05/11/2017 | 21.32
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Da Ferrara, Berisha e il palo negano la vittoria ai biancazzurri

La Spal sfiora l'impresa

Rizzo firma l'1-1, nel finale Berisha e il palo negano la vittoria ai biancazzurri 

Diluvio. Acqua in dosi industriali su Bergamo, con la Spal impegnata in una più che probante verifica dopo la vittoria sul Genoa. I biancazzurri non annegano, anzi si mettono al riparo. Conquistando un punto, in rimonta, di incommensurabile valore, e che conferma l’adattabilità al 4-4-2, modulo abbracciato ancora una volta in corsa e capace di consentire prima di restare in gara e poi di invertire la tendenza.

Antenucci in azione a Bergamo
Antenucci in azione a Bergamo

Biancazzurri schierati con la formazione prevista, ad eccezione della sorpresina che mister Semplici non manca mai di estrarre dal suo personalissimo cilindro: Grassi, ex di turno, in campo dall’inizio dopo essersi riaggregato al gruppo solo in settimana, e preferito a Schiavon. Davanti, confermata la coppia composta da Antenucci e Paloschi (altro vecchio nerazzurro, come Borriello che ha perso il ballottaggio). Atalanta priva di Ilicic ma col recuperato “Papu” Gomez, che Gasperini presenta a teorico sostegno di Petagna ma in realtà libero di muoversi a piacimento da sinistra al centro, con Cristante falso - falsissimo - trequartista/attaccante esterno, nei fatti mezz’ala destra come da caratteristiche.

La Spal parte bene, con personalità, propositiva, linea difensiva abbastanza avanzata, ricerca della manovra. Bene, se non fosse per un paio di inspiegabili esitazioni difensive che per poco non costano care (tua-mia-tua tra Felipe e Gomis che poi riesce ad anticipare Petagna al limite; errore di Salamon, cross e gol di Petagna, annullato per evidente fuorigioco). Come poi sul corner di Gomez ignobilmente ciccato dal liberissimo Cristante, con i biancazzurri tutti a ridosso della propria area piccola, a concedere troppi metri di spazio al centrocampista atalantino.

Situazione ripetutasi poco dopo, con l’ex milanista però un po’ più avanti, guardato ad eccessiva distanza da Mattiello e questa volta efficace nel correggere vittoriosamente il pallone messo dentro da destra da Toloi, a sua volta lasciato indisturbato da Paloschi: se marchi in questa maniera, in A ti colpiscono inevitabilmente, può andare bene una volta ma non due. Dunque, 1-0. Sono guai.

 La Spal ci capisce nulla sul proprio centro-sinistra, dove Cristante e Hateboer fanno ciò che vogliono e vanno sempre dentro. Semplici decide così di passare al 4-4-2, spostando Felipe terzino sinistro e disponendo il centrocampo con Mattiello-Viviani-Grassi-Mora. Poi con l’infortunio di Vicari entra Costa che rileva la posizione di Felipe, col brasiliano che va al centro al fianco di Salamon.

Unico sussulto spallino il magnifico gol su punizione di Viviani, rete invalidata da un precedente fischio arbitrale a sanzionare spinte e spintoni in barriera.

Nella ripresa il copione non muta. Petagna si divora il 2-0. Poi l’Atalanta accenna ad accomodarsi un po’, la Spal cresce un pochettino. La caparbietà di Paloschi confeziona un bell’invito per Mattiello che, solo, gira di sinistro calciando sostanzialmente addosso a Berisha il rigore in movimento.

Entra Rizzo per Mora. Mossa che premia immediatamente, perchè l’ex bolognese estrae la fotocopia del gol all’Udinese: il bis è di impatto sulla gara. Poi con l’ausilio Var viene espulso Freuler per un’entrata spaccagamba su Viviani: Atalanta in dieci. Spal sempre più in controllo, calma, capace di legittimare il risultato. Fino a provare a vincere. E ad andarci vicinissima. Prima è un prodigio di Berisha a negare il gol a Viviani. Poi è il solito palo-nemico ad impedire l’esultanza di Antenucci. Peccato. Ma alla fine il punto vale, è pesante, frutta 3 lunghezze di vantaggio su chi retrocede. La Spal fa un altro passo avanti.

fonte lanuovaferrara.it

By marcodalmen
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