ma la sconfitta della Fiorentina e il pareggio della Roma hanno reso nitidi quanto meno i contorni della qualificazione.

“I miraggi non hanno mai portato le carovane alla meta, ma senza i miraggi le carovane non sarebbero mai partiti”, così recita un vecchio aforisma. Grazie alle ambizioni europee del Gasp e della società, la Dea ha ricominciato a correre sulla strada del successo e della gloria, e quello che tempo fa reputavamo un miraggio, una mera illusione o inguaribile ottimismo, ora tangibile più che mai, perché l’atalanta ha imparato a sognare, e non ha di certo intenzione di farlo all’ultimo chilometro di questa maratona chiamata Serie A..

 

Albo

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