Facce nuove
Anche scrivere dopo la partita casalinga che ha visto salire a Bergamo il Pescara non è compito molto semplice, per motivi ben diversi rispetto a quelli che hanno caratterizzato la pesante sconfitta con l’Inter. Vedere i nostri battere il Pescara nel modo in cui lo hanno fatto, mostra ancora una volta la coesione del gruppo, e come le convinzioni di Gasperini siano condivise da tutti.
Il Pescara visto contro l’Atalanta ha mostrato impegno, ma poco altro: troppa la differenza a livello di classifica, a livello tecnico e pure dal punto di vista della motivazione. Non è facile affrontare apertamente avversari con mezzi infinitamente superiori ai tuoi, sapendo che arriverà un’altra doccia gelata, consapevoli del fatto di essere virtualmente retrocessi già da molto tempo, e che per tutte le altre partite fino alla fine del campionato andrà sempre allo stesso modo. Proprio oggi, mentre celebriamo un significativo record per i nostri colori, con un occhio al futuro e con la testa ad una classifica finale che speriamo ci sarà amica, voglio ricordare un paio di nostre retrocessioni del passato: poco gloriose, ma vissute con l’orgoglio di chi ha sempre onorato la maglia.
Ha ragione Gasperini quando parla di buona partita, perché lo è stata. L’inserimento di alcuni nuovi giocatori è stato positivo: questi hanno mostrato di poter crescere per potersi inserire nel contesto nerazzurro. Era ragionevolmente impossibile pensare potessero fare meglio dei titolari che hanno sostituito, ma hanno mostrato di poter lavorare per farsi trovare pronti.
La linea difensiva ha operato in modo ordinato, al punto che Gollini è risultato quasi inoperoso; sull’esterno, Hateboer ha mostrato stoffa, sebbene la sua interpretazione non sia (ancora) a livello di quella di Conti: ma sarebbe stato quasi stupido attenderselo; Grassi molto ordinato in mezzo; Cristante pure bene. Tutti gli altri hanno interpretato una buona prestazione, sebbene la costruzione del gioco sia stata un po’ meno fluida rispetto agli standard ai quali ci siamo abituati negli ultimi mesi. Impressionante l’impatto offerto da Kessie al suo ingresso in campo a metà della ripresa. Unica nota meno positiva del solito, Petagna. Che non ha giocato male, va sottolineato: ma che avrei preferito vedere più convinto in alcune giocate in area avversaria. Cercare l’assist quando si è ad un passo dall’area di porta può non essere necessariamente la scelta migliore: sono convinto che se fosse stato un filo più egoista, avrebbe segnato. Ma voglio vedere il lato positivo: avrà tenuto i gol per altre partite più importanti.
La pausa della Nazionale, come dicono quelli che ne sanno, cade a fagiuolo: negli ultimi due incontri di campionato lo smalto si era, a mio avviso, un po’ appannato. Con le ultime nove partite da giocare per inseguire un sogno ancora vivo, riuscire a ricaricare le batterie sarà molto importante.
Altri aspetti positivi della domenica: bello il saluto a Stendardo, grande il pensiero dedicato a Mondonico e bellissimo vedere uno stadio pieno anche contro l’ultima in classifica. Bergamo e i bergamaschi stanno vivendo una stagione come avremmo voluto vedere tante altre volte nel passato, ma è sempre mancato qualcosa per fare tombola. Chi scrive non sa se a fine anno ci sarà una buona ragione per festeggiare, ma questa squadra lo merita. Non smettiamo di sostenerla, stiamole vicini.
Godiamoci la settimana senza serie A, magari tenendo d’occhio la Nazionale, giusto per capire se qualcuno dei nostri riuscirà a ritagliarsi un piccolo spazio. Perché poi, se tutto andrà bene, potrebbero davvero essere nove finali.
by Goalie