Casa Pagno,
Domenica 27 gennaio 2019, ore 18.13.
Sono appena tornato dall’Atalanta e il termometro, interrogato dal sottoscritto, indica 38,7.
Fino a quel momento, i brividi, li avevo confusi tra la tosse, il freddo e le emozioni di un’ennesima partita pazza ed epica.
Avessimo perso, Chiara mi avrebbe detto “ecco, ora sei ammalato e avete pure perso, contento?”.
Ma ieri non ha detto nulla, lei e i bimbi mi hanno accolto con un grande sorriso.
Perché essere presente, ieri, era più importante dei brividi da febbre.
La febbre da Atalanta vince sempre sullo stato patologico temporaneo che comporta un'alterazione del sistema di termoregolazione.
Leggo e ascolto volentieri le fredde analisi tecnico-tattiche, su come avremmo dovuto stare più attenti nel primo tempo, sulla difesa ballerina, ecc ecc...
Ma io ho la febbre.
E la verità è che non baratterei mai una partita normale, tatticamente ineccepibile, con le emozioni vissute ieri sotto la pioggia ghiacciata allo stadio.
“Dica 33”, mi sussurra il medico visitandomi.
“3 a 3”, rispondo.
Io ho la febbre.
La febbre da Atalanta...

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