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Gasperini: "Ilicic torna, sono fiducioso perché sta dando delle risposte incredibili"



Gian Piero Gasperini è intervenuto al Festival dello Sport per parlare delle imprese dei nerazzurri sotto la sua gestione

Qual è stato il momento peggiore del Covid?
"Il momento più duro è stato quando siamo tornati da Valencia, Bergamo era un'altra città. C'era un'aria di guerra. Si sentivano soltanto sirene, si leggevano situazioni drammatiche".

Come ha vissuto il momento?
"Ho avuto il Covid-19 senza saperlo, con grande paura. Succedeva un po' a tantissima gente, io ho avuto dei problemi per qualche giorno, ma a livello respiratorio non ho avuto problemi. Tremavo perché succedeva a chiunque, in qualunque momento. Tutto questo era inimmaginabile".


Appena arrivato ha perso 4 partite su 5.
"Dopo la partita col Crotone a Pescara siamo ripartiti. Eravamo a Francavilla a fare la rifinitura e feci delle scelte diverse, avevo inserito un po' di giovani. Fu una mattina molto pesante. Fui molto vicino all'Atalanta nel 2011. Mi parlarono di un centravanti, Denis, ma io poi quell'anno lì andai all'Inter




Il Papu ha detto: "a volte lo ammezzerei, ma gli voglio un gran bene".
"Non è sempre stato tutto rose e fiori. Il Papu ha avuto sempre valori molto forti, abbiamo cercato sempre di lavorare per l'Atalanta. Il Papu tendeva ad allenarsi poco, nella sua mentalità è così anche se adesso non salta un allenamento. C'è stato qualche momento di tensione, ma i momenti di frizione sono stati pochi. È stato un grande aiuto, mi ha aiutato nei rapporti nei giocatori".


Palomino ha detto che Gasperini è un pazzo: lei cosa dice?
"Aveva altre abitudini, ma mi ha seguito davvero molto: ha provato un calcio diverso. Il suo modo di intendere il calcio era difendere e limitare, ma la sua partecipazione era ridotta. Non era facile, lui è arrivato già maturo: riuscire ad incidere con giocatori già formati non è mai semplice. Lui ancora oggi è straordinario anche negli allenamenti. Può sembrare meno abile nella costruzione del gioco, ma è cresciuto molto sotto questo punto di vista".


Ha trasformato il calcio in uno spettacolo teatrale.
"Sono io che devo ringraziare i giocatori, per la loro disponibilità. Gli è piaciuto il mio modo di gioco. Ad esempio gli interventi di Gollini migliori sono state le letture in anticipo, le sue capacità di essere un riferimento. L'evoluzione del suo ruolo è stata straordinaria, lui è un portiere moderno: una delle sue qualità migliori è quella di essere un portiere che gioca con la squadra. Il merito è dei giocatori".


De Roon dice che l'Atalanta ha colmato il gap grazie anche all'allenamento.
"Credo che la nostra squadra sia composta da giocatori di grande livello. Per molto tempo ci hanno detto che corriamo di più, ma siamo nella media. I valori tecnici sono di livello, altrimenti non realizzi 98 gol. Occorre condizione, ma anche qualità. La mia idea di calcio è quella di coinvolgere tutti, credo che c'è stata molta applicazione da parte dei ragazzi. Noi ci alleniamo moltissimo con la palla, la parte principale è questa".


A Milano la difesa a tre con lei in panchina veniva considerata un'eresia.
"Si veniva considerata un po' un'eresia. Ora l'Inter stessa, la Roma, la Juve, la Lazio giocano con una difesa a tre. L'avevo utilizzata a Genova, è un modo migliore per costruire il gioco da dietro. I tempi sono passati, poi i risultati l'hanno dimostrato. In Europa dicono che ancora non è coì, ma io questo l'ho imparato in Europa".


Lo spogliatoio?
"Io non sono uno che guarda i giocatori fuori dal campo. È importante ritrovarsi nello spogliatoio: la nota fondamentale è che all'interno non ci sono comportamenti fuori dalle righe. Sono i giocatori i primi a farlo: se qualcuno sbaglia sono i primi a riprenderlo. Anche la proprietà ha questi valori. I comportamenti e l'educazione sono fondamentali: quando rappresenti l'Atalanta devi avere dei comportamenti adeguati, sono loro i primi a non accettare cose strane".


Come affronterete le sfide emozionanti di Champions League?
"Lo scorso anno il desiderio di andare in questi storici, anche per i tifosi. Alla fine non è stata così, quest'anno andiamo a giocare ad Anfield e con l'Ajax, contro squadre che hanno vinto la Champions. La scuola olandese ha influenzato molto la mia visione, hanno contribuito molto alla mia formazione. Incontriamo dei mostri sacri, ma ci arriviamo non solo con l'ambizione di fare bella figura, ma anche con quella di superare il turno".


Ilicic torna?


"Torna. Sono stato tra i più scettici, ma ora sono fiducioso perché sta dando delle risposte incredibili, : penso che tornerà molto presto. Se ripercorro questi anni ci sono tante cose incredibili. Come ad esempio le partite giocate in stadi non nostri, senza pubblico, ma la squadra è cresciuta e i valori si sono trasmessi tra i giocatori, anche tra chi non è bergamasco o italiano. Lammers e Miranchuk hanno già capito lo spirito di appartenenza".


fonte tmw.com

By marcodalmen
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