Ferron: "Cometti per me è stato come un padre"
Bergamo sta attraversando un brutto momento a causa dell’emergenza Coronavirus, è infatti una delle città più colpite dall’epidemia. Proverà a rialzarsi ma servirà ancora un pò di tempo. Fabrizio Ferron è stato per otto anni portiere dell’Atalanta e ha raccontato la situazione ai microfoni di TMW News.
“Mi si stringe il cuore pensandoci, sono affezionato a Bergamo in modo incredibile, è la mia seconda casa. Conosco tantissima gente e purtroppo ho perso persone amiche da più trent’anni. E’ una vera tragedia. E non so come si possa ricominciare. Capisco i tifosi che hanno sostenuto che non si possa riprendere a giocare per rispetto della città. Sono cose che però non dipendono dall’Atalanta e dal presidente. Magari riprendere a giocare può riportare un filo di gioia, se si può dire così in questo momento terribile. Certo, non dobbiamo e non possiamo scordarci di quello che è successo. La vita comunque va avanti e dovremo anche ritrovare la normalità, per tutti e anche per lo sport e i giocatori”.
SULLA RIPRESA DEI CAMPIONATI – “La situazione del calcio oggi non è facile così come non è semplice la vita quotidiana di tutti. Spero che si riprenda a vivere normalmente. Il calcio richiama tante persone allo stadio e magari ci può essere in questo caso un rischio di ricaduta. Vediamo, la speranza è che col calcio poi si possa far contenta la gente. Questo sport ti regala anche un momento di relax e ti fa pensare ad altro”.
SULLA MORTE DI COMETTI – “Per me è stato come un padre. Sempre al mio fianco, col sorriso, pronto a sdrammatizzare. Soffriva con me per le mie prestazioni. Ho condiviso tutto con lui, era una persona speciale. Mi dispiace tanto, mi si spezza il cuore. Voglio ricordarlo col suo sorriso, era un ottimista. Mi mancherà molto”.
fonte calcioweb.eu