30/05/2025 | 07.27
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Gasp via da Bergamo, “come nella canzoni”, brano di Coez. E mai sottovalutare le conseguenze dell’amore


Se è stato vero, se ha regalato tutti quei brividi per anni e anni, il calcio è lo sport che più si avvicina all’amore. Non dico quello per un cane, neppure quello per la propria mamma, piuttosto quello dei due famosi ragazzi di quel verso, che si guardano e si accorgono che non hanno tempo e non ci sono per nessuno.

Con ognuna di quelle parole che ascoltiamo alla radio quando siamo in macchina, tipo i versi di Coez, il mio preferito, in un brano di qualche estate fa, “tutte le cose migliori e peggiori le ho fatte con te, ma solo il meglio non vale”. “Come nelle canzoni”, leggetevi il testo, Gasp e l’Atalanta, “scappati dal quartiere” per conquistare il mondo e che “adesso non sanno più nemmeno come si fa a stare insieme male”.

Per quanto ne so, per quanto ho vissuto, le storie d’amore finiscono per tre motivi, il primo perché la passione diventa affetto, il secondo per un tradimento, dell’uno, dell’altro, spesso di entrambi, il terzo perché lei, o lui, vogliono dall’altro qualcosa che lui, o lei, non riesce a dargli, magari la stabilità, magari un bambino, magari il vento nei capelli.

Chiamiamolo scudetto, nel nostro caso. Gasperini vuole alzare ulteriormente l’asticella della sua splendida carriera, chiuderla col botto, ed è quello che ha chiesto pochi giorni fa ai Percassi: non vendere i gioielli, aggiungendone altri quattro per arrivare all’impensabile, il tricolore, così vicino, così lontano, faraway, so close, per gli amanti degli U2.

La proprietà non ce la fa ad accontentarlo, la filosofia di questi anni l’ha portata ad essere il top in Europa per via del difficile binomio risultati buonissimi-bilancio in attivo. Sta nella sua zona confort. Oculata. Come giusto che sia.

Allora il Gasp potrebbe davvero andare alla Roma, che non ama, ma che, quantomeno a parole, grazie alle rassicurazioni di un signore come Ranieri, gli assicura il suo sogno, il suo bambino, quel trofeo bianco rosso e verde che il geniaccio di Grugliasco non ha vinto mai.

Cosa resterebbe a noi? Le conseguenze dell’amore. Il ricordo dei nostri anni ruggenti, nove per l’esattezza, quella malinconia che ci prenderebbe ad ogni pareggino ripensando a quel che è stato, Atalanta-Samp 4-0 per esempio, doppietta di Koopmeiners, gol di Pasalic e di Miranchuk, meglio del Real Madrid, occasioni come se piovesse.

Col magone vedendo il nostro Gasp in televisione, pensando a come sarebbe potuta andare se avessimo avuto il coraggio di dirgli sì. E da ubriachi ci verrà voglia di chiamarlo per promettergliene di ogni, ma non lo faremo perché è andata così, appunto, “Come nelle canzoni”.

fonte Matteo Bonfanti, bergamoesport.it
By marcodalmen
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