Europa League nelle nostre mani: il futuro passa da San Siro - by Albo
La Dea a La Spezia è riuscita a prendere l’ultimo treno disponibile per l’Europa League, e senza neanche troppa fatica visto il risultato, ma ora toccherà a lei rimanere ancora al proprio posto e non perdere il biglietto.
La prossima tappa però è San Siro, contro il Milan capolista che contro quella che una volta fu era la Fatal Verona ha dimostrato di essere davvero indiavolato, convinto, concreto e soprattutto motivato. La motivazione con la M maiuscola data dall’ambizione Scudetto, ma abbiamo visto come in questo campionato ogni singola motivazione (salvezza, record di punti, ambizioni e voglia di togliersi qualche sfizio) contino quasi come se in gioco ci sia la Coppa del Mondo.
Coi nostri piedi quindi potremmo decidere le sorti in chiave Scudetto, ma sinceramente contro il Milan per noi tifosi e per la squadra vincere per far contenti gli interisti non passerà nemmeno per l’anticamera del cervello.
C’è un 2-3 dell’andata da vendicare, ma soprattutto un Europa da consolidare: due motivazioni che non sono di certo seconde alla vittoria di un campionato, perché in campo poi ci va chi ci crede, chi sa di esser più forte e di meritarsi un destino glorioso.
Purtroppo non abbiamo esattamente il destino nelle nostre mani, perché anche vincendo la nostra posizione finale dipenderà dai risultati delle due romane e della Fiorentina, rispuntata all’orizzonte dopo l’exploit interno proprio contro i giallorossi.
Prima di sbizzarrirci in previsioni complicate e degne di Nostradamus però è bene concentrarci sul presente, perché le voci sul futuro nerazzurro dipenderanno proprio da quest’ultimi 180 minuti, e dove basterà ritrovare se stessi per raggiungere il traguardo finale.
Basterà solo correre, con grinta, cuore, passione e tanata forza di volontà. Le stesse armi che ci hanno proiettato alla soglia dell’Olimpo e da cui la Dea non vuole certamente scendere.
E allora tutti con coraggio a San Siro, dove solo un’Atalanta da mitologia, nel suo pieno formato “divino” potrà prendere per le corna il Diavolo e riscrivere nuovamente la sua storia che comunque vada rimarrà comunque gloriosa per sempre.
Albo
La prossima tappa però è San Siro, contro il Milan capolista che contro quella che una volta fu era la Fatal Verona ha dimostrato di essere davvero indiavolato, convinto, concreto e soprattutto motivato. La motivazione con la M maiuscola data dall’ambizione Scudetto, ma abbiamo visto come in questo campionato ogni singola motivazione (salvezza, record di punti, ambizioni e voglia di togliersi qualche sfizio) contino quasi come se in gioco ci sia la Coppa del Mondo.
Coi nostri piedi quindi potremmo decidere le sorti in chiave Scudetto, ma sinceramente contro il Milan per noi tifosi e per la squadra vincere per far contenti gli interisti non passerà nemmeno per l’anticamera del cervello.
C’è un 2-3 dell’andata da vendicare, ma soprattutto un Europa da consolidare: due motivazioni che non sono di certo seconde alla vittoria di un campionato, perché in campo poi ci va chi ci crede, chi sa di esser più forte e di meritarsi un destino glorioso.
Purtroppo non abbiamo esattamente il destino nelle nostre mani, perché anche vincendo la nostra posizione finale dipenderà dai risultati delle due romane e della Fiorentina, rispuntata all’orizzonte dopo l’exploit interno proprio contro i giallorossi.
Prima di sbizzarrirci in previsioni complicate e degne di Nostradamus però è bene concentrarci sul presente, perché le voci sul futuro nerazzurro dipenderanno proprio da quest’ultimi 180 minuti, e dove basterà ritrovare se stessi per raggiungere il traguardo finale.
Basterà solo correre, con grinta, cuore, passione e tanata forza di volontà. Le stesse armi che ci hanno proiettato alla soglia dell’Olimpo e da cui la Dea non vuole certamente scendere.
E allora tutti con coraggio a San Siro, dove solo un’Atalanta da mitologia, nel suo pieno formato “divino” potrà prendere per le corna il Diavolo e riscrivere nuovamente la sua storia che comunque vada rimarrà comunque gloriosa per sempre.
Albo
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