17/11/2020 | 11.30
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"Fra Spezia e Atalanta una lunga storia di rispetto e amicizie personali"



Massimo Lombardi: "Dal pullman per la semifinale con il Malines al ricordo di 'Sever' fino alla Festa della Dea si sono intrecciate tantissime storie. Peccato non potersi incontrare sabato".





La Spezia - In condizioni di normalità, con i tifosi allo stadio e lo Spezia nel suo Picco, quella di sabato sarebbe stata una partita di forti emozioni e grande spettacolo. Non solo in campo, dove l'Atalanta di Gasperini è ormai sinonimo di divertimento e gli aquilotti di Italiano stanno conquistando le meritate attenzioni, ma anche sugli spalti con le due curve piene, colorate e legatissime ai propri colori.
Un'atmosfera che sarebbe stata ancora più particolare visto il rispetto reciproco che negli anni non è mai venuto meno fra le due tifoserie, nonostante i diversi risultati sportivi ben diversi. Una stima che risale a fine anni Ottanta, quando da Spezia partì un pullman per andare a seguire Atalanta-Malines, semifinale di Coppa delle Coppe dell'aprile '88 con la Dea impegnata a giocarsi un traguardo impensabile allora ma non oggi con i nerazzurri che navigano a vele spiegate in Champions League. In mezzo a quelle quasi quarantamila persone c'erano anche gli ultras dello Spezia per dar manforte al tifo di casa in quella che nel monumentale libro “Atalanta folle amore nostro” viene ricordata come “una specie di rivincita della provincia sui grandi squadroni”.

“Ero giovane ma c'era qualcuno di noi dei Prati quando Silvio Pampaloni organizzò quell'epico pullman – racconta oggi a CdS Massimo Lombardi – raggiunse Bergamo senza comunicarlo ai ragazzi di casa. Prima ci fu un po' di trambusto e le loro sciarpe bianconere vennero accolte con ostilità ma subito dopo venne esposto anche lo striscione aquilotto e la loro presenza venne applaudita. C'è sempre stata grande simpatia con l'Atalanta – prosegue – poi a inizio anni Novanta nei bar delle mie parti arrivò Severino, conosciuto da tutti come “Sever”, ragazzo bergamasco di grande generosità e amato da tutti, mancato purtroppo qualche anno fa (nella sua città venne ricordato con lo striscione “A Bergamo sei nato, La Spezia ti ha adottato”). Entrò anche nell'Orgoglio Spezzino, con il suo accento inconfondibile e gli epici racconti dei derby con il Brescia, e grazie a lui iniziammo anche ad andare alla Festa della Dea”.

“Nel tempo – aggiunge Lombardi – si sono creati rapporti personali bellissimi e un inedito ma solido triangolo Bergamo-Pianazze-Porto Venere dove ci siamo incontrati spesso. Ha iniziato a frequentare le nostre zone anche un giovanissimo Claudio Galimberti, poi diventato il carismatico “Bocia” leader della tifoseria nerazzurra. Una persona unica che ci ha sempre considerato bonariamente un popolo di pazzi”.
C'è però un episodio particolare che lega Lombardi alla città di Bergamo: “Ho i brividi quando ripenso all'ultima edizione della Festa della Dea alla quale sono stato invitato a parlare di daspo e della mia attività di avvocato. Prima di iniziare, davanti a circa seicento persone, ho citato Sever e la sua passione di “Bergamasco di mare”, tutti si sono alzati in piedi per tributargli un meritatissimo e commosso applauso. Negli anni si è creato un solido rapporto di rispetto, nato da storie personali e consolidato anche nella prima fase della pandemia quando dalla Curva Ferrovia sono partiti aiuti per l'ospedale di Bergamo duramente colpito dall'emergenza. Ogni tifoseria ha la sua storia però è bello che ci sia questo rispetto, che non ha la pretesa di essere nulla di più, ma che è sentito per le molte storie personali che si sono incrociate in questi anni. Ho già ricevuto alcuni messaggi – conclude Lombardi – ed è un peccato che sabato non ci si possa incontrare finalmente in Serie A, ma l'appuntamento è solo rimandato a quando potremo tornare allo stadio tutti insieme”.
BENEDETTO MARCHESE


cittadellaspezia.com




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